Buongiorno belle persone.
Ebbene sì. Questo è l'ultimo capitolo. Non è dei migliori ma dovevo fare qualcosa. In pochi hanno letto il mio libro ma spero che sia stato apprezzato.
A breve comincerò un romanzo, che comincia con un avvenimento reale e continua con il frutto della mia fantasia. Si chiamerà "престъпна любов." Che significa "amore criminale" che racconta la storia di una ragazza che durante una protesta politica in Bulgaria conosce quest'uomo da cui nascerà una storia contorta con amori intrecciati.
Vi amo tanto.❤️
-Helena.*EPILOGO*
"Gianluuu" lo chiamo.
"Dimmi mamma" mi raggiunge in cucina.
"Potresti andare a prendere tua sorella a scuola per favore?"
"Va beeene"
"Grazie"
"Niente" prende le chiavi.
Gli schiocco un bacio sulla fronte e qualche minuto dopo Fede entra in salotto.
"Potevo andare io eh"
"Volevo restare un po' con te"copro la pentola e mi giro verso di lui.
"Aah capisco..." sorride avvicinandosi.
Gli metto le mano sulle spalle e lui mette le sue sui miei fianchi.
"Ma ora mi devi spiegare come fai a stare senza la maglia a dicembre" gli accarezzo il petto nudo.
"Tu mi fai venire caldo quindi la maglia non mi serve" dice a pochi centimetri dalla mia bocca.
"Ah sì?"
"Oh sì"
"Capito" sorrido premendo la bocca sulla sua.
Lo avvicino, mentre lui mi tiene stretta su di lui.
Appena ci separiamo, gli poso una mano sul viso, accarezzandoglielo.
"Ti amo tanto"
"Anch'io ti amo" intreccio le nostre dita, ascoltando il suono delle nostre fedi che si scontrano.Pochi minuti dopo, la porta si apre e Gianluca, con la sorella di dodici Irene entrano.
"Ciao" dice lei sorridendo.
"Ciao, com'è andata a scuola?" Chiede Fede sedendosi su una sedia.
"Bene" schiocca un bacio sulla mia guancia e quella di Fede.
"Fai qualcosa oggi?" Faccio i piatti e li metto in tavola "è sabato, uscite"
"Io finisco di portare la roba a casa domani, sta sera esco con Martina"dice Gianluca.
"Uuh dove andate?" Chiedo sorridendo.
"La porto a cena in un locale bellissimo"
"Capito" sorrido guardando Fede."E tu?"guardo Irene.
"Volevamo andare a cena fuori un po' tutta la classe"
"Beh quando finite di organizzarmi dimmi okay?"
"Sì"
"E voi due?" Chiedono entrambi.
"Non lo so...sarà come tutti gli altri sabati"
"Restate a casa?"
"Mi sa di s-"
"No" dice Fede guardandomi.
"Cos'hai pianificato?" Sorrido.
"Eeeh, vedrai sta sera. Voi potete stare da soli questa sera vero?"
"Sisi"
"Forse torniamo un po' tardi"
"Vabbe', siamo entrambi abbastanza grandi"
"Vero"
"Quindi stasera io e te ci divertiamo un po' " mi prende la mano.
"Dai paaaa' "
"Scusatemi eh, voglio passare un po' di tempo con mia moglie, che problema c'è?"
"Niente lascia stare"
"Ecco bravo"
Rido e prendo la mano di Fede, posandomela sulla gamba, mentre finiamo di pranzare.
Appena fatto, sparecchiamo e Irene lava i piatti.
"Brava" le schiocco un bacio.
"Grazie" sorride.
Osservo quel sorriso, identico a quello di Fede con quelle due fossette ai lati e quelle labbra non troppo grandi né piccole.
Usciamo dalla cucina, Gianluca in camera sua e io finisco di pulire in casa.
"Vuoi una mano?"
"Sì" dico piegandomi per pulire lo specchio.
"Cosa devo fare?" Si mette dietro di me ridendo, mi prende dai fianchi e si appoggia sul mio fondoschiena, guardandomi mordendosi il labbro e con malizia.
"Fede" rido.
"Dimmi" si appoggia ancora di più, spingendomi contro al vetro.
"Dai" sorrido " devo finire"
"Sicura?" Mi accarezza il corpo.
"Tra poco se ne vanno entrambi, potremo avere del tempo per noi due"
"Ma sono ancora qui"
"E quindi?"
"Quindi non possiamo fare niente"
"Daiii" mi alza e mi tiene stretta contro di lui.
"Fede"
"Giuliiii"
"Hey" mi giro e gli prendo il viso in mano."non adesso okay?"
"Dai solo un pochino...qualche bacetto" mi ruba un bacio "qualche carezza" mi passa una mano sul fianco "qualche minuto da concederci"
"E va bene" sorrido avvolgendogli le braccia attorno al collo. "Poco e silenziosamente okay?"
"Siiiì"
"Bravo"Si morde il labbro avvicinandosi a me, poi mi prende bene per i fianchi e mi bacia.
Gli prendo il viso e lo avvicino, mentre lui mi prende in fianchi e mi mette a sedere sulla lavatrice.
"Quanto tempo che non ti sentivo mia per davvero"
"Già" sorrido sulle sue labbra.
Si separa dalla mia bocca e passa al mio collo, annusandolo e sfiorandolo con le labbra.
"Hai un profumo buonissimo"
Mi lascia dei dolci baci sul collo, accarezzandomi i fianchi e le cosce.
Sorrido, poi gli prendo la testa e lo guardo in faccia.
"Federico Rossi"
"Giulia Bruschi" sorride.
"Sei una meraviglia. Da sempre"
"Ti amo"
"Ti amo anch'io"
Gli accarezzo ancora il viso e i capelli, poi mi avvicino e lo bacio leggermente, sfiorando la sua bocca.
"Amo quando mi baci così" sorride.
Ricambio il sorriso.
"Io amo te" rispondo.
"Pure io, pensavo l'avessi capito"
Rido e lui mi passa un dito sulla cicatrice che mi divide il viso.
"Questo segno...ti rende così..."
"Bruttissima?"
"Così forte."
"Se fossi stata forte in quel momento mi sarei ribellata"
"Non potevi, nessuno ci sarebbe riuscito ma tu ci hai provato che è la cosa più importante ed hai trovato il coraggio di parlarne subito" mi prende le mani e le accarezza. "Sei stata forte non avendo paura di me"
"Non posso aver paura della persona che mi ha salvata."
"Succede...molte donne che vengono violentate temono qualsiasi uomo"
"Quando ti ho visto in quella stazione...è stato come incontrare Dio, stavo congelando stesa nuda a terra da ore, poi sei arrivato tu e mi hai tenuta fra le tue braccia, al caldo, sporcandoti i vestiti di sangue e stando al mio fianco nonostante fossi sterile e tu desiderassi dei figli"
"E io quando ti ho vista...è stato orribile. In una pozza del tuo stesso sangue, tutta tagliata, bianca come la morte, nuda...ero triste e furioso allo stesso tempo. Se tu non fossi stata in quella condizione sarei corso nel capannone a prendere a pugni Marco"
"Ogni volta che sento quel nome la sua risata mentre il suo amichetto mi picchiava mi rimbomba nella testa"
"Scusa..." abbassa la testa. Mi prendo il mento e lo alzo, costringendolo a guardarmi.
"Sei l'ultima persona che ha bisogno di chiedermi scusa" sorrido.
Sorride teneramente e mi abbraccia.
"Adesso che ci penso non ho mai raccontato questa storia ai nostri figli"
"Forse è ora di dirglielo"
"Sì..."scendo dalla lavatrice.
Gli prendo la mano e lo porto con me.
"Ireee, Gianluuu" li chiamo sedendomi sul divano.
"Eeeh"
"Venite tutti e due"
"Okay"