La prima volta che si erano amati, Helena si era sentita felice come non lo era mai stata. Appagata, sognatrice, libera. Quella volta, tra le braccia del suo amore che aveva creduto perduto, si sentì definitivamente completa. Davvero completa. Lui le aveva donato una nuova vita, regalato nuova aria pulita, e lei poteva ora tornare a respirare.
Baciò una a una le sue dita, le dita di Rafe che si era addormentato, e sorrise, col capo appoggiato sul suo petto nudo. E così si addormentò, cullata dal suo respiro regolare e dal conforto della sua pelle. Pensò che niente avrebbe più potuto farle del male. Con Rafe nemmeno il pensiero dell’amore malato di suo marito la sfiorava più. Bayard era solo un pensiero lontano. Con Rafe non temeva più nulla. Con Rafe, davvero, andava tutto bene.***
Sentirono le grida di una ragazzina venire verso di loro, e poi videro la testa bionda emergere dal folto della vegetazione. Helena, che si era appena rivestita, dopo essersi svegliata, sgranò gli occhi. «Kate?» urlò in risposta, sfuggendo involontariamente alla presa di Rafe, che, colmo di terrore, aveva cercato di fermarla dal correre verso di lei. Kate afferrò le mani di Helena e lei si accorse che aveva gli occhi lucidi, che era pallida come un lenzuolo e respirava affannosamente. «Kate…
Si portò una mano a coprire la bocca. «Sei davvero tu?»
La ragazzina, che ormai non lo era poi così tanto, schiuse le labbra. Helena notò che i suoi occhi sembravano più grandi, erano lucidi, profondi... E la fissarono come se fossero sul punto di rilasciare una cascata di lacrime. Vedendola in quelle condizioni, nessuno l'avrebbe riconosciuta: era diventata alta, i capelli un tempo di un biondo chiaro si erano scuriti di qualche grado, e le forme… le sue forme erano diventate quelle di una donna.
«Sono io. Sono davvero io, Helena.»
La voce aveva acquisito un tono più maturo, e lei si rese conto allora che I mesi erano davvero passati, che molte cose erano cambiate e molte altre non sarebbero mai più state le stesse. Circondò il collo di Kate con slancio, lei le affondò il viso nella spalla, dando sfogo al pianto, al sollievo di rivederla, di poterla stringere ancora. Era passato così tanto tempo che aveva quasi dimenticato la morbidezza dei suoi abbracci.
«Non hai idea di quanto tu mi sia mancata, Kate» sussurrò Helena tra i singhiozzi, mentre chiudeva gli occhi e si beava del conforto di quelle braccia. Kate emise un gemito rauco, stringendola con più ardore. «Anche tu… ma, Helena, tu… »
Si voltò, e il terrore in lei si intensificò. «Tu sei in pericolo. Dovete andare via… Rafe, devi portarla via! Lui è tornato.»
Confusa, Helena si girò a cercare una risposta negli occhi di Rafe, che la fissavano incapaci di rilasciare quelle parole che gli chiudevano la gola. Non riusciva a parlare, non quando quello che avrebbe dovuto dirle era adesso così reale da bloccargli il fiato nei polmoni. «Chi è tornato, Kate?» La scosse piano, ma con urgenza, per la spalla, quando lei non rispose.
«Io sono tornato.»Quella voce le gelò il sangue nelle vene. I ricordi riaffiorarono taglienti, e il cuore prese a galoppare rapido nel suo petto, sentì il sangue pulsare nelle tempie al punto da farle dolere la testa. Avvertì la presenza forte di Rafe accanto a sé, e si sentì almeno per un attimo al sicuro. «Tom.»
Pronunciare quel nome le bruciò la gola. Lui, al contrario di Kate, non era affatto cambiato. La folta barba si era solo allungata, ma gli conferiva ancora quell’aspetto selvaggio che l’aveva sempre intimorita eppure affascinata al tempo stesso. La sua pelle si coprì di minuscoli puntini. Rabbrividì. Aveva il fuoco negli occhi e una pistola nella mano destra. «Levati di torno, bastardo» sibilò Rafe, facendole da scudo con il proprio corpo. Kate fu attraversata da uno spasmo, ma non si mosse dalla sua posizione; rimase di fronte a Helena, come se volesse proteggerla, come se nonostante la paura il suo affetto per lei fosse molto più forte. Uno strano, losco presentimento colse Helena e il cuore le mancò un battito. Perché Tom era tornato?
«Voglio solo che lei ammetta la verità» replicò l’uomo, muovendo un passo verso di loro. Fu allora che cominciò a cadere una sottile pioggerella, ma nessuno sembrò farci caso. Helena strinse gli occhi. «Che cosa vuoi?»
«Non assecondarlo, Helena» la mise in guardia Rafe, stringendole piano il polso. Non la guardò, ma lei capì comunque che era la cosa giusta. Deglutire le risultava ormai difficile. Istintivamente si portò l’altra mano a proteggere il grembo. «Vattene via, Tom.» «Voglio che tu mi dica che mi ami.»
«Mai.»
La parola lasciò le labbra di Helena prima che lei stessa avesse il tempo di averla pronunciata. L’assoluta determinazione che Tom lesse nel suo tono di voce aggiunse altro fuoco nel suo sguardo. Abbassò la canna della pistola.
«Ho detto» si avvicinò di un altro passo, senza interrompere il contatto visivo. «Dimmi che mi ami.»
Il mal di testa in Helena sembrò intensificarsi. «Non lo farò.»
Rafe la prese per un braccio e la portò dietro di sé. «Vuoi solo sentire queste parole, Tom?» La sua voce era dura, dura come una roccia. E graffiava, graffiava come le unghie di un felino. Strinse gli occhi. «Anche se non è la verità?»
«È la verità!» esplose Tom. «Diglielo, Helena, quello che abbiamo fatto nella grotta. Diglielo!» La pistola era a un centimetro dal naso di Rafe. Un sorriso sadico curvò le labbra di Tom. «Oppure lo ammazzo.»
Lei, allora, si divincolò dalla presa di Rafe e portò Kate alle sue spalle. «Non lo farai, Tom» sussurrò, cercando di mantenere un tono deciso anche se dentro, tutto urlava. «Perché tu sai perfettamente che tra noi non è mai accaduto niente.»
«Tu mi hai baciato!» ringhiò lui e la pistola vacillò nella sua mano. Il movimento attirò per un istante lo sguardo terrorizzato di Helena verso Rafe, che le rivolse un’occhiata supplichevole. Era come se le stesse dicendo di spostarsi, che si sarebbe volentieri preso una pallottola in testa se fosse servito a placare l’ira di Tom. Ma lei tornò a guardare l’altro. «Perché mi hai costretto. Avresti ferito Kate e non te lo avrei permesso.» Cercò di farlo ragionare. «Tom, è tutto frutto della tua immaginazione. Non ti amo. C’è solo una persona che amo.»
Mosse un passo verso di lui, senza togliere la mano dal proprio ventre. «E non sei tu.»
Tom sputò a terra, ai suoi piedi. «E chi è, stupida sgualdrina?»
Helena sollevò il mento, gli occhi ristretti a due fessure sottili. Non le importò che l'avesse insultata.
«Il suo nome è Rafe Ellington.»
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- IN REVISIONE - Cuore selvaggio
RomanceHelena Burren non sa nulla del mondo al di fuori del palazzo in cui è sempre vissuta. Così, quando, dopo la morte di suo padre, sua zia la informa che il vecchio l'aveva promessa in sposa ad un ricco aristocratico lontano dalla sua terra, il Devonsh...