Chapter 37

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"I've been praying,
I never did before"

Ever Since New York,
Harry Styles


"Non ci credo che hai mangiato anche il mio zucchero filato!" Esclamò Allen guardandomi a bocca spalancata.

Il luna park era gremito di persone, nonostante il freddo fosse denso e pungente e la notte stesse iniziando a calare.
Allen ed io eravamo fermi davanti allo stand dello zucchero filato, necessità primaria dato che avevo saltato il pranzo e che quella schifezza mi faceva impazzire.

Mandai giù l'ultimo batuffolo rosa con un sorrisetto colpevole in volto.

"Era buono."

"Immagino di si." Disse lui alzando gli occhi al cielo per poi darmi le spalle, probabilmente offeso.

Lo abbracciai da dietro ridendo e promettendogli che, per farmi perdonare, avrebbe scelto lui la prossima attrazione.

"Perché non andiamo sulla ruota panoramica?" Domandò indicando la grossa struttura costellata di luci blu.

"Perché no? Decidi tu."

"In questo caso allora... Potrei scegliere il tunnel dell'amore." Disse avvicinandosi a me e scrutando il mio viso con i suoi occhi di un tiepido castano scuro.

Abbassai lo sguardo lasciando che i miei lunghi capelli coprissero le guance arrossate, riuscendo, così, ad evitare le sue iridi.
Non riuscivo mai a capire se dicesse questo genere di cose per stuzzicarmi o se fosse serio. In tal caso, era fin troppo insistente.

"Vada per la ruota." Esclamai trascinandolo verso di essa e guadagnandomi uno sbuffo divertito da parte sua.

Aspettammo in coda il nostro turno, al fianco di altri ragazzi e, quando finalmente toccò a noi, ci sedemmo sui sedili di metallo dietro le apposite sbarre.

"Hai paura dell'altezza?" Chiese Allen, seduto accanto a me.

"Non direi. Tu, invece?"

"No. Cercavo solo di fare il carino in caso tu soffrissi di vertigini." Ammise.

La ruota emise un cigolio forzato e, prima che potessi accorgermene, ci stavamo già muovendo lentamente verso l'alto.

Ridacchiai alle parole di Allen. Assurdo come non si rendesse conto che non aveva bisogno di sforzarsi, non aveva bisogno di un copione da film o di fare il gentiluomo per impressionarmi. A me bastava che fosse se stesso.

"Non ce n'è alcun bisogno, Allen." Gli sorrisi allacciando istintivamente la mia mano alla sua.

I suoi occhi castani vagarono dalle nostre dita intrecciate al mio volto in pochi secondi e sorrise.
Mi trovavo a mio agio a stringere la sua mano nella mia, non ci vedevo niente di sbagliato.
Non facevo mai niente a meno che non fosse quello che volevo veramente fare e, in quel momento, volevo sentirmi vicina a qualcuno, a lui.

"Hai ragione. So che non ti spaventi facilmente, comunque."

"Perché, tu si?" Domandai mentre osservavo i miei piedi dondolare nel vuoto.

"L'unica cosa che mi spaventa davvero é non riuscire ad andare avanti." Ammise guardando verso il basso le luci delle giostre farsi sempre più lontane.

Portland 2 » Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora