cap.21

39 3 10
                                    

POV.LEO

Aprii lentamente gli occhi e vidi Laila lì, vicino a me.
Durante la notte si era messa la mia camicia, forse perché era la prima cosa  che aveva trovato, io mi ero infilato i pantaloni più comodi che avessi trovato.
Un sorrisetto mi comparve inevitabilmente sulle labbra pensando a ieri sera.
Spostai lo sguardo sul segno violaceo alla base del suo collo e poi sulle labbra leggermente dischiuse, ancora arrossate.
Poi mi ricordai che quel giorno la mia pace era finita, mio padre era tornato.
Mi tirai su talmente in fretta che riuscii a svegliare Laila.
- Tutto bene?- chiese con la voce leggermente roca.
- Mio padre. Laila, mio padre è quì. E se... io... lui...
Mi sentii crollare. Sarebbe successo ancora, i crolli, il seminterrato buio.
- Sssshhhh.- fece lei -tranquillo. Siamo insieme, ok?-
Mi mise una mano sulla pancia per poi riappoggiarmi delicatamente sul materasso.
Si. Si, forse non sarebbe andata così male come pensavo.
Strinsi un braccio intorno alla sua vita per tirarla più vicino.
Per un attimo nessuno dei due parlò poi lei alzò la testa e mi chiese:- Hai paura?
- Vorrei tanto dirti di no. Ma sì. Ho tanta, tanta paura.
Mi baciò e per un momento quel contatto annullò tutti i dubbi che avessi mai avuto, alla fine appoggiò la testa nell'incavo del mio collo dicendo:- Io ci sono, sono sempre quì. Se hai bisogno di me basta chiedere, siamo intesi?
- Certo.- risposi, e pensai che forse non non me la meritavo. Che alla fine se ne sarebbe andata davvero, l'ennesima persona che mi avrebbe lasciato.
Non avrei dovuto chiederlo, ma mi venne spontaneo:- Tu non te ne andrai, vero?
- Intendi da te?
- Già.
- Se me ne andassi, mi toccherebbe tornare indietro a riprendermi il cuore spezzato per riaggiustarlo. Ma senza di te non potrei aggiustare niente. Quindi no. Non me ne andrò mai. MAI. Hai capito?
- Grazie. Saresti la prima.
Lei scuote la testa:- Non capisci, Fiamma. Io non sarei. Io sono la prima.
Mi sentivo sempre peggio però. Oggi pomeriggio avrebbe visto come sapevo creare l'inferno. Chiusi gli occhi, cercando di controllarmi.
- Hey, Fiamma. Ti amo, ok? Non ti lascerò perché sei pericoloso. Piuttosto comprerò una valanga di estintori.
Riuscii a sorridere:- Anch'io ti amo.

Stavamo camminando attraverso i corridoi fino alla sala del trono per andare da mio padre, quando Marie arrivò di corsa:- Ragazzi, è già arrivato. Sta per cominciare una guerra là fuori, state attenti, ok?
Annuii lentamente:- Sì, certo.
Poi, quando arrivammo davanti al portone, Laila strinse la presa sulla mia mano e non disse niente, semplicemente mi guardò e annuì piano.
Aprii la porta.
Sentii la presenza di mio padre travolgermi.
Avanzammo verso il trono dove un uomo che pareva sulla ventina stava placidamente seduto tra le fiamme, con gli occhiali a specchio e gli anfibi borchiati: Fuoco.
- Tu.- disse solo.
- Padre.- risposi.
- Allora, cosa mi dirai questa volta? Per essertene andato ancora, mmm?
- Ho trovato Thina Doss.- risposi con il tono più freddo e pacato possibile, anche se mi costò parecchio.
Solo allora Fuoco sembrò notare Laila e disse:- Lei non ha 35 anni.
- Lei non è Thina. È la figlia, quella che tu volevi torturare.
- Strano, me la ricordavo più piccola, più spaventata. Con una scatola di matite in mano.

POV.LAILA

Sentii il mondo crollarmi addosso.
Lui. Lui, lui, lui. Sentivo ancora gli spari, le urla, quella voce fredda e sadica "ciao bambina. Come ti chiami?".
Sentii le gambe cedere e mi appoggiai completamente a Leo che mi sostenne senza dire niente.
Il suono delle mine che si spaccavano mi penetrò fin nelle ossa, distruggendo tutto quello che incontrava, crepando la mia anima in profondità.
- Allora, principessa, scommetto che hai imparato a disegnare bene, eh? È un peccato che tu abbia fatto tutta questa fatica inutile per arrivare fin quì, quando a distruggerti sarà la persona che vorrebbe farlo di meno.
Pensai alle poche persone che non mi avrebbero mai voluta uccidere: mia madre, Marie, Leo... no.
Non poteva farlo, non poteva far fare a Leo una cosa così orribile, non poteva.
Eppure il suo sguardo si spostò sul ragazzo che mi stringeva la vita ed iniziò a parlare.

POV.LEO

-Allora, Leo, quando capirai che la tua vita appartiene a me? Quando ti renderai conto che scappare da un seminterrato buio non è la soluzione? Ti ricordo che è colpa tua se Agata è morta. Non avresti dovuto lasciarla stare con te, vero? Ricordi la sua espressione, Leo?
Deglutii a fatica, oh se ricordavo.
L'ultima volta che qualcuno mi aveva mai amato davvero.
O quasi l'ultima. Spostai lo sguardo su Laila e sussurrai:- Scappa. Vai via. Ti vengo a prendere te lo giuro. Vai!
Lei non si mosse continuava a tenere lo sguardo fisso e assente perso nel vuoto.
Fuoco continuò:- Mi sono sempre chiesto cosa la spingesse ad amarti a tal punto di voler morire piuttosto che lasciarti solo. Stupidità, forse? Mi chiedo se anche questa stupida anima in pena farà la stessa scelta, o preferirà portare da sola il fardello di sua madre.
Praticamente non ascoltai le ultime frasi.
Sentii la rabbia e la disperazione bruciare la mia umanità e il fuoco scorrere nelle vene al posto del sangue.
Dei minuti che seguirono mi ricordo a malapena delle scale che andavano verso il basso, delle porte che sbattevano e del soffio degli estintori.
Poi il lucchetto della porta ignifuga scattò e le tenebre mi avvolsero.

"Sono solo".
Fu la prima cosa che pensai.
Il ricordo di quella notte orribile mi piombò nella mente e il dolore esplose in un urlo e una fiammata.
Solo allora mi resi conto di non essere stato l'unico ad urlare.
Mi ricordai che stavo facendo esattamente quello che voleva mio padre e che Laila era lì con me e che l'avrei uccisa.
Riuscii a frenare l'impulso per un momento e a dire:- Stammi lontana, scappa! Ti prego và via!
La risposta riuscì quasi a farmi dimenticare del seminterrato:- Leo, il fardello di mia madre, cos'è?
Lo sforzo di contenere le fiamme era incredibile e dovetti sedermi per rispondere:- Era nata immortale, ma ha scelto la mortalità, il che implica che avrebbe dovuto passare il fardello di contenere i poteri a qualcun altro.
- Da due speciali. La pace sarà ricreata da DUE speciali.
Mi sforzai di concentrarmi senza scivolare nell'oblio di ricordi, lei continuò:- La perduta salvezza, ritrovata sarà. Questa è mia madre e noi l'abbiamo ritrovata. Da LD riportata indietro verrà. Noi insieme l'abbiamo portata quì. Ma mia madre non riporterà la pace perché verrà ricreata da due persone, capisci? Il fardello non può essere sostenuto da una sola persona, ma da due sì.
- Dobbiamo contattare due Speciali- riuscii a dire.
- Come usciamo da quì?- chiese lei.

Pochi attimi dopo correvamo nei corridoi insieme a sua madre, ero riuscito a sbloccare la porta dall'interno ed allora stavamo cercando i due speciali di Fuoco.
Fortunatamente li trovammo in fretta, così Thina prese a spiegare loro cosa dovevano fare e perché, chiaramente quelli accettarono subito ed in poco tempo Thina Doss era solo Thina Doss pronta a condurre una vita normale e gli speciali stavano correndo dritti verso la guerra con me e Laila.

Arrivammo lì in fretta e poi... non ricordo cosa successe di preciso.
Ci fu una specie di lampo abbagliante e tutte le truppe dei quattro si bloccarono all'improvviso.
L'unica cosa che vidi dopo furono i due speciali che si fondevano l'un l'altro, formando un grosso albero con le foglie di quattro colori.

[...]

La guerra era finita ancora prima di iniziare.
E lì, sul campo di battaglia, dove le truppe dei Quattro rompevano i ranghi, incrociai lo sguardo di Laila.
Lei sorrise e io dissi:- Ora puoi tornare a casa.
I suoi occhi brillarono e disse le parole più belle che avessi mai sentito:- Sono con te. Sono a casa.

                                                    FINE

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 11, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

BASTA UNA MATITA...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora