Capitolo 7

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- Un giorno... un dannatissimo e schifosissimo giorno non vengo a scuola, e scoppia la terza guerra mondiale io non ci posso credere, non posso assentarmi un cavolo di minuto che subito ti cacci nei guai – se non fosse che è da un'ora che mi sta ripentendo le stesse cose, che hanno cominciato a entrarmi in un orecchio e uscire dall'altro, sarei più irritata del fatto che mi sta facendo passare per un povero cucciolo a cui serve protezione. Ammetto che ho fatto tutto il giorno rintanata a casa, nonostante la sensazione di leggerezza, non me la sentivo di affrontare di nuovo tutto e tutti, quindi ho optato per il buon vecchio metodo del "si resta a casa oggi e si pensa a tutte le conseguenze domani"

- No davvero io seriamente non ho parole... quando dopo una visita in cui mi hanno praticamente portato da una stanza all'altra dell'ospedale, fatto tutte le analisi e visite create dall'uomo su questo pianeta, torno a casa per riposarmi e vengo bombardata di chiamate da Isa e Nika che mi dicono che la mia migliore amica è stata fatta passare come una puttana che la da via come i ciondoli di Pandora nel periodo delle feste di Natale – continua a camminare avanti e indietro per la camera, sento i suoi passi sul parquet, ma io sono entrata in uno stato di menefreghismo assoluto, sdraiata a pancia in su a contemplare il mio fantastico soffitto bianco, forse dovrei dipingere un po' la mia camera, sembra così anonima di questo colore, magari un giorno di questi vado a comprare la vernice e mi improvviso imbianchina

- Luna mi stai ascoltando ?? – la guardo un attimo vedendola con la schiena dritta rivolta verso di me, le braccia incrociate e un piede che batte ritmicamente, dimostrando ancora di più il suo nervosismo, facendo segno di no con la testa. Urla frustrata alzando le braccia al cielo per poi ricominciare a camminare avanti e indietro, credo che il suo scopo adesso come adesso sia quello di creare un solco sul pavimento o farmi venire il mal di testa, uno delle due o magari entrambe, chi può sapere cosa frulla della testa di Rasha quando è in questo stato, credo che neanche Sigmund Freud uscito dalla tomba riuscirebbe a fare breccia nella sua psiche

- Eh poi come se non bastasse quel coglione, mentecatto, Aaron faccia da cazzo White ha il coraggio di credere a tutto quello che gli dicono, ma una sua opinione non ce l'ha ?? Le botte che prende ogni giorno gli hanno spappolato quel cervello da microcefalo che si ritrova ? – alzo gli occhi al cielo, sinceramente adesso come adesso non mi importa, è trascorso parecchio tempo da quando l'ho visto e non mi ha chiamata, quindi se davvero ha deciso di credere agli altri e non a me, può anche andare a farsi benedire, io ho la coscienza pulita e non verserò di certo ancora lacrime per questo.

All'improvviso sentiamo qualcuno appiccicarsi completamente al campanello di casa mia e in pochi secondi il suono che sembra più un rinoceronte salire le scale diretto in camera. Io e Rasha ci guardiamo un attimo sapendo già chi è e infatti non ci stupiamo quando irrompe nella stanza in tutta la sua grazia ed eleganza Nika con una faccia paonazza, gli occhi che le escono dalle orbite e i capelli tutti arruffati, dietro di lei Isa che scuote la testa in segno di disapprovazione rimettendosi a posto gli occhiali da vista sul naso guardandosi attorno

- Ragazze mio Dio non sapete che casino è successo a scuola oggi !!! – esordisce entrando e gesticolando a più non posso, quando deve raccontare qualcosa fa sempre così, è come se volesse portarti dentro il ricordo con lei così da fartelo vivere veramente. Rasha la guarda male, invogliandola a sputare il rospo, dato che Nika si mette comodamente sulla mia sedia girevole e comincia a darsi delle spinte sotto lo sguardo di tutte puntato addosso

- ALLORA ?!? – quasi urla Rasha facendola sussultare, così si ferma, si mette le mani incrociate in grembo e sorridendo comincia a parlare come se fosse un racconto di Robin Hood, o Artù e i cavalieri della tavola rotonda

- Stavo cercando Lisa per fargliela pagare in qualche modo e farle sputare il rospo che tutto quello che aveva scritto era falso, sono andata nell'aula adibita a sede del giornale della scuola quando già da un paio di corridoi prima ho sentito un chiasso infernale, dei tonfi che facevano quasi ballare le pareti, pensate che perfino alcuni armadietti si sono aperti dall'impatto – s'interrompe e io vedo Rasha trattenersi con tutte le forze per non saltarle addosso, scuotendola fino a costringerla a proseguire il racconto, la scena è abbastanza comica, io e Isa sul letto che sentiamo tutto una a pancia in giù l'altra in su, Nika con le gambe incrociate sotto il sedere sulla sedia e Rasha in piedi davanti a lei con una mano sul fianco e l'altra che passa ogni due secondi tra i folti capelli scuri

Un demone travestito da angeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora