Solito suono della sveglia, solita emozione ed ansia di leggere l’e-mail di mia sorella.
Te la passi bene a quanto pare, eh! Tutti ragazzi! Ahahah Non sai quanto vorrei essere lì adesso. Con te. E partecipare ad ogni tuo concerto ovunque sia. E ne sono certa. Sono certa che la folla vi acclamerà, che tu ce la farai anche senza il mio aiuto. Che riuscirai a trovare una casa discografica e di diventare famosa. Non vedo l’ora di ascoltare i brani scritti da voi. E comunque, ripeto, non te la passi male. Vorresti dirmi che Louis Tomlinson è brutto? O che non sia simpatico? Pft, finiscila. Sì, c’è il santo di Liam Payne. ( a proposito digli che lo adoro), poi gli altri non li conosco benissimo, ma sicuramente saranno tutti bei ragazzi e simpatici. Sei te che li prendi sempre in contro piede. Come Tomlinson. Tesoro, qui lo dico e qua lo nego, sei cotta di lui. E adesso finisco di scrivere l’articolo sul natale delle famiglie di Miami. Ti voglio tanto bene. A domani. Jade xxx
Ridacchiai leggendo l’e-mail. Perché si sbagliava di grosso. Erano antipatici. E Tomlinson non mi piaceva. Tomlinson. Lo avrei affrontato stamattina, se si avesse fatto vivo. Quel pensiero mi raccapricciò. Mangiai qualche biscotto poi mi diressi verso scuola. Mentre camminavo per le strade già affollate, accesi il telefono.
“Ho bisogno di spiegazioni.”
Continuava a tartassarmi. Quel pensiero. Il pensiero che lui mi aveva scoperto. Aveva scoperto il mio piccolo segreto. E adesso poteva benissimo prendermi in giro. Entrai nell’istituto, incazzata e sperando di non incontrarlo. Ma il destino non fu dalla mia parte. Aperto l’armadietto un pugno si abbatté contro quello accanto. Non ne fui sorpresa. Sapevo fosse lì. “Perché non mi hai più risposto ieri sera?” “Perché avevo ben altro da fare.” “Allora me le darai ora le spiegazioni.” “Buongiorno!” ci interruppe Hilary aggrottando la fronte, “No.” “Boo ancora con questa storia? Non sono fatti tuoi.” Ringhiò Hilary contro il fratello. “Loueh che ci fai qui?” chiese Harry dietro le sue spalle. Il suo sguardo puntato ancora sui miei occhi. Senza potersi dar pace. “Stavo concludendo una faccenda.” “O aprendo. Dipende i casi.” Sputai chiudendo l’armadietto, provocando un rumore assordante. Mi rintanai in classe, Hilary mi seguì in silenzio. Si sedette, non fece domande. Poco dopo entrarono tutti e iniziammo la lezione. “Devine 9. Tomlinson 6. Malik 7. Pierce 8. Dover 8…”. La prof di matematica stava consegnando i compiti. Un’ansia incredibile. “Scott 5.” Merda. “Taker 4.” Cazzo. “Perché a lei cinque e a me quattro?” “Perché non sai nemmeno copiare.”. Hilary bisbigliò sottovoce un vaffanculo. Io ridacchiai. “Perché qualche giorno non vi riunite, Scott, Taker e Devine? Matt vi aiuterebbe molto.” “La ringraziamo per il consiglio, ci penseremo.” Rispose Hilary da parte di tutte e due. Io le diedi una gomitata prima che potesse parlare troppo. La tortura finì dopo le cinque ore. Ma forse la vera tortura doveva ancora iniziare. Stavo tornando a casa, come al solito, stavolta da sola. Quando sentii qualcuno, quasi un’ombra dietro di me. Mi girai di scatto, ma non vi era nessuno. Non essere patetica, Emi. Di cosa avevo paura? Non potevano ammazzarmi perché mi autolesionavo. Arrivai a casa ed entrai chiudendo la porta. Adesso mi sentivo salva. Mangiai qualcosa. Ma quel qualcosa si rivoltò dentro il gabinetto. Che stava succedendo? Questa insufficienza non ci voleva. Non mi ero mai buttata così in basso per un voto. Ma non era solo il voto. La mancanza di mia sorella. Il pensiero assillante che mi ruotava in testa da ore. L’insufficienza in matematica. Adesso è troppo. Davvero troppo. Così troppo da esplodere. Non mi sarebbe bastata un’e-mail. Adesso avevo bisogno di ben altro. Presi il mio tesoro, stavolta convinta. Uscii una lama. La guardai per bene. Avevo bisogno di sentirla tagliare la mia pelle, far uscire il sangue, e sentirmi di nuovo bene. Per poi ristare male. Ma in quel pomeriggio di Dicembre qualcosa fece aspettare il mio rito.
“Scott xxx”
Liam Payne.
Liam
Eravamo tutti a casa mia. Avevamo finito di studiare, per quello che si possa definire studiare. Eravamo tutti e cinque i ragazzi. Chi buttato sul mio letto, chi sul divano, chi a giocare alla play. Chi, come me, messaggiava interrottamente. “Ma con chi parli, Payne?” “Amica…” “Uhuh, Liam Payne e la sua nuova fiamma! Parlaci di lei.”. Sti quattro non avevano capito proprio niente. Ma niente, niente. “E’ una mia amica.” “Come si chiama?” Non avevo intenzione di rispondere. Neanche per sogno.
“Payne :)”
“Da tanto che non parliamo…Mi mancano le nostre chiacchierate..”
“Anche a me, Payne. Più di quanto immagini.”
“Allora, come stai?”
“Male, Payne. Fottutamente male. Tu?”
“Non lo so. Non so proprio come sto. Che succede?”
“Mia sorella, non c’è. Il tuo amico mi tartassa. Faccio schifo in matematica. Penso vada tutto a meraviglia :)”
“Il mio amico?”
Di chi parlava? Che stava succedendo? “Payne, ma ti sei innamorato?” Louis continuava a stuzzicarmi, “Finiscila Lou. Non sono innamorato. Sto parlando con… con un’amica di cui non te ne deve fottere un cazzo.” “Cazzo Payne, stai calmo.”. Che mi prendeva?
“Louis. Penso abbia scoperto che mi taglio.”
“EH? Come?”
“Non ne ho la più pallida idea…So solo che lo sto per rifare. Un’ennesima volta.”
“No. Ti prego Emi. Non lo fare. Non stavolta.”
“Liam, non ce la faccio più. Ne ho un bisogno irrefrenabile.”
“Non puoi. Ti prego.”
“Payne, vai a prendere qualcosa da mangiare? Ci siamo finiti le patatine.” Disse il biondo ridendo, “E magari anche qualcosa da bere.”. Lanciai il telefono sul letto e mi diressi in cucina.SPAZIO AUTRICE
Scusate per il piccolo problema, ma non so proprio come sia potuto accadere. Spero che almeno stavolta si possa vedere. A presto ♥
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Hidden Love
Fanfiction"Era davanti a me. Era cambiato. Non era più il ragazzo sbarbatello di una volta. Era un uomo."