Capitolo 14

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Mi svegliai con un forte mal di testa. Aprii gli occhi piano, sperando di trovarmi davvero su Marte. Ma invece no. Le lenzuola ancora sporche di sangue, i fazzolettini buttati a terra. Tutto come la sera prima. Mi alzai. Feci colazione e mi fermai un momento a guardare l’orario. Le 10:48. Bene. Niente scuola oggi. Ma comunque avrei dovuto studiare per recuperare quell’insufficienza in matematica. Ma a chi voglio prendere in giro? Sono ancora distrutta. Mi sento ancora umiliata. Non ce la faccio nemmeno a muovere un dito. Ma devo essere forte. Devo reagire, stavolta. Presi il libro di matematica e lo sbattei sul tavolo. Testardaggine e forza. Tutto quello che mi serviva. Cominciai a studiare. Di espressioni non me ne risultò nemmeno una, a tal punto che mandai a fanculo tutto e mi gettai sul divano. Accesi il telefono che avevo lasciato la sera prima. 2 Messaggi
Come ti senti stamattina, Emi? Liam xx”
“ Ho bisogno di parlarti. Lou”
Erano anni che tanti volessero parlarmi. Ma poi tutti insieme in una mattinata. No. Presi il computer e lo misi sulle mie gambe:
Inutile dirti che sei cretina. Ormai è troppo tardi. Io lo so che tutto questo ti sta facendo male, un male incolmabile, però devi reagire. E non lo devi fare né per me, né per loro. Ma solo per te stessa. Comincia a vivere. Vivere come le persone normali, senza problemi, anche se dietro c’è tutta una storia. La scuola, fottitene. Di tutto ciò che succede, FOTTITENE ALTAMENTE. Comincia ad essere più egoista. Testarda. Pazza. Come lo eri. E come lo sarai sempre. Anche se ti stai distruggendo. Io so che ce la puoi fare. Lo sai anche tu. Qualunque cosa succede, io sono qui, per discuterne. Anche se sono dall’altra parte del mondo, ci sono. Ci sono stata, ci sono, e ci sarò, per sempre. Non ti distruggere. Jade. Xxx
Dovevo reagire. Reagire. Devo provarci almeno. Anzi, ci stavo provando, ma c’è voluto poco per distruggermi. Chiusi il portatile e accesi la TV
“Sto venendo a trovarti. Hila xx”.
Quando mi arrivò quel messaggio erano quasi le due. Non avevo mangiato, non avevo fame. Misi un po’ apposto la cucina, per far sembrare tutto apposto, poi il campanello suonò. “Decisamente, dobbiamo parlare.” “Ciao anche a te Hila.” Dissi ridacchiando nervosamente. Le feci spazio per entrare, poi chiusi la porta. “Louis.” “Louis… che?” “Ieri sera è tornato, quasi piangendo, ripetendo più volte il tuo nome. Vorrei delle spiegazioni..” “AHAHAH Da me? E io che so che problemi ha tuo fratello?”. Non potevo dirle tutto. “Quindi tu non sai niente?” “Niente di niente.” Dissi scuotendo la testa, “Mh…quindi tu dopo quei messaggi dell’altra volta, mio fratello non ti ha rotto più?” “No, no..”, “Mh… poi Liam mi ha chiesto più volte di te. Tipo tutto il giorno. Ha problemi anche lui?” “Sicuramente…” dissi ridendo, “E per ultimo, ma non meno importante, la prof di matematica.” “Cazzo vuole quella pazza?” “ La prossima settimana, prima che partite per il tour, c’è il compito di matematica per farti recuperare, anzi farci recuperare quei bei voti. E sai che ci ha consigliato? Di studiare insieme a Matt.” “Mh… mica è male come idea… Almeno me ne risulterà una di espressione.” “Ma sei matta? Ci sta anni per spiegare quello lì!” “4 o 8?” dissi guardandola, “Vinci tu…”. Sorrisi, “Hai il numero di Matt?” “Sì…Non vorrai chiedergli un appuntamento adesso.” “No… ma da domani sì.”. Mi guardò scocciata poi prese lo zaino e si sedette sul divano.
“Giuro che se non rispondi, vengo lì e ti brucio tutto. xxLiam”
“Leeyum calmino HAHAHAHAHA”
“Finalmente. Cazzo, mi hai fatto stare in pensiero un giorno.”
“Awww”
“Ma che aw. Allora, come ti senti?”
“ Forse un po’ meglio. Forse.”
“Non mi hai ascoltato, vero?”
“No. Non ti ho ascoltato.”
“Questo perché mi vuoi bene.”
“ahahah sì xxx”
“Chi è? Di nuovo mio fratello?” “No. Payne.” “AH ECCO. DIGLI CHE NON MI ROMPE PIU’ PERCHE’ LA PROSSIMA VOLTA, DAVVERO, LO CRUCIO.” Risi, prima di terrorizzarmi.
“Dovrei parlarti, ma se non rispondi, mi complichi le cose. Lou.”
“Non c’è niente da spiegare, Lou.”
“Sì. C’è tutto da spiegare. C’è che non so che mi sia preso. Che non era mia intenzione stalkerarti, né di baciarti. Non so proprio che mi sia preso. Sono fatti tuoi, hai ragione. Spero solo non te la sia presa.”
“E’ tutto ok.”
“Senti però. O stai a messaggiare o studiamo. Due sono le cose.” “Studiamo, studiamo.” Dissi posando il telefono. Dopo aver fatto quasi tutti i compiti, a parte la matematica (naturalmente), ci sedemmo sul divano. “Ma te stai ancora con Niall?” “Non è che stiamo insieme, diciamo siamo più che amici.” “E’ simpatico.” “Visto? Io non mi sbaglio mai sui ragazzi. A parte su Zay, che avevi ragione te.”.  Sorrisi ripensando che qualche giorno prima lei si incazzava se dicevo qualche parola contro il suo Zayn. “A te non piace nessuno?”. Quella domanda mi spiazzò. Effettivamente, non sapevo nemmeno io se mi piaceva qualcuno in particolare. SUDDAI, EMI, NON VORRESTI DIRMI CHE QUEL BACIO NON TI SIA PIACIUTO. Avevo pensato a quel bacio tutta la notte, e tutto il giorno seguente. “Nah…” “Sì, certo.” “Hila?” “Per forza ti piace qualcuno. Payne?”. Fortunatamente non si ricordava di quando avevo ammesso che mi piaceva Louis. “AAAAAAH! ECCO CHI TI PIACE.” “Chi?” “MIO FRATELLO. STRONZA.”. Telepatia. “Macche...” dissi affogando le parole in una risata, “Sì, sì. La ricordo bene quella sera. Anche se ero ubriaca. A te piace mio fratello.” “Appunto, eri ubriaca…” “Ubriaca sì, ma non cretina.”. Risi. Stemmo per un po’ sul divano a chiacchierare del più e del meno. In quell’arco di tempo dimenticai tutto. Tutto quello che mi stava succedendo. Lei era l’unica, insieme a mia sorella, a farmi andare avanti. Quella sera, diversamente dal solito, cenammo insieme e poi andai a letto, sospirando, cercando di dimenticare tutto.

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