Chapter 43

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"Spoke a lot of words,
I don't know if I spoke the truth
Got so much to lose
Got so much to prove
God, don't let me lose my mind'

Trouble, Cage The Elephant



I filmati delle telecamere di sicurezza all'interno dell'ospedale non furono d'aiuto: chiunque avesse staccato Paige dalla macchina respiratoria aveva previsto tutto.
I video rivelavano, infatti, un individuo incappucciato, a testa bassa e con vestiti di almeno due taglie più grandi. Impossibile capire se si trattasse di un ragazzo o di una ragazza.

Io, d'altronde, i miei sospetti li avevo.

Abbandonai Daisy in ospedale, sapendo che non si sarebbe mossa di lì finché non avesse ricevuto notizie di Paige, e mi diressi verso l'unica persona che ritenevo responsabile di ciò che era accaduto.

Le porte metalliche dell'ascensore si aprirono direttamente nel suo appartamento che era sommerso dall'oscurità nonostante fosse pieno giorno.

"Chi è?" Domandò la voce di Allen. Notai la sua figura scura seduta sul divano del soggiorno e sobbalzai senza darlo a vedere.

"Dovevi aspettarti che sarei venuta qui." Risposi avvicinandomi per potergli essere di fronte, per poter scorgere il suo viso più chiaramente nella penombra della stanza.

Davanti a lui scorsi, su un tavolino da caffè, quello che sembrava un bicchiere di rum.

"Lena!" Esclamò lui sorpreso. Si alzò di scatto dal divano facendo un passo verso di me.

"Non ti avvicinare." Sentenziai alzando una mano di fronte a me. "Non azzardarti a fare un altro passo. Mi fidavo di te."

"Puoi ancora farlo." Supplicò con un tono di voce che non avevo mai sentito provenire dalle sue labbra. Sembrava ferito.

"No, non posso. Non dopo quello che hai fatto. Dovresti essere in cella in questo momento. Perché sei qui?"

"Mio padre ha pagato la cauzione." Spiegò lui. Avrei dovuto immaginarlo: il ricco padre di Allen lo aveva tirato fuori da guai. E questo a me non stava bene. Non potevo concepire come qualcuno potesse passarla liscia semplicemente sborsando qualche migliaio di dollari.

"Wow." Risi amaramente. "Quindi adesso tornerai alla tua vita normale facendo finta che nulla sia successo, che non hai stuprato e drogato Paige, non è così? Non riesco a dirti quanto schifo provi per te in questo momento, Allen."

"Non l'ho violentata!" Urlò lui. "Credi davvero che avrei mai potuto fare una cosa del genere? Mi conosci! Sono stato accusato e sentenziato solo per alcool tra minori e droghe. É l'unica cosa di cui sono colpevole! Non ho mai costretto Paige a fare nulla, comunque."

"Ti aspetti che io ti creda? Anche io pensavo di conoscerti, ma a quanto pare mi sbagliavo. Mi sono sbagliata per tutto questo tempo."

"Non è così!" Allen si avvicinò a me prendendomi per un braccio. Tentai di strattonarlo dalla sua presa, ma era troppo forte. Avevo paura del mio amico?

"Mentre tu sei qui, nella tua grande casa, a bere del rum, Paige é in ospedale e rischia di non farcela." Dissi in tono piatto guardando fisso i suoi occhi castani. D'un tratto la consapevolezza di perdere veramente Paige mi colpì in pieno.

Allen deglutii e riuscii a vedere i suoi occhi tremare sull'orlo delle lacrime.

"Sei stato tu?" Continuai.

Portland 2 » Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora