Helena controllò il proprio battito accelerato respirando a fondo.
«Voi lì» indicò la parte del grande letto più prossima alla finestra, «io di qua. Così eviteremo qualsiasi tipo di inconveniente.»
«A quali inconvenienti vi riferite, miss Burren?» la provocò Rafe con un sorrisetto.
«Lo sapete» tagliò corto lei, appoggiando la valigia sulla sua parte del letto e aprendola. «Adesso voltatevi, così potrò spogliarmi in pace.»
Rafe aggrottò la fronte, il sorriso scomparve dalle sue labbra. «Intendete cambiarvi d'abito?»
Gli si seccò la gola.
Lei gli diede le spalle. «Naturalmente. Non lascerò che la vostra presenza mi inquieti al punto da rinunciare alle comodità di una buona camicia da notte.»
Rafe, suo malgrado, sorrise. Quella donna era estremamente tenace, e non si rendeva conto di sfidarlo a cuore aperto con quelle sue affermazioni. Tuttavia lui avrebbe mantenuto la promessa fatta a se stesso: non l'avrebbe sfiorata neanche con un dito. Quando lei allungò le mani dietro la schiena per slacciare i primi bottoni del vestito, però, cominciò ad avere qualche dubbio sul fatto di riuscire a tenere a freno il desiderio. Dimenticandosi di voltarsi rimase a guardarla, sperando che lei non se ne accorgesse.
«Nel frattempo, signor Ellington, potete raccontarmi qualcosa di voi e della vostra vita. Del lavoro che fate, ad esempio.»Per fortuna Helena non si era resa conto che lui, torcendosi le dita, le stava fissando la schiena. Era consapevole che non avrebbe dovuto guardarla, perché era promessa in sposa a un altro uomo e la situazione in cui si trovavano era oltremodo sconveniente, soprattutto per lei, ma Helena Burren possedeva un fascino misterioso e... irresistibile. Lo stava attirando lentamente nella sua tela e Rafe dubitava che, se si fosse lasciato coinvolgere, ne sarebbe uscito illeso.
«Sono un uomo comune» le rispose sperando che lei non notasse il desiderio nella sua voce. «Prima che lo chiediate, mi trovo spesso a dover scortare giovani donne dall'altra parte del paese per una miserevole somma di denaro.»
Contro ogni previsione Helena rise, mentre si lasciava scivolare le maniche dell'abito lungo le braccia. Sotto indossava il corsetto stretto sopra a una leggera camiciola di seta. Seta. Doveva costare una fortuna, considerò Rafe costringendosi a distogliere lo sguardo dalla pelle morbida che si intravedeva al di sotto del tessuto.«Non prendetemi per una sciocca, vi prego. So benissimo di essere la prima donna nella mia situazione a capitarvi tra le mani.»
«In passato ho accompagnato solo vecchi e uomini d'affari, avete ragione» le fece eco lui ridendo.Afferrando i lacci del corsetto, Helena cominciò a tirare per scioglierli ma, a metà strada, si fermò e si girò verso di lui. Quando si accorse che Rafe non si era voltato ma, anzi, la stava fissando con occhi penetranti, le sfuggì un gridolino strozzato.
«Vi avevo detto di voltarvi!» sbottò. Afferrò le pieghe dell'abito che le era scivolato fino alla vita e le rialzò per coprirsi il busto. «Siete un... »
«Perdonatemi, miss Burren, ma il panorama era fin troppo affascinante per non attirare la mia attenzione.»Le guance di Helena si imporporarono, donandole un aspetto ancora più innocente del solito. Rafe avvertì una fitta al basso ventre mentre posava lo sguardo sulle sue labbra. Erano piene, rosee e invitanti, e gli stavano chiedendo di essere baciate anche se Helena non se ne rendeva conto.
«Voltatevi, subito!» ringhiò la ragazza fulminandolo con lo sguardo. Helena sospettava che lui fosse un uomo sempre abituato ad averla vinta, ma lei non era da meno. «So che cosa state pensando di fare e vi sbagliate di grosso se pensate che ve lo permetterò. Vi prenderò a pugni, urlerò e scalcerò fino a quando qualcuno non accorrerà in mio aiuto e allora finirete in prigione per le vostre molestie!»
Insolitamente, le parve di notare un lampo di divertimento negli occhi azzurri di Rafe che si portò una mano al collo e iniziò a sbottonarsi la camicia. «Non posso credere che abbiate pensato questo di me, Helena. Sono un uomo d'onore, a dispetto di ciò che potrebbe sembrare. Non mi azzarderei mai a toccare la promessa sposa di qualcun altro nemmeno con un dito.»
«Sono la signorina Burren per voi, signore» lo rimbeccò lei sollevando il mento. E voi farete bene a restarvene al vostro posto.»
Non poteva permettergli di prendersi certe confidenze, o fargli capire quanto il fatto che la chiamasse per nome le facesse correre lunghi brividi lungo la schiena. E non di freddo.Non aveva mai visto tanta pelle scoperta in un uomo. A dire il vero non aveva mai visto un uomo che non fosse suo padre e gli stallieri della tenuta, ma nessuno di loro si era mai spinto tanto oltre. Il collo e il petto di Rafe sbucavano dalla camicia semiaperta; la pelle sembrava naturalmente abbronzata, con muscoli ben costruiti e solidi e... Notò l'ombra leggera di una cicatrice che lui si affrettò a coprire voltandosi di lato.
«Vi piace lo spettacolo, miss Burren?»Lei avvampò, ma obbligò se stessa ad abbozzare un sorriso. «Non più di quanto a voi deve essere piaciuto il mio.»
Touche, pensò Rafe con ammirazione. Helena era davvero astuta, dotata di una sincerità tagliente, era spiritosa, affascinante, intelligente... E bellissima. Rafe non credeva di aver mai visto una donna tanto bella. Certo, nei suoi ventisette anni aveva incontrato tante donne ammalianti, ma nessuna di loro possedeva l'aurea di freschezza e purezza di Helena. Lei era innocente, e lui lo sapeva. Lo capiva da come sorrideva timidamente, dalla dolcezza dei suoi occhi di smeraldo, dal modo in cui era arrossita quando l'aveva sorpreso a guardarla. E, cosa non da poco, era talmente bella da togliere il fiato, e non se ne rendeva conto.
Il mormorio di Helena arrivò alle sue orecchie con un certo ritardo, perso com'era a meditare sulla sua compagnia. «Come dite?»
«Il corsetto» balbettò lei con timidezza. «Ecco, non riesco a... I lacci sono troppo stretti.»Rafe intuì che cosa intendesse dire, e il desiderio si accentuò troppo rapidamente mentre la ragione gli imponeva di restare fermo dov'era e di coricarsi a letto. Ma non lo fece, decidendo invece di seguire gli impulsi primitivi del suo corpo.
«Volete che vi aiuti?»
Helena fissò un punto davanti a sé, prima di annuire timidamente. «Badate bene che non si dovrà più ripetere, chiaro?»
«Se aveste indossato un corsetto meno stretto, miss Burren, a quest'ora non avreste avuto bisogno di fare un tale avvertimento.»
«Io... »
Helena tacque, mentre lui si avvicinava lentamente. Rafe prese un respiro profondo, deglutendo forte e, quando sfiorò con le dita la sua schiena, la sentì irrigidirsi sotto il suo tocco. «Sapete, forse è meglio che faccia da sola... »
«Avete appena chiesto il mio aiuto, miss Burren, e questo significa che non ci riuscirete da sola.»
«Non importa» fece lei sottraendosi al suo tocco. «Dormirò con il corsetto.»
Rafe emise un gemito roco. «Smettetela di comportarvi come una ragazzina e lasciate che vi aiuti.»Prima che lei potesse replicare, le sue abili mani afferrarono i lacci del corsetto e cominciarono ad armeggiare per sciogliere i nodi intricati. «Chi diavolo vi ha mai fatto dei nodi tanto stretti?» borbottò.
«La mia domestica» rispose Helena sotto voce. Il contatto con le mani di Rafe le stava incendiando la pelle sotto la stoffa della camiciola, espandendosi in ogni parte del suo corpo, compresa quella nascosta fra le cosce. Lei non se lo spiegava; come poteva, il leggero tocco di un uomo, suscitare tali sensazioni? Come poteva, Rafe Ellington, farle battere il cuore più forte solo pronunciando il suo nome?«Ecco fatto» sussurrò lui, sfiorandole il collo con il respiro. «Ora dovreste togliervi il bustino, miss Burren.»
Helena si ritrovò stretta tra le sue braccia, quando Rafe le allungò per scioglierle i lacci sul davanti. Tremò, mentre un calore ardente si diffondeva tra di loro e permeava tutta l'area circostante.«Avete paura» riconobbe lui con uno strano tono.
«No.»
La sua risposta affrettata lo smentiva, però.
«Bugiarda» sussurrò Rafe, procurandole piccoli brividi alla base del collo. Il suo cuorr batteva forte, al ritmo delle parole di lui. Rafe armeggiò ancora un poco con i lacci e poi diede un ultimo strappo.«Che cosa state pensando, miss Burren?»
«Che dovete allontanarvi da me all'istante» sussurrò lei trattenendo il respiro. L'aria era diventata troppo calda, e lei non riusciva quasi a respirare per l'ardore che il corpo di Rafe dietro di lei emanava. «Per favore.»Rafe, suo malgrado, si costrinse a considerare che era la cosa giusta da fare e indietreggiò di qualche passo. «Buon riposo, Helena.»
Lei non lo rimproverò per averla chiamata per nome. Avvertì l'assenza delle sue mani come un pugno doloroso, e si scoprì a desiderare che Rafe tornasse e la stringesse di nuovo.
Che cosa peccaminosa stava pensando!
La sua povera madre si sarebbe rivoltata nella tomba se avesse assistito a una scena del genere, se avesse saputo che sua figlia aveva permesso a un uomo che non era suo marito di slacciare il suo corsetto.«Domani ci aspetta una giornata più faticosa, dal momento che viaggeremo su un carro.»
Helena non lo sentì nemmeno, persa com'era a meditare su ciò che era appena avvenuto. Indossò la sua camicia da notte di seta beige e si infilò nel letto, tenendosi il più distante possibile dall'uomo che le aveva suscitato tante emozioni potenti con la sua sola presenza.
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- IN REVISIONE - Cuore selvaggio
RomanceHelena Burren non sa nulla del mondo al di fuori del palazzo in cui è sempre vissuta. Così, quando, dopo la morte di suo padre, sua zia la informa che il vecchio l'aveva promessa in sposa ad un ricco aristocratico lontano dalla sua terra, il Devonsh...