cap.15

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POV.LEO

La parte più brutta di quel bacio fu quando finì.
E non finì nemmeno nel migliore dei modi, perché venne interrotto da Thina Doss che aprì la porta dicendo:- Laila, va tutto ben- si bloccò vedendo la scena.
Io e Laila ci staccammo in fretta, lei rimase a fissare la porta, probabilmente cercando una spiegazione; mentre io avrei voluto sotterrarmi.
Se avessi avuto una pala mi sarei messo a scavare una stupenda buca in cui passare il resto della vita.
Il punto è che la cosa che mi preoccupava di più non era che Thina ci avesse visti, ma quello che sarebbe successo in seguito a tutto ciò. Infatti, se c'era una cosa di cui Aria si preoccupava, erano i pettegolezzi.
Una folata di vento attraversò la stanza ed un attimo dopo una bionda Thina saltellante stava sulla soglia, spostando lo sguardo da me a Laila. La sua prima affermazione fu:- Ma allora voi state davvero insieme!
Ci guardammo, Laila si strinse nelle spalle ed infine disse:- Be'... da circa 5 minuti, credo.
Inarcai un sopracciglio:- Seriamente? Io non aspettavo altro...
Lei sorrise:- Si. Stiamo insieme- spostò lo sguardo sulla madre- Ma non...
Non riuscì a finire la frase che Thina era già partita in quarta.
Iniziò a saltellare per la stanza, arrivò di fianco a Laila, la prese a braccetto e la trascinò nella stanza accanto.
Scossi la testa, e mi lasciai ricadere su una sedia, era la prima volta in assoluto che qualcuno riusciva a fermarmi.
Laila sarà anche stata speciale rispetto a tutti, ma era speciale per me, era diventata importante per la mia esistenza in pochi giorni, LD o meno la volevo con me a tutti i costi e volevo sopratutto essere con lei dovunque fosse andata, anche se ciò significava affrontare i ricordi entrando nel regno di mio padre.
Lì lui l'avrebbe cercata, ed io l'avrei protetta da ogni singola persona che avesse tentato di farle del male. Non si sarebbe mai meritata tutto quello che potevano farle nel mio mondo, il che includeva veleno, torture, lavaggi del cervello, maledizioni... la morte.
Rabbrividii ripensando a quante cose terribili includesse la fantasia diventando realtà, e per una volta fui contento del fatto che così tanti esseri viventi temessero il fuoco.

POV.LAILA

Non avrei mai pensato di avere una madre così pettegola.
Ora mi mancava solo il lato Fuoco, che si risvegliò quella sera stessa.

- Ci stai?
- Aspetta- mi rigirai su un lato nella speranza di trovare una posizione comoda di fianco a Leo -Ah! Leo, così cado!
La larghezza del divano era piuttosto ristretta per entrambi.
Il suo braccio scattò intorno alla mia vita e mi tirò più vicino, cosa che fece fare al mio cuore qualcosa tipo un triplo salto mortale in aria con avvitamento.
- Sai cosa?- bisbigliai, a pochi centimetri dalla sua faccia.
- Mmm?
- Potremmo chiedere a mia madre se ci presta il letto, che basta per due persone, mentre il divano per una sola.
- Il letto di tua madre è matrimoniale.- notò lui, sempre sussurrando.
- E quindi?
Inarcò un sopracciglio:- Davvero?
- Oh, senti! Non facciamone una tragedia, stiamo insieme, mister Pensomaledelleideebrillantidellamiaragazza! Dormiamo insieme solo perché durante la notte rischio di avere il riflesso di prendere a matitate in testa chiunque mi trovi davanti.
Mi alzai dal divano, mentre Leo diceva:- E per i mostri.
- Eh?!
- Tipo quello dell'armadio, o quelli sotto il letto. Sono cattivissimi.
Decisi di stare al gioco:- Oh, no! Mi mangeranno!- dissi con una vocetta sottile, da bambina.
Leo si mise a sedere ed allargò le braccia:- Vieni quì, che ti proteggo io!
Ridendo saltai sui cuscini e Leo mi tirò giù, stringendomi talmente forte da farmi mancare il respiro.
Alzai la testa, incontrando il suo sguardo. Gli occhi gli brillavano, in perfetta sintonia con il sorriso.
Mi spinsi un po' più su e gli lasciai un morbido bacio sul collo.
Poi chiusi gli occhi, mormorando:- Forse possiamo stare quì.
- Così mi piaci.
Peccato che la nostra pace non durò a lungo come speravo.
Infatti mia madre comparve sulla soglia del salotto e per un attimo ci squadrò, poi disse:- Ti ho fatto il letto.
Capii che si rivolgeva a me, ma non dissi niente, non trovai niente da dire ed ero stanchissima, così rispose Leo prima di me, purtroppo lo fece nel modo sbagliato:- Ci stiamo entrambi?
Attimo di silenzio.
Poi l'odore di bruciato mi penetrò nelle narici.
Alzai lo sguardo e vidi quella che evidentemente era mia madre, ma con una fiammante chioma rossa dal taglio corto, gli occhi scuri e profondi come voragini.
Allora parlò:- Frena, frena, frena. Voi due dovreste dormire insieme?
- Mamma, stai tranquilla, non...-
- Ssshhhh, voglio sentire lui.- mi interruppe.
- Dormo con lei perché di notte fa gli incubi, e be', quando sta  con me non li fa.
- Si, certo.- rispose sarcastica -Laila?
- È quello che volevo dire io!
- Ragazzi, se pensate che vi lascerò farlo, allora siete messi male.
Allora mi alzai in piedi, e fronteggiai mia madre. Poi dissi tranquillamente:- Dormiamo insieme da svariati giorni e non è mai successo niente. Io sono perseguitata dagli incubi della morte di papà e di mio fratello e Leo è l'unico che mi impedisce di farli. Noi stiamo insieme e lui è maggiorenne. Ho vissuto da sola per 13 anni. Sono abbastanza ragioni per lasciarci in pace?
Lei sbuffò e lentamente cambiò fino alla versione Terra.
-Ok.- consentì alla fine e con ciò uscì dalla stanza borbottando qualcosa che suonò molto come:- State pure in camera mia.
Mi voltai trionfante verso Leo, che commentò:- Meglio per le nostre schiene.
-Già.
Poi ci dirigemmo verso un materasso stupendamente comodo e spazioso.

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