Dopo aver raggiunto Carol, ci troviamo finalmente davanti la porta della stanza dove intratterrò un breve colloquio con i responsabili. Appena entrata scruto due personaggi, una donna e un uomo; quest'ultimo stringe tra le mani una macchina fotografica, mentre l'altra sembrerebbe essere la direttrice del servizio. Ci scambiamo subito qualche sguardo, mi guarda dall'alto in basso facendomi sentire leggermente in imbarazzo, lancio diverse occhiate a Carol al mio fianco.
La donna sembra essere entusiasta di me, o almeno è questa l'impressione che mi trasmette, mi porge la mano, che stringo senza timore in segno di saluto.
«Piacere, tu sei..Giorgia dico bene?»
«Si sono io, lei è..»
«Maya, molto piacere mi occuperò della supervisione del servizio. Giusto per assicurarmi che andrà tutto nel verso giusto»
Annuisco con la testa.
Le nostre mani si dividono dalla prese.
È la volta del fotografo che mi porge la mano in modo, oserei dire, amichevole.
«Daniele. Tanto piacere, spero che lavoreremo bene»
Sorride.
A giudicare dal suo aspetto sembra essere molto giovane.
«Piacere mio.»
«Credo sia il momento delle firme, non credi Maya?»
«Certamente. Solo poche firme Giorgia»
Mi porge dei fogli contenuti in una cartella di color giallo.
Prontamente Carol mi anticipa e prende la cartella e preleva i fogli al suo interno e iniziamo a leggere insieme.«Tutto in regola»
Esordisce Carol rompendo il silenzio.
Firmo alcune carte, e lascio quell'ambente mentre la mia menager rimane a conversare con i due per le modalità del servizio.Mi siedo sulla sedia posta davanti la scrivania, dove siamo tutti in cerchio.
D'un tratto un mio piccolo pensiero vola fuori dalla stanza, lontano dal rumore, veloce raggiunge quel ragazzo dagli occhi celesti.
Una lieve sensazione di ansia mi percorre il corpo partendo dal petto, che inizia a palpitare velocemente.
Ormai il desiderio e la curiosità di conoscerlo è molto forte, spinta da questa emozione incontrollabile, quasi involontariamente, mi alzo e mi affretto ad arrivare nel luogo dove ho incontrato il suo sguardo per la prima volta.
Riconosco l'ambiente dal numero della stanza, poggio la mano sul pomello e accompagno lentamente la porta spalancandola. Inizio a cercare con lo sguardo il giovane, che, mio malgrado, non si trova più sopra al telo bianco, così resto ferma all'ingresso.Con uno scatto rapido, entro e chiudo l'accesso alle mie spalle senza fare rumore, di seguito con nonchalance inizio a muovermi nello spazio.
Finalmente scruto la sua figura, in un primo momento esito ad avanzare ancora, tuttavia, appena i suoi occhi ricadono su me, il mio corpo inizia a muovere qualche passo lento fino a raggiungerlo.
Ci troviamo l'uno di fronte l'altra ancora una volta ma questa volta più vicini.«Ehm..il mio nome è Giorgia»
Dico titubante, con il cuore che mi esplode in petto gli porgo la mano destra.
«Giorgia? Piacere, il mio nome è...»
«Paulo»
Anticipo. Quasi spontaneamente.
«Sei la ragazza di poco fa, ti ho vista qui dentro. Mi hai visto giocare? Sei qui per un autografo o una foto?»
Chiede per nulla sorpreso mentre sposta un po' le sopracciglia e ricambia il saluto stringendomi la mano.«Giocare?»
Rifletto un momento.
"ti muovi sicuramente meglio sul campo"
"Beh dovreste darmi un pallone da calcio allora".
Queste parole risuonano nella mia testa per un attimo.
«Evidentemente non ti interessi molto allo sport, non è vero?»
Esordisce il ragazzo dopo pochi secondi, spostando un po' la testa e ritraendo la mano.
Ma che sto facendo? Come mi salta in mente di presentarmi in questo modo?
«Ehm..no al contrario io..seguo molto sport»
Mento girando gli occhi verso destra, mordendo il labbro inferiore.
«Cosa ti ha portata qui? Non adesso ma prima, mentre ero in posa. Credo che tu abbia seguito la mia pessima performance davanti all'obbiettivo»
«Beh ecco...io...»
Mi volto leggermente, notando che alcune persone mi stanno fissando con molta curiosità, poi torno a posare gli occhi su Paulo e prima che possa aggiungere qualcosa un uomo mi interrompe poggiando una mano sulla spalla del ragazzo.«Tutto bene Paulo? Questa ragazza non è autorizzata a stare qui, ti sta disturbando? È una fan?»
Chiede l'uomo con una voce grave .«Stia tranquillo, è un'amica, ha la mia autorizzazione a stare qui»
Mente, tornando serio e muovendo prima a destra e poi a sinistra il braccio facendo cenno al signore di stare tranquillo.
«Io sono Gio...»
L'uomo se ne va, senza neanche rivolgermi uno sguardo, così ritraggo un po' imbarazzata la mano intenta a presentarmi cordialmente all'individuo.
Paulo mi guarda e soffoca una risata.
«...rgia, beh avremo sicuramente modo di conoscerci meglio»
Continuo la frase seguendo con la testa l'uomo ormai distante concludendo con una risata senza farmi notare da quest'ultimo ormai lontano.Noto con piacere che anche Paulo non si trattiene dal ridere, rendendosi complice delle mie parole e portando il suo sguardo sul mio viso mentre avvicina una mano sulla nuca grattandosi delicatamente; pensavo di essere un po' fuori luogo, ma a quanto pare sembra apprezzare il mio umorismo e la mia compagnia, e io la sua.
«Quanti anni hai?»
Mi chiede spezzando il silenzio.
«Venti, tu invece?»
«Io ventitre»
Risponde lui dopo una pausa di qualche secondo, arricciando un po' il naso con un espressione perplessa.
«Abiti in zona?»
Aggiunge.
«No. Sono di Roma, mi trovo qui per lavoro, tra poco sarò la nuova testimonial di un brand di make up, cioè, non tra poco, ecco domani se tutto va bene»
«Se domani sarai qui ci vedremo sicuramente. I miei compagni di squadra saranno su questo set per un servizio fotografico che dovrebbe terminare verso le 17:00 verrò anche io per accompagnarli. Sai oggi hanno accompagnato me, si trovano proprio li»
Replica Paulo indicando dei ragazzi.
«Ah..»
Esclamo.
«Io avrò il servizio proprio alle 17:00!»
Dico sorridendo leggermente un po' amareggiata.«Non andrò via subito, magari passo a salutarti, se ti fa piacere. Sai ho detto all'uomo della sicurezza che siamo amici, non vorrei passare per bugiardo. Inoltre mi farebbe piacere esserci»
Risponde sorridendo un po' imbarazzato.
Delle persone lo stanno fissando divertite, e deve essersene reso conto. Forse per quello è un po' teso e non la finisce più di muoversi.«Beh, è magnifico!. Allora ci vediamo domani»
Rispondo con qualche secondo di ritardo, senza nascondere la mia espressione di felicità.
Di li a poco ci salutiamo scambiandoci due baci sulla guancia in segno di saluto.
Mentre lascio la stanza mi volto un'ultima volta per guardare il giovane, che sembra essere deriso da quelli che dovrebbero essere i suoi compagni di squadra.
STAI LEGGENDO
Per un sortilegio d'Amore - Paulo Dybala 21
FanfictionGli occhi chiari del ragazzo continuavano a leggere quelli di lei più scuri, per un momento la ragazza deve aver pensato che il buio potesse spaventarlo, invece lui continua a scavarle dentro e a scendere sempre più in basso senza temere l'oscurità...