Sbuffo e lancio la penna sul banco, aspettando ansiosa la fine della lezioni
"Oih Giuli" sento Davide sussurrare.
"Dimmi"
"Che fai oggi pomeriggio?"
"Niente, perché?"
"Ti va di uscire?"
"No scusami...sono stanca e ho un mal di pancia che lo so solo io..."
"Ah okay, tranquilla, facciamo un altro giorno"
"Okay" torno a girarmi verso il professore.Appena la campanella suona, prendo la borsa e mi precipito fuori.
Sbuffo, andando a sbattere contro diverse persone, che ignoro.
"Hey hey Giuli" sento ancora Davide che mi prende il braccio.
"Che c'è?" Lo strattono per farmi mollare il braccio.
"Dimmi cos'hai tu. Sembri infuriata. Hai anche fatto cadere un insegnante!"
"Non sono di buon umore e non ho voglia di rotture di cazzo"
"Ma come mai?
"Mi sono alzata storta, succede anche a me ogni tanto" dico più dura di quanto vorrei.
"Okay...scusa...ti lascio andare a casa, ci vediamo domani..." va avanti e se ne va.
"Ciao..."
Mi metto le mani in tasca e cammino verso la stazione.Salgo sul treno e chiudo gli occhi, però vengo disturbata dalla vibrazione del mio telefono.
"Pronto?" Rispondo scocciata.
"Ciao Giuli"
"Ciao Fede" mi sfrego gli occhi.
"Tutto bene?"
"Sì, tu?"
"Sì...mi sembri un po' strana, sicura che vada tutto bene?"
"Non sono di buon umore"
"Ah...se vuoi ti lascio in pace"
"No...resta"
"Come vuoi...com'è andata la giornata?"
"Male. Oggi mi sono svegliata tardissimo e ho perso il treno quindi ho dovuto aspettare quello dopo. Mi è venuto un terribile mal di pancia e mentre camminavo dalla stazione alla facoltà un tipo mi seguiva e sembrava volesse rapirmi."
"Stai scherzando?"
"No, è andata così davvero"Restiamo al telefono fino all'ultima fermata. Quando scendo dal treno, mi giro per un secondo e dietro di me vedo di nuovo quel uomo, che mi fissa mantenendo il viso coperto da capelli e una sciarpa.
"Fede"torno ad avvicinare il telefono all'orecchio.
"Dimmi"
"Mi sta seguendo ancora"
"Vai il più velocemente possibile a casa, non passare per posti con poca gente e non fermarti"
"Okay" cammino velocemente.
"Stai tranquilla"
Passo davanti a un vicolo con quell'uomo dietro di me.
"Zitta" sento una mano sulla bocca.
"Giuli ci sei?" Sento la voce di Fede dal telefono.
Grido, però la mia voce viene coperta dalla mano dell'uomo.
"Giuli?! GIULIA?!" Grida Fede.
Mi strappa il telefono di mano e chiude la chiamata, poi lo lancia a terra. Mi trascina in un vicolo e mi copre il viso con un panno.
"Dormi..."
Sento le palpebre pesante e il corpo pensate.
L'ultima cosa che vedo è il viso dell'uomo che mi stava seguendo.
Crollo nel sonno.Dopo non so quante ore apro gli occhi e davanti a me vedo un soffitto alto e buio.
Mi guardo intorno. Sono legata a un materasso e sembra un capannone quello in cui sono. Guardo il mio corpo, ho ancora tutto addosso tranne la felpa e la maglietta, restando coperta dal reggiseno.
"Bene bene...". Sento una voce troppo familiare."ciao Giulia, che bello rivederti"
Alzo la testa e davanti a me vedo Marco, con un coltello enorme in mano.
"Marco..." tremo.
"Sempre perfetta eh" mi passa un dito sulla pancia"
"Avevi promesso di lasciarmi in pace"
"Lo sai" si siede accanto a me "non sono mai stato bravo a mantenere le promesse" mi posa la punta del coltello sul petto."e sai...sono sempre stato un po' pazzo" preme e scende verso la pancia.
Dopo qualche secondo, toglie la lama e la pulisce dal sangue.
"Sai...ho aspettato per tanto questo momento"
"Perché?"
"Perché ho provato tanto odio per te quando mi hai fatto andare in prigione...adesso devo sfogarmi no?" Mi slaccia i jeans.
"Non farlo" balbetto.
"Chi me lo impedisce?" Abbassa la cerniera e li sfila fino al ginocchio."nessuno" infila il dito nel tessuto degli slip.
"Marco no!"
"Zitta" mi copre la bocca "qui comando io, e se non obbedisci, dovrai essere punita"
"Lasciami stare!" Mi dimeno.
"Vieni" fa un segno a qualcuno.
Un uomo si avvicina e fa crocchiare le dita davanti a me.
"Sai già cosa fare con lei"
In un battito di ciglia, mi ritrovo il suo pugno sul viso, che colpisce così tante volte che a un certo punto non sento più niente. Abbasso lo sguardo su Marco, che mi guarda indifferente, mentre l'altro tipo mi riempie di calci le gambe e la pancia.
"Okay può bastare" lo allontana e torna a sedersi lui "puoi andare a casa"
"Okay" dice lui con una voce roca.
"Bene...hai imparato" mi accarezza il labbro sanguinante."non farmelo più rifare" assume un sorriso falso"non voglio spendere soldi per quello"
Sputo del sangue sul bordo del letto poi guardo il taglio sul mio petto.
"Allora" fa scivolare la mano sul mio petto e si ferma sui miei seni."ora non c'è nessuno." Abbassa il mio reggiseno e mi scopre.
Guardo la sua mano impaurita dai suoi gesti.
Sale un po' e stringe uno dei miei seni con troppa forza.
Gemo dal dolore stringendo gli occhi.
"Fa male eh?"
Stringo i denti e il materasso.
Mi sfila del tutto i pantaloni e con quelli anche gli slip.
Mi apre la gambe e si mette in mezzo, togliendosi la cintura e slacciandosi i pantaloni.
Chiudo gli occhi finché non sento un forte dolore, ripetutamente.
Un grido di dolore si scappa dalla bocca, mentre lui geme e mi provoca ancora più dolore aumentando la forza.
"Bastaaaaaaa!!" Urlo in lacrime.
Lui lascia un forte gemito che rimbomba in tutto il capannone ed esce dal mio corpo.
Continuo a piangere mentre lui mi torna a vestire.
"Smettila di piangere" mi tira uno schiaffo sull'interno coscia e sulla guancia.
Sento il mio telefono suonare.
"È il mio telefono" esclamo.
"Vediamo...«Fede»...umh...
Pronto?"
"GIULI?!" Mette il viva voce
"Nope, niente Giulia"
"MARCO SEI TU!! BRUTTO BASTARDO PEZZO DI MERDA. LASCIA GIULIA O GIURO CHE TI UCCIDO"
"Umh...no"
"Fammi parlare con lei"
"Ti do due minuti"