"I hope I can find a way
of letting you see
that I'm so easy to please"Easy to please, Coldplay
"Cosa ti sta succedendo?" Domandai a Paige avanzando di un passo verso di lei.I grandi occhi stanchi della ragazza saettarono su di me, improvvisamente attraversati da un lampo di rabbia.
"Cosa ti importa?" Quasi ringhiò contro il mio viso.
"Voglio aiutarti."
Paige fu scossa da una risata sguaiata nel quale colsi tutto il risentimento che provava nei miei confronti.
"Preferirei morire, piuttosto che farmi aiutare da te." Scandì ogni parola velenosa.
Il suo tono mi colpì facendomi male, ma non mi piegai a lei, rimasi nella mia posizione attendendo che il suo muro di cattiveria e sofferenza crollasse.
Vedevo che soffriva, ma il motivo non mi era ancora chiaro.Nonostante pensassi che fosse la talpa che stavamo cercando, non ne ero sicura e ancora la vedevo come una vecchia amica, un'amica che in quel momento aveva bisogno di una mano.
"Ascolta..." Respirai a fondo. "Tu hai bisogno del mio aiuto, come io ho bisogno del tuo. Collaboriamo e poi ognuno prenderà la sua strada."
"Che cosa potresti mai volere da me?" Chiese a denti stretti.
"Ho bisogno che tu risponda ad alcune domande."
"Scordatelo, trova qualcun altro che faccia questo gioco. Io, comunque, non ho bisogno del tuo aiuto." Sentenziò iniziando a camminare lontano da me.
Si trascinava velocemente nelle sue scarpe consumate con il solo intento di seminarmi e non rivolgermi più la parola, ma non potevo permetterlo.
Ora o mai più, pensai.
"Quando hai conosciuto Noah Cage?" Domandai ad alta voce perché mi sentisse.
La mia domanda risuonò fra le pareti del corridoio vuoto e portò con sé un freddo che fece gelare Paige sui suoi passi. La ragazza restò ferma dandomi le spalle.
Mi avvicinai a lei fino a poter sentire il suo respiro pesante."Quando lo hai conosciuto? E cosa gli hai detto?" Chiesi questa volta con dura lentezza.
"Non so di cosa tu stia parlando." Mormorò prima di correre via.
E quella, per me, fu una risposta più che soddisfacente ai miei dubbi.
Paige sapeva esattamente di cosa stessi parlando.Estrassi il telefono dai pantaloni, pronta a mandare un messaggio a Shawn che probabilmente era a lezione, come del resto sarei dovuta essere io.
"Lena!" Sentii una voce richiamarmi e risuonare nel corridoio vuoto.
Alzai lo sguardo dal cellulare imprecando ripetutamente tra me e me per la figura che mi si stava avvicinando.
"George." Finsi un sorriso innocente.
"Per te e in questo luogo, sono il Preside Longquiet." Mi corresse lui.
Annuii.
"Non dovresti essere a lezione?" Mi squadró incrociando le braccia al petto, cosa che fece tirare il tessuto della camicia azzurra che indossava evidenziando così il suo stomaco prominente.
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Portland 2 » Shawn Mendes
FanfictionPotevo facilmente paragonarci ad una rosa, così bella e delicata, ma pericolosa se maneggiata con poco riguardo; andava trattata con cura. Sapevamo entrambi che i petali sarebbero caduti uno ad uno, stanchi dal tempo e privi ormai della loro bellezz...