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Il brasiliano continua a scuotere L'apparecchio elettronico a destra e a sinistra sotto i miei occhi.

«Beh ci deve essere un errore.»
Mi fermo.
«Quello non è mio.»
Mento, scrollando le spalle.
«No?.»
Risponde il ragazzo moro tornando a curiosare con la testa china sul display del mio smartphone mentre continua a muovere velocemente le dita sullo schermo.

Sposto nervosamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio, che ricade lunga sulla schiena seguendo l'andamento delle altre che terminano con le punte mosse.
«Toh guarda. Su Instagram segui un certo Neymar Jr. Peccato che non trovo cuori nelle ultime foto»
Dice lui passando da un'espressione felice, a una triste.
«Pochi follower, sono un po' deluso da te.»
Conclude, tirando un sospiro.

Lo fulminano con lo sguardo mentre porto le braccia incrociate al petto, decisa a riavere ciò che è mio.
«No! Ferma lì!»
Esclama, non appena mi faccio di un passo più avanti.
Mi blocca sul posto con il braccio teso nella mia direzione, mentre con un gesto rapido porta il più lontano possibile il cellulare da me con l'altro braccio ruotando leggermente il busto e ridendo.
Alzo le mani in segno di resa.

«Questo cellulare non è tuo giusto? Perché dovrei dartelo?»
Dice convinto il ragazzo, rivolgendomi uno sguardo divertito per poi tornare a concentrarsi sullo schermo.
Potrei esplodere di rabbia da un momento all'altro, ma non voglio attirare l'attenzione di tutti.
«Sei davvero tu questa? Perché ti fai le foto con mezza faccia? Toh guarda ma questo non è Paulo?.»
Sgrano gli occhi e mi lancio contro di lui strappandogli dalle mani l'iPhone.
«Provaci ancora ed io..! Io non risponderò di me!»
Dico ringhiando.

«Non mi fai paura. Ti faccio presente che sono più alto di te.»
«Cosa centra?.»
rispondo stringendo i pugni.
«Che non mi fai paura.»
Ribatte lui scrollando le spalle.
Senza pensarci due volte, porto una gamba sopra la sedia in plastica e poi anche l'altra, una volta in equilibrio lo guardo strizzando gli occhi.
«Adesso chi è il nano?!.»
Gli urlo contro.

Senza rendermene conto, lo sguardo che fino a quel momento avevo cercato di evitare si era incontrato con il mio.
In men che non si dica i presenti si voltano nella mia direzione e cade il silenzio.
«Hai mica bisogno di una camomilla tu?»
Dice lui, in tutta calma, spezzando quell'imbarazzante silenzio che si è creato e con molta tranquillità alza le mani in segno di resa, mentre con un gesto della testa mi invita a guardarmi intorno.
Mi volto lentamente e in un lampo mi rendo conto che gli occhi di tutti erano puntati su di me.
Mi butto in avanti con il corpo intenta a scendere, tuttavia, prima che possa riuscirci, il calciatore mi circonda il busto con le braccia sollevandomi e facendomi scendere.

«Una foto para recordar el momento, la sonrisa!»
Dice un amico di Neymar che scatta una foto con la complicità dell'amico.
Il ragazzo al mio fianco si mette subito in posa, pollice in su e una mano poggiata delicatamente sulla mia schiena, con un sorriso stampato in volto mentre io cerco di nascondermi affrettandomi a girare il viso dall'altro lato una volta capito l'inganno.

Non che l'idea di avere una foto con Neymar Jr. mi dispiaccia, però è davvero imbarazzante.
«Gracias!»
Disse Neymar rivolgendosi all'amico con fare soddisfatto, mentre il complice stava morendo dal ridere seguito dai ragazzi alle sue spalle.

Crede forse che può fare di me ciò che vuole?
Mi distanzio immediatamente da lui e rimango impassibile con le braccia conserte.
«Ehi no dai, non guardarmi così!.»
Esorta lui dopo aver lanciato diverse occhiate nella mia direzione.
«N-non volevo offenderti»
Concluse.
Rimango a guardarlo in silenzio, con le braccia conserte.
«S-se ti offro una cena? Facciamo pace?»
Congiunge i palmi delle mani pregandomi, mentre mi rivolge la sua migliore espressione da cucciolo triste.
«Potevi chiedermelo.»
Lo minaccio.
«Di andare a cena?»
Rispose lui confuso.
«La foto.»
Rispondo secca.
«Hai gli occhi lucidi? Fammi vedere.»
Avvicina il suo volto al mio chinandosi leggermente con il busto, in un primo momento ruoto la testa dall'altro lato, poi decido di voltarmi di nuovo guardandolo negli occhi.
«Sai che che c'è? Ti odio Neymar Junior..!»
Gli urlo contro.

Il cuore continua a pulsarmi sempre più forte nel petto, stringo i denti mentre i miei occhi continuano a farsi lucidi dalla rabbia e un nodo si forma in gola togliendomi il fiato.

Mi stavo quasi pentendo di quanto detto, invece, contro tutte le aspettative alzo un braccio portando il palmo della mia mano destra il più vicino possibile alla sua guancia sinistra.
La mia intenzione era quella di assestargli un sonoro schiaffo ma cambio idea giusto in tempo da sfiorare la sua guancia.

Il suo viso è ancora contro il mio, appena compresa la situazione strizza gli occhi per poi riaprirne uno solo proprio quando la mia mano si stringe in un pugno e la riporto incrociata al petto, mentre con nonchalance mi faccio indietro di qualche passo con gli occhi verso sinistra facendo una smorfia con la bocca.

«Per questo prima quando mi sono seduto vicino a te cercavi in tutti i modi di non guardarmi in faccia..?»
Rompe il silenzio, rimettendosi dritto e portando una mano dietro al collo.
«Il mio cellulare. Come sapevi che era sulla sedia?.»
Ribatto ignorando completamente le sue parole e senza guardarlo in volto.
«Non vale rispondere a una domanda con un'altra domanda.»
Ribatte.
«Lanciavo delle rapide occhiate nella tua direzione, ma eri troppo presa dall'argentino per rendertene conto.»
Conclude sospirando e scuotendo la testa.
«E così lo hai preso quando entrambi ci siamo allontanati? Come fai a conoscere così bene l'italiano?.»
Dico tutto d'un fiato senza rompere quella posa, posando i miei occhi su di lui.
«Non è la prima volta che vengo qui per lavoro. Ho avuto molte fidanzate italiane sai»
Risponde il ragazzo ammiccando un occhiolino.
Appena queste parole giungono alle mie orecchie, ruoto gli occhi scocciata.

Prima che possa ribattere, Carol si avvicina a me e cerca di salvarmi da quella situazione poggiando una mano sulla mia spalla, alzo gli occhi e vedo il suo volto.
«Coraggio lo spettacolo è finito. A rivederla Neymar è stato un piacere.»
Dice Carol chinando il capo in segno di saluto, sorridendo.
«Piacere mio.»
Risponde lui alzando un braccio in segno di saluto e concludendo con un sorriso smagliante.
Dopo aver ascoltato la conversazione tra i due faccio una smorfia con la bocca disgustata.

Neymar se ne accorge e ammicca un sorrisetto divertito.
Ci guardiamo un'ultima volta prima di voltarmi, lui non mi aveva tolto gli occhi di dosso nemmeno per un istante.
Mi allontano scortata dalla mia manager che non sembra avere nessuna intenzione di parlarmi.
<<Carol come fate a conoscervi?>>
<<Conosco molti dei personaggi presenti in studio. Per chi mi hai preso? In oltre mi occupo di molte altre ragazze come te, alcune di quelle che ho lanciato nel mondo della moda godono di una certa fama tra le giovani adesso>>
Risponde con molta serietà.
<<Quindi vi conoscete?>>
<<Ho già scambiato qualche conversazione con lui, opero spesso in questo studio e..>>
<<..E di Paulo? Sai dirmi di più?>>
Si volta verso di me.
<<Giorgia ti consiglio di stare lontana da questi personaggi, prima vengono i tuoi impegni lavorativi>>
Sbuffo sentendo questa risposta.
<<Posso sempre provare a fissarti un servizio fotografico vediamo...>>
<<Davvero Carol?>>
Mi si illuminano gli occhi.
Lei ride.
<<Certo che no! Stavo solo scherzando!. Cioè, almeno per ora sarebbe una cosa difficile! Piuttosto quasi dimenticavo.. supervisionerò personalmente i tuoi profili social. Fa parte del lavoro>>
Roteò gli occhi.

Fuori dalla sede c'è un taxi che si ferma davanti a me.
«Bene. In perfetto orario»
Esordisce Carol guardando l'orologio.
Saliamo sul taxi e ci avviamo in direzione dell'hotel.

Per un sortilegio d'Amore - Paulo Dybala 21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora