cap.20

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POV.LEO

-Tu.
Quella parola mi uccise dentro. Avevo detto qualcosa di sbagliato? Che cosa avevo fatto?
Ma certo, Rita.
- Laila, cosa ti ha detto Rita?
- Non fare lo stupido. Sai cos'è successo.- la sentivo piangere ed era terribile, avrei preferito che mi passasse sopra un camion.
- Non lo so perché potrebbe non essere vero.
- Leo, va' via.
- Ti prego. Dimmi cosa...
- Va' via!
Sospirai e mi avvicinai al letto, per poi buttarmici a peso morto.
Rita. La maledissi con tutto me stesso.
Seppellii la faccia nel cuscino, poi cominciai a piangere.

Passarono forse delle ore, poi mi resi conto che non potevo lasciare Laila chiusa in bagno, anche se avrei voluto tenerla con me per sempre.
Mi avvicinai alla porta:- Vuoi i colori?- chiesi.
- Per fare cosa?
- Per andartene. So che vuoi andartene. Alla fine se ne vanno tutti.
Ed era la verità, lei sarebbe stata un'altra persona che mi avrebbe lasciato.
- Ora vengo a prenderli.
Sentii quel piccolo oggettino scintillante che era emerso dalla tristezza scomparire in profondità. Per sempre.
La serratura scattò e lei uscì, prese i colori ed iniziò a lavorare sul muro, senza dire niente.
In mezz'ora la porta sgangherata del monolocale era lì sul muro, pronta ad essere usata.
Laila la fissò un momento e poi diventò reale.
L'uscita era lì, davanti a lei.
Doveva solo andarsene.

POV.LAILA

Dovevo solo andarmene.
Avevo la porta davanti, il passaggio che mi avrebbe portato di nuovo alla vita orribile di prima.
Ma mi fermai.
Non mossi un muscolo.
Non ci riuscivo.
- Ehm, Leo?
- Vuoi la tua roba?
- Rita mi ha detto che avete avuto una relazione e che state ancora insieme in realtà.
Lo sentii scattare in piedi:- Non è vero!
- Le prove?
- Ti ho lasciata ricoprirla di colore e paillettes con un idrante.
Dovetti sforzarmi parecchio per non ridere:- Poteva essere una messa in scena.
- Vuoi che vada a dirle che la lascio perché è una troia in questo preciso istante? Vuoi che ora gridi al mondo intero "Rita Estep è una brutta bastarda stronza"? Vuoi che venga via con te ora? Per te lo farei.
Sentii di nuovo le lacrime bruciare, questa volta perché capivo che non stava mentendo.
- No.- dissi.
Poi mi voltai, la porta tornò un disegno. Presi una manata di colore e la spiaccicai sulla porta, bloccando per sempre l'uscita.
Non sarei partita.
Guardai Leo, che chiese:- Come devo interpretarlo?
Feci un passo in avanti e lo baciai:- Ti amo, Fiamma.
All'improvviso lui mi prese il volto tra le mani e ricambiò il bacio:- Dio solo sa se non ti amo.
- Ridillo.
- Ti amo. Ti vorrei sempre con me.
- Tu mi hai già.- incrociai quegli occhi color nocciola e li fissai per un attimo.
Poi lui si avvicinò piano, quasi come se non fosse sicuro, e ci baciammo ancora. Allora lui si spostò e iniziò a darmi piccoli baci leggeri sul collo, sussurrai:- Evita punti troppo visibili.- poi il mio cervello andò in panne.
Lui rise piano e continuò, cercando con le dita la zip del vestito.
Cercai di nuovo le sue labbra. Lui mi spinse verso il muro e ci fermammo lì, sentii le mie dita muoversi quasi da sole per sfilargli la giacca, che cadde a terra con un suono lieve, le sue labbra si spostarono di nuovo sulla mia pelle alla base del collo mentre la zip del vestito scorreva piano, ad una lentezza snervante.
Lanciai le scarpe da qualche parte alla mia destra e, appena il vestito scivolò a terra, strinsi le gambe attorno alla sua vita, iniziando a slacciare i bottoni della camicia.
Leo si girò, finendo di togliersi la camicia, e mi portó in braccio fino al letto, mi mise giù e mi lasciò un bacio sulla pancia, e in un attimo mi stava baciando di nuovo, reggendosi sui gomiti sopra di me.
Ad un certo punto ribaltai letteralmente la situazione, mettendo lui con la schiena sul materasso, e gli sbottonai i pantaloni, per poi spingerli giù dal materasso.
Allora mi fermai.
- Qualcosa non va?- chiese lui.
- Ma se qualcuno...
Lui mi interruppe con un bacio lento, per poi dire:- Nessuno verrà. Non questa volta.
Lo disse con una sicurezza tale, con la voce leggermente roca, che non riuscii a resistere e ricominciai a baciarlo piano.
Qualsiasi cosa che non fosse noi due mi abbandonò il cervello e pensai che dopo tredici anni, alla fine, avevo trovato qualcuno e lo amavo. Amavo Leo in un modo che superava ogni logica. E lui amava me.

BASTA UNA MATITA...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora