Lui si alza senza dire nulla ed esce dalla cucina salendo le scale per andare in camera sua.
Wow, mi aspettavo tutto fuorchè questa reazione. Ha deciso di ignorarmi allora... Dio fa male. Il mio cuore è appena andato in mille pezzi per l'ennesima volta. Solo che un oggetto già rotto e di aggiustato troppe volte dopo un po non si può più ricomporre.
Mi stendo a terra cominciando a singhiozzare, tento di soffocare la voce coprendomi la bocca con la manica.
-T-ti odio Levi! Riesci sempre a farmi cambiare idea su tutto sai?- grido in modo che mi senta.
Mi rialzo a fatica dopo essermi sfogato a dovere. Non ho nemmeno più fame, cosi butto via la pasta e pulisco la pentola.
Entro nella stanzetta con il pianoforte e mi siedo di fronte allo strumento. Questo per me è l'unico e vero modo per sfogarmi sul serio. Le mie mani si appoggiano sui tasti e inzio a suonare Imagine di John Lennon.
Era una delle canzoni preferite di mia mamma, e anche io la adoro per il significato che trasmette. È cosi dolce e triste allo stesso tempo. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare da ogni singola nota nei ricordi più nascosti della mia mente...
Vedi Eren? Non devi schiacciare troppo i tasti e tieni le braccia e le spalle rilassate!
-Ma mamma, io non ce la faccio! Sbaglio sempre, non riesco mai a fare nulla di giusto!
-Tesoro, nella vita si impara! Vedrai che una volta che le tue mani hanno imparato i movimenti, sarà tutto più facile!
-Uffi... Mamma ho fame!-
-Non cambierai mai! Vieni qua cucciolo, iniziamo a fare i biscotti!
-m-mamma dove sei ora? Perché non mi abbracci e mi dici cosa devo fare? Non capisco più nulla ormai, sono totalmente in confusione e sto male. Aiutami ti prego!- sussurro alzandomi e salendo nella mia camera. Tiro fuori i quaderni dallo zaino e comincio a fare degli schemi per geografia. Non presto molta attenzione a quello che scrivo, sono troppo concentrato altrove.
๒๒๒๒๒๒๒๒๒ passa una settimana
La mattina Armin mi passa a prendere e arriviamo a scuola. Sto passando notti terribili a causa di Levi, non lo sopporto più. In mezzo a tutti questi studenti mi manca l'aria cosi vado nel retro della scuola, dove ci sono quattro o cinque ragazzi appoggiati al muro.
-Hey amico, ti vedo giù! Prova questa, vedrai che starai meglio!- dice uno porgendomi una strana sigaretta, che non è una sigaretta. So benissimo di cosa si tratta, il mio passato mi ha fato un'ampia conoscenza in fatto di droghe.
-Faccio solo qualche tirata fra, che dopo se ne accorgono- dico rivolgendomi ai professori. Appoggio la sigaretta alla bocca e inspiro lentamente lasciando che il fumo penetri a fondo nei miei polmoni. chiudendo gli occhi. Quanto mi era mancata questa sensazione di leggerezza...
Ma i miei pensieri vengono interrotti da una voce che mi chiama. O meglio, che urla il mio nome.
-Eren!- giro la testa e vedo Levi con gli occhi sgranati e i pugni serrati che viene verso di me.
Lo ignoro completamente ricominciano a fumare, ma a lui questa cosa non piace e mi strappa la sigaretta dalle labbra ridandola ai quattro ragazzi, che vengono fulminati dal suo sguardo.
Mi prende per il polso e entriamo dentro la scuola. Però non andiamo nella classe, mi porta in uno sgabuzzino in un posto nascosto e mi spinge dentro.
-Eren perché fai cosi, cosa ti salta in mente?-
Ci metto qualche secondo ad elaborare la frase, sono completamente fatto e il mio cervello è ko.
-Perché mi fai soffrire Levi. Sto male, da quando mi sono dichiarato tu continui ad ignorarmi... Mi fai stare Male, perché ti comporti cosi con me? Cosa ho fatto di sbagliato? Perchè mi odi?- dico fiondando la mia testa tra le sue spalle e cominciando a piangere.
-Eren, io non ti odio, non potrei mai odiarti. Sei mio fratello!- esclama
-Idiota! Non capisci che tu per me non sei un fratello!- grido.
-F-fin dal primo momento in cui ti ho visto, t-tu mi hai colpito subito. Ho sempre voluto sapere perché avessi un carattere cosi freddo e distaccato, la tua storia, il significato dei tuoi disegni su quei fogli di taccuino... io voglio sapere tutto di te Levi, perché mi piaci!-
Mi siedo a terra trascinandomelo dietro. Gli sollevo il viso e scontro le mie labbra con le sue. Non mi importa se siamo messi in posizioni scomode, l'importante è sentirlo su di me.
-T-ti amo Levi...- sussurro sulla sua bocca. Lui approfondisce il bacio mettendo le sue mani dietro i miei capelli e tirandomi verso di lui. Ci stacchiamo appena ci manca il respiro e contemplo il suo viso ancora tra le mie mani. Anche lui ha le guance bagnate per colpa delle mie lacrime e lo abbraccio.
-S-scusa- balbetto spostandomi da lui e uscendo da quello sgabuzzino infernale.
Che cosa ho fatto...