ʜɪsᴛᴏɪʀᴇs ᴅ·ᴀᴍᴏᴜʀ [ʜ.ʜ&α.ʜ]

Claustrum phobos

I passi dei ragazzi riecheggiavano nel corridoio.

《Quindi film horror?》

《Assolutamente! Era da tempo che non andavamo al cinema, direi di rimetterci subito in pista con un bel film pauroso.》

Hiccup richiamò l'ascensore, attendendo. Astrid, al suo fianco era impegnata al telefono. Avevano deciso di andare al cinema per guardare un horror insieme, poiché inerente ai gusti della bionda.

Quando finalmente l'ascensore arrivò, la ragazza mise in tasca il proprio telefono, facendosi strada tra le porte dell'ascensore trascinandosi dietro il ragazzo. Abitavano entrambi nello stesso palazzo, allo stesso piano. La casa di Astrid era accanto a quella di Hiccup.

Si conoscevano fin da neonati, poiché i loro genitori erano amici molto stretti. Era subito sbocciata un'amicizia profonda tra loro, per poi essersi trasformata in qualcosa di più intenso di una semplice cotta. Dopo anni di attesa, finalmente uscivano  insieme, non più come semplici amici, ma ufficialmente come coppia.

Hiccup strinse delicatamente le dita attorno a quelle di Astrid, unicamente per sentirla accanto a sè.
《Prendiamo i pop corn o le patatine?》

Le sorrise Hiccup, sapendo esattamente la risposta della fidanzata, che non tardò ad arrivare con fare esaltato.
《Pop corn, ovviamente! Con coca cola.》
Astrid gli sorrise di rimando.

L'ascensore era ormai quasi arrivata al pian terreno, mancavano solamente tre piani, quando accadde uno sconveniente inaspettato. L'ascensore frenò improvvisamente, slittando sui cardini e rimanendo ferma successivamente, in balia del quarto e del terzo piano.

Astrid sgranò gli occhi. Iniziò a premere freneticamente il tasto dell'ascensore, in caso quest'ultima si bloccasse.

《Astrid, calmati. Premerlo più volte non aiuterà.》

La ragazza iniziò ad emettere profondi respiri. Le mani iniziarono a sudarle, la testa a girarle inevitabilmente, sintomi della sua più grande paura.

《Hiccup, non puoi chiedermi di star calma, sono claustrofobica!》

Astrid iniziò a girare intorno a quel piccolo luogo, cercando di alternare il respiro. Trascinò le mani lungo le ante dell'ascensore battendo più volte sulla superficie. Hiccup le cinse la vita con le braccia, stringendola a sè in un abbraccio confortante. Il respiro della ragazza era corto ed irregolare ed arrivava caldo sul collo di Hiccup. Il petto le batteva frenetico nella cassa toracica.

《E nonostante questo ti ostini ad usare l'ascensore, come al solito.》

Astrid gli rifilò un'occhiataccia. Si sedette per terra, tenendosi la testa tra le mani. Evitava il più possibile ambienti chiusi e ristretti, ma utilizzava quotidianamente l'ascensore, poiché abitavano ad uno dei piani più alti. Nonostante questo sapeva di dover dare retta al ragazzo accanto a sè, che in questo momento le circondava le spalle con un braccio, avvicinandola il più possibile. Iniziarono a pizzicarle gli angoli degli occhi, che bruciavano lievemente, stando ad indicare che da lì a poco avrebbe avuto una crisi di pianto. Iniziarono a scorrerle in un susseguirsi, lacrime fredde. Hiccup continuò a stringerla.

《Non preoccuparti, tra un po' ci tireranno fuori. Ci sono io con te, andrà tutto bene.》

Astrid cercò di aggrapparsi disperatamente alle parole appena dette dal ragazzo, cercando di non farsi risucchiare dalla paura che in quel momento, la circondava. Hiccup le passava ritmicamente le mani sulla schiena, percorrendo la spina dorsale, carezzandole lievemente le scapole. Le mise una mano sulla guancia, costringendola a guardarlo negli occhi.