Matt
Avevo bisogno del bagno. Quello a piano terra era occupato, così salii a primo piano. Misi la mano sulla maniglia, quando un’altra mano si posò sulla mia. “Uh, scusa.” Dissi spostandomi. Era Liam. “Vai prima te, aspetterò qui.” Disse sorridendo. Agisco. Non agire. Voglio agire. Non lo fare. Non sei capace. “Farò la figura dell’imbranato, ma non posso più aspettare. Che si fotta il tempo.”. Lo presi con la forza, lo sbattei alla porta, e lo baciai. Lo baciai come se non ci fosse un domani. Perché per me il domani, forse, non ci sarebbe stato. Perché sicuramente mi sarei pentito di averlo baciato. Perché adesso staccandomi sarà sconvolto. E non mi rivolgerà nemmeno la parola. Ma io ne avevo un bisogno irrefrenabile. “E adesso scusami.” Dissi aprendo la porta del bagno, senza guardarlo in faccia. Non volevo vederlo. Non volevo vedere la sua espressione. Dopo 10 minuti (il tempo per farlo andar via) uscii. Ma voltandomi, notai che era ancora lì. “Finalmente.” Disse guardandomi. “S-scusami Liam…” “Rifallo.” Quasi mi pregò, “No… Liam…”. Non ebbi il tempo di concludere la frase che si scaraventò su di me e mi baciò per la seconda volta. Adesso penso di essere in paradiso.
Io
“Emi! Lou! Ma che cazzo fate co sto freddo qui fuori?”. La voce di Hilary ruppe quel sognare meraviglioso, “Dai che andiamo a brindare. Alzate quel culo da lì.” Ci gridò. Ci alzammo e ritornammo dentro. I calici erano pronti, la bottiglia di champagne era nelle mani di Zayn. La scecherò leggermente prima di dire il discorso trionfante, “SPERO CHE QUESTI CONCERTI VADANO IL MEGLIO POSSIBILE E CHE… ALMENO UNA CASA DISCOGRAFICA VENGA DA NOI. QUINDI… VIVA GLI…” si fermò un attimo pensando. Non avevamo un nome “ZAYN NON ABBIAMO UN NOME!” gridò Louis ridendo, “VIVA NOI!” gridò prima di far saltare il tappo della bottiglia e bagnarci tutti con lo champagne. Festeggiammo fino a tarda notte, prima di tornare a casa, quasi ubriachi. “Vieni da me a dormire?” mi chiese Hilary traballando un po’. L’afferrai con forza prima che cadesse, “Sì, certo. Andiamo” “Oh dai… sono grande e vaccinata. Ce la faccio da sola.” Disse prima di spostarmi e cadere a terra, “Hilary!” cercai di farla alzare da terra, ma non ci riuscii. “Una mano?”. Alzai gli occhi e vidi i suoi. “Se non sei tanto ubriaco, sì, grazie.” Dissi cercando di trasportare Hilary. La prese in braccio e si diresse verso l’auto. Lo seguii. “Prendi le chiavi?” “Che sono…?” “Tasca destra del giubbotto.”. Infilai la mano nel suo giubbotto e ne uscii le chiavi. Aprii la macchina e posò con gentilezza Hilary nei sedili posteriori. “Capita ogni volta…” disse mettendo in moto, “Che cosa?” “Che mia sorella si ubriachi e che devo essere sempre io quello che deve portarla in braccio a casa…” “Il suo principe azzurro, no?” dissi ridendo, “Ma col cazzo…Adesso mi tocca anche portarla su.”, “ Perché non provi a rinfrescarle la faccia con un po’ d’acqua fredda?” “Diventa una belva…”, “A fin di bene…” dissi ridendo. Arrivammo sotto casa e la prese in braccio. Hilary non riusciva neanche a stare in piedi, tra un po’ nemmeno a parlare. “Portala su.” bisbigliai. La portò al piano superiore senza far tanto rumore, “Hai ragione. Meglio darle una rinfrescata.”. La portò in bagno e fece entrare anche me. Poi chiuse la porta. Cercammo di bagnarle la faccia il più possibile, anche se ogni volta che l’acqua colpiva il suo volto si metteva a gridare. Si riprese, fortunatamente, e riuscì ad arrivare in camera sua da sola. “Ci siamo riusciti..” dissi sospirando, “Già…” sorrise, “Sto morendo di sonno…” “Sono le due…” mi indicò ridacchiando, “Cazzo…” ridacchiai prima di “Buona notte!” bisbigliare, schioccandogli un bacio sulla guancia, “Notte!” rispose sorridendo. Tornai in camera di Hila, addormentandomi per come ero vestita sul caldo e comodo letto.
“Hilary! Emi!” le grida di qualcuno mi svegliarono quella mattina. “TAPPATI QUEL BECCO.” Gridò Hilary affondando la faccia nel cuscino. La puzza di fumo stordì il mio olfatto, abituato ormai a sentire quell’odore di pulito, “Stai dando fuoco a qualcosa?” chiese Hilary, “Dai alzatevi.”, “Te ne vuoi andare?” stavolta fui io a parlare, “Non mi comandi.” Rispose lui. Lo sentii ridere. Un ridere soffocato. Vidi Hilary voltarsi e tirargli un cuscino in faccia “Apri di nuovo quella bocca e ti uccido.” “Alzatevi.” Disse ridendo. Hilary si alzò e si ci scaraventò di sopra. Risi prima di girarmi dall’altra parte del letto. Non ebbi nemmeno il tempo di girarmi che il mio telefonò squillò. Non guardai nemmeno il display e risposi. I due si fermarono di fare i cretini. “Pronto?” , “Emily!”. La voce che non sentivo da quel pomeriggio. Quella voce che era difficile da sentire. “Jade.”. Erano giorni che non ci mandavamo e-mail. Non so il perché. Ma era come se in quel breve periodo non avevo avuto bisogno di lei. “Come stai?” mi chiese con una voce abbastanza tranquilla, “Bene. Tu?” “Bene… Sono giorni che non ci sentiamo.. dovresti aggiornarmi sulle novità, non credi?” la sentii ridere, “Domani ho il compito di matematica, martedì dovrei fare la valigia, mercoledì parto.” Dissi tutto in fretta, “Mh… e nessun’altra novità?” “Quella che mi deve dire delle novità sei te.” dissi io un po’ scocciata, “Hai ragione… Che ne dici di tornare a scriverci quelle brevi e-mail in cui ci raccontiamo tutto quello che succede?” “Penso sia un’ottima idea..” sorrisi, “Allora, ci sentiamo presto?” “Prestissimo.” “Ciao tesoro, ti voglio bene” “Anche io”. Chiudemmo la chiamata, prima che Hilary si buttasse sul mio letto, “Chi era?” “Il mio ragazzo, adesso levati.” Dissi tornando a dormire, “Il tuo ragazzo? E non mi racconti niente?” “Dovrei raccontarti sempre tutto?” dissi affondando la testa nel cuscino, “Certo. Sono la tua best.”, “E’ bello, talentuoso e muscoloso.”, “Allora? Ci alziamo? Non sapete cosa vi aspetta giù.”. Stavolta mi alzai senza fare tante storie e scesi insieme a quei due. “Cioccolata calda for everybody!” esclamò Lou entusiasta. “Cazzo Lou, quando fumi almeno, potresti uscire fuori? Tutta la casa fa puzza di fumo.” “Fa freddo stamattina.” “E allora non fumi. Dio.”. Louis alzò gli occhi al cielo prima di farle una smorfia. “Stamattina si studia.” Le dissi, “Che cosa?” “Matematica.”, “Nooo”, “Dovremmo chiamare Matt.” “Ma… a proposito… che fine ha fatto?” “Cazzo. Matt.”. Presi subito il telefono e lo chiamai, “Matt?” “BUONGIORNO A TOUT LE MONDE!” “Che ti è successo?” “Non credi che questo giorno di inverno sia uno fra i più belli?” “Veramente a me fa schifo, proprio come tutti gli altri. Ma perché dovrebbe essere il più bello?” “Perché… perché te lo racconto dopo.”. Era felice. Si sentiva dalla voce che non era cupa, come al solito, ma era gioiosa. “Senti…Ti va di venire a casa di Hilary a ripassare Matematica?” “Certo! Arrivo subito!”. Chiuse la chiamata senza salutarmi. “Penso sia ancora ubriaco…” dissi posando il telefono, “Vi dispiace se mi aggrego a voi a ripassare matematica?” chiese Louis, “Ti informo. Studiare con Matt è una vera tortura.” Disse Hilary bevendo la cioccolata fumante, “Mi sacrificherò.”.
“A te risulta?” chiesi sbirciando nel foglio di Lou, “No.. a te?” “No..” dissi buttandomi sul tavolo, “No, vabbe… Risulta a me e non a te?” mi chiese Hilary, “Fanculo…” dissi guardandola male, “Fa vedere..”. Matt prese il foglio e poco dopo trovò l’errore, “Hai sbagliato segno.” Disse prima di ridarmi il foglio, “Tu?” chiese a Louis. Gli diede subito il foglio e dopo nemmeno un minuto trovò l’errore anche lì “Hai sommato al posto di sottrarre.” “Cazzo…” “Menomale che ho Matt come compagno di banco, almeno posso copiare… sempre se non ci divide…” dissi io aggiustando l’espressione, “Io sono con mia sorella… che… ammettiamolo, di matematica non ne capisce un tubo!” esclamò Louis, “Infatti si vede come a me risulta e a te no.” Si vantò Hilary. Poco dopo suonò il telefono di Matt, “Scusate…”. Lo guardai alzarsi e uscire fuori. “Avrà trovato l’amore…” disse Louis subito dopo che Matt scomparisse dietro la porta, “Credo di no…è una situazione complicata la sua…” “Gli piace Hope?” “No!” “E allora non è complicata…credimi…”. Risi alla sua risposta, per poi continuare “Ma se è come dici tu, le cose si fanno interessanti…” dissi ridendo. Poco dopo tornò dentro con un sorriso stampato in faccia e si sedette al suo posto. Mentre lui sfogliava il libro di matematica, noi lo fissavamo. Quando si accorse che lo stavamo fissando ci rivolse lo sguardo, “Due sono le cose.” gli dissi, “O ci racconti per tua volontà come stanno le cose , o…ci racconti per nostra volontà come stanno le cose.”, “Dovrei aver paura?” chiese lui incrociando le braccia sul tavolo, “Sì…” rispose il ragazzo vicino a me, “C’è troppa gente…”, “Se la troppa gente sono io, vado via eh!” disse Louis alzandosi. Matt lo guardò prima di guardare me, “No, no.. rimani...”. Louis tornò al suo posto, “Niente… mi sono innamorato e…” “E…?” chiesi io, “E le cose mi vanno bene!” “Cioè lei ci sta.” Disse Louis. Matt mi guardò, e sorridendo “Sì.” Rispose, “Grandioso! Non sapevo i miei vestiti facessero colpo così in fretta.” Lo guardai male, “Cioè… che Matt facesse colpo…” ridacchiò nervosamente, “Sì, ok, però la vita privata dopo. Dobbiamo ripassare.” Ci incitò Hilary, stranamente.
SPAZIO AUTRICE
Bellezze! Grazie per il vostro supporto! ♥ Volevo informarvi che in questo mese, non aggiornerò spessissimo a causa degli esami :( Sono molto impegnata con la tesina, quindi mi viene difficile aggiornare. Spero vi piacccia come al solito, vi amo ♥
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Hidden Love
Fanfiction"Era davanti a me. Era cambiato. Non era più il ragazzo sbarbatello di una volta. Era un uomo."