Chapter 11

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"Maybe we'll work it out."
Meet me in the hallway,
Harry Styles


Ero estremamente felice che mio zio e Gwen fossero a Chicago in quel momento.

Le mani di Shawn sfilarono con urgenza il top che avevo addosso mentre mi faceva indietreggiare fino a far aderire la mia schiena al muro.

Le nostre labbra erano indivisibili nel mentre slacciavo uno ad uno i bottoni della camicia blu che indossava. Solitamente portava sempre magliette nere o bianche, ma quella camicia gli stava davvero bene. A dirla tutta, Shawn stava bene qualsiasi fosse l'indumento che aveva indosso.

Feci scorrere il tessuto della camicia lungo le sue braccia muscolose esponendo la pelle calda che venne subito a contatto con la mia. Il suo corpo contro il mio mi fece gemere causando movimenti frenetici delle mie dita che cercavano di slacciare la sua cintura.

Shawn allacciò una mia coscia al suo bacino e la accarezzò lentamente.
Le sue labbra lasciarono le mie solo per dare attenzione alla pelle della mia guancia, del collo, della spalla. Ansimai mentre cercavo di liberarmi dei suoi jeans attillati come meglio potevo.
Si scostò da me solo per sbarazzarsi di essi per poi riavvicinarsi a me e far scorrere con estrema e dolorosa lentezza la cerniera dei miei pantaloni di pelle.

"Per quanto ti stiano bene, non vedevo l'ora di toglierteli." Sussurrò al mio orecchio.

Il suono fioco delle sue parole bollenti mi accese facendomi arrossire e allo stesso tempo volere di più. Shawn, da quando lo conobbi, si era sempre dimostrato dolce ed estremamente gentile, eppure sapevo che non aveva alcun tipo di vergogna, ma ancora mi ritrovavo sorpresa nel sentirlo parlare in quel modo. Non che mi dispiacesse.

Gettai i pantaloni in un angolo della stanza restando in intimo esattamente come lui.

Le mani callose dal troppo suonare la chitarra accarezzarono morbidamente la mia schiena fino a scendere ed insinuarsi sotto il tessuto leggero che copriva la mia intimità e farlo scivolare lungo le mie gambe.

Le sue mani si poggiarono sui miei glutei sollevandomi in modo che le mie gambe circondassero il suo bacino.
Il mio corpo era abbracciato tra il suo e il muro freddo contro la mia schiena.

Con una mano cercò di slacciare il reggiseno, mentre io lasciai la presa sulle spalle per poter calare l'ultimo indumento che lo copriva.

"Va tutto bene?" Chiese premuroso una volta che entrambi eravamo spogli di ogni barriera.

"Più che bene." Gli sorrisi.

Shawn poggiò nuovamente le labbra sulle mie e con un movimento fluido unì i nostri corpi.

Mi sentivo più vicina a lui di quanto non lo fossi mai stata, forse perché, nonostante tutto quello che avevamo passato, avevamo trovato il coraggio di tornare l'uno dall'altra. Ed era tutto ciò di cui avevamo bisogno.

La mia pelle sfregava contro la sua e nella stanza in cui era prima udibile la musica proveniente dal piano di sotto, iniziavano a risuonare i nostri sospiri.

Il muro iniziava a diventare troppo scomodo per entrambi e, con le dita che affondavano nella mia carne, Shawn indietreggiò con me in braccio verso il letto.

Si sedette sul ciglio ed io lo sovrastavo.
Portai la bocca sotto la sua mascella, proprio nel punto in cui il collo incontrava lo spigolo, e lasciai un bacio morbido prima di iniziare a marchiare con avidità la sua pelle.

Sbirciai con la coda dell'occhio e vidi la sua bocca socchiudersi ed emettere un suono tanto piacevole da disperdere brividi lungo ogni fibra di me.

Portland 2 » Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora