I raggi del Sole filtrano attraverso le tende bianche appese alle finestre di camera mia. La sveglia digitale poggiata sul piccolo comodino affianco al letto indica le 5:33 del mattino, oggi è una giornata importante.
Se tutto andrà bene, farò il mio primo concerto come pianoforte solista. Sono elettrizzata e terrorizzata contemporaneamente.
Mi alzo lentamente spostando di lato le coperte e vado a farmi una doccia veloce, il getto di acqua calda rilassa i muscoli rimasti rigidi tutta la notte per la tensione. Esco avvolgendomi nel mio accappatoio bianco e mi asciugo con un asciugamano i capelli castani ancora grondanti d'acqua. Torno a sdraiarmi sul letto lasciando dondolare le gambe dal materasso e mettendo le braccia sotto la testa. Fisso il soffitto della mia stanza dipinto di blu con tante piccole stelle fluorescenti. Forse un po' infantile, ma a me piace molto, anche perché è stato mio fratello a dipingerlo per me.
Osservo ogni pennellata, ogni puntino, ogni dettaglio, ma nemmeno questo riesce a distrarmi. Sono anni che mi preparo per questo momento, non so come reagirei se dovessi fallire.
Sento una voce chiamarmi dal piano di sotto, è mio fratello che vuole fare colazione con me. Non faccio caso alla abbigliamento, non l'ho mai fatto, prendo le prime cose che trovo nell'armadio e indosso una T-shirt nera dei Twenty One Pilots con un jeans e un paio di stivaletti. Scendendo
le scale riguardo le foto appese alla parete; i miei genitori il giorno del matrimonio, io appena nata e mio fratello che mi tiene in braccio, noi al parco giochi mentre ridiamo felici.
Ogni foto mi ricorda un momento importante.
Io e mio fratello viviamo da soli, i nostri genitori a causa del loro lavoro sono costretti a spostarsi continuamente, quando eravamo più piccoli io e mio fratello Dereck abbiamo cambiato scuola una decina di volte circa.
Ora viviamo in Canada, in una zona rurale, ma non troppo isolata. Fuori da questa piccola città è situato un bellissimo bosco di conifere, nel quale è sconsigliato addentrarsi da soli a causa degli animali selvatici che si possono incontrare nei sentieri. Anche se non lì ho mai visti di persona spesso si sento i lupi ululare dalle profondità del bosco.
Arrivata in cucina mi siedo sullo sgabello della penisola e prendo una scatola di cereali con la frutta. La stanza è molto luminosa grazie alle grandi vetrate che si affacciano su quel bosco che tutti da queste parti considerano tanto pericoloso.
Metto una manciata di cereali in una ciotola e inizio a sgranocchiare un biscotto che era in un piatto sul tavolo, forse è di Dereck o meglio "era", è davvero gustoso, è al cioccolato bianco e vaniglia. Strano solitamente lui non mangia dolci, li ha sempre trovati troppo zuccherati.
Io e Derek da piccoli abbiamo vissuto specialmente in paesi europei quindi non siamo abituati a mangiare il tipico cibo americano come i nostri parenti.
"Buon giorno sorellina" mi fratello mi lascia un bacio sulla guancia, il suo profumo mi invade le narici... odora di verbena e spezie, mi ricorda casa. Si siede accanto a me su uno sgabello "oggi è il grande giorno, sei pronta?"chiede versando anche lui i cereali nella tazza blu di Scooby-Doo.
" Prontissima" dico sarcastica "spero solo di non dimenticare lo spartito o sbagliare le note o peggio perdere il ritmo " dico mettendo le dita tra i capelli ancora spettinati tentando di allentare un po' lo stress che ho accumulato in questo periodo a causa dello spettacolo.
"Andrà tutto bene Lexi non devi preoccuparti, ok?" Il telefono di Dereck squilla e lui si alza per rispondere nell'altra stanza. Finisco la colazione e lascio scritto un appunto sul frigo a Dereck in cui gli dico che starò fuori per un po'. Esco di casa per incontrare la mia amica Zahra, la conosco da qualche mese, ci siamo incontrate quasi subito dopo che mi sono trasferita. Lei è quel genere di persona a cui non si dice mai di no. I suoi capelli sono la prima cosa che mi ha colpito in lei; sono di un rosso fuoco intenso. È abbastanza alta e dalla pelle molto chiara, a volte sembra fatta di porcellana. È seduta su una panchina all'ombra di un vecchio salice e ha un libro in mano che riconosco subito.
"Milioni di creature spirituali si muovono, non viste, sulla terra" dico avvicinandomi e sedendomi accanto a lei. Non posso credere che lo stia leggendo finalmente. Lei a quel punto mi guarda e risponde "quando siamo svegli come quando dormiamo. John Milton" dice posando il libro dentro la borsa.
"Non capisco perché ti piacciano questi libri, qualcosa di un po' più moderno non sarebbe meglio ?" Chiede un po' scocciata . Scuoto leggermente la testa ridacchiando.
" Amo "il paradiso perduto" perché ti fa vedere le cose da un altro punto di vista, non trovi?" Dico guardando i bambini giocare sul prato verde vicino a noi. C'è odore di rugiada ed erba appena tagliata.
"Non tentare di distrarmi: oggi è il tuo giorno il tuo primo concerto!" Dice euforica, sembra più emozionata di me. Euforica ed estroversa sono due parole create appositamente per Zahra.
"Non me lo ricordare sono già abbastanza ansiosa da sola, ed è da stamattina che tutti me lo ripetono" sospiro pensando ai messaggi di incoraggiamento arrivate dai miei genitori,mi fa piacere che se ne siano ricordati
"Hai bisogno di una mano per preparati?" La guardo accigliata
"Perché? Così non va bene?" Chiedo nella speranza piuttosto vana di un sí da parte sua.
Immaginavo che il mio abbigliamento poco elegante non le sarebbe andato a genio. Infatti mi osserva con espressione accigliata.
"Ma stai scherzando!" Urla " Oggi è il tuo primo concerto da solista bisogna che tu sia elegante e sorprendente , vieni a casa mia ti presto un vestito credo di avere quello che fa per te" dice trascinandomi per il polso per farmi alzare dalla panchina. Tento di opporre resistenza, ma anche se Zahra è abbastanza gracile quando vuole ha una forza sorprendente.
"Zahra per favore..."
"Non si discute. A proposito che ne dici di tingere i capelli?"
"No,no,no Zahra no!" Lei scoppia a ridere mentre saliamo sulla sua macchina. Più che il tipo di persona a cui non si può dire un no, ogni tanto sembra il tipo di persona che non accetta un no...
***
Dopo un intera giornata passata tra parrucchieri, truccatori e negozi di scarpe sono pronta. Il concerto inizia alle 21 quindi ho giusto il tempo di passare da casa per prendere lo spartito e poi andare, mio fratello e la mia amica mi aspettano lì. Prendo ciò che mi serve e salgo su un taxi dandogli l'indirizzo del teatro. L'ansia si diverte ad assalirmi, spero solo di non avere una crisi di panico. Ci sono milioni di cose che potrebbero andare male. Ed ovviamente la mia emotività non aiuta. Pago e ringrazio il tassista. Le grandi porte di legno di questo edificio mi porteranno ad un traguardo che aspetto da quando avevo 5 anni e scopri il vecchio pianoforte di nonna in soffitta. Non so se amarle o odiarle.
Entro, mentre continuo a farmi i film mentali su cosa potrebbe accadere, quando un ragazzo mi sbatte contro "Oh, scusami non volevo, mi dispiace..." continuo a scusarmi e indietreggio, perdo leggermente l'equilibrio a causa dei tacchi a spillo che indosso mentre mi appoggio al muro per ritrovare l'equilibrio. A quel punto alzo gli occhi sul ragazzo che mi spiazza dicendo tre semplici lettere :
"Mia"
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Alpha's Luna
WerewolfAlexis ha 17 anni, ama leggere e suonare il pianoforte, la musica le scorre nelle vene e la attrae come un flusso magnetico. Il suo grande talento per la musica la porterà ad incontrare lui. Demon, affascinante e misterioso, abituato a comandare, n...