Capitolo 18

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"– Chi sei tu?
– Il tuo incubo peggiore."

Mi sveglio in una stanza che non è la mia.
Dove mi trovo? Cosa mi è successo?
Mi metto a sedere troppo velocemente e la testa inizia a girarmi.
Mi guardo intorno.
La stanza è anonima, bianca, qualche poster qua e là di vecchi film e piloti di motociclette.
Sono nella stanza di un ragazzo, ma chi può mai essere?
Un flashback mi riporta alla sera precedente.
Il tizio del pub che mi aggrediva, che mi toccava e il ragazzo che mi ha salvato.
Alex! Sono nella stanza di Alex! Sono nel suo letto!
Ma cosa ci faccio qui? Perché mi ha portato a casa sua? Inizio ad agitarmi.
La porta si apre e mi ritrovo due occhi verdi e un viso esausto davanti a me.
Non proferisco parola.
Non saprei nemmeno cosa dire! Forse un grazie? Si, è un opzione più che giusta!
-Ciao!
-Ciao! Come ti senti?
-Un po scossa e confusa. Puoi spiegarmi cos'è successo ieri sera? Ho dei vaghi ricordi.
-Ieri sera quell'ubriacone ti ha aggredito a due passi da casa e io l'ho solo mandato via.
-Ah, capito! Ma tu cosa ci facevi li? Mi stavi seguendo?
-Questo non è importante! Ho solo cercato di fare la cosa giusta!
-La cosa giusta? Ma cosa fai dicendo? Scusami, non mi avresti aiutato altrimenti?
-Si, sì certo che sì! Mi sono espresso male!
Io questo ragazzo non lo capisco.
È davvero un tipo strano!
-Dopo cos'è successo? Come sono arrivata qui?
-Sei svenuta mentre stavo sistemando quel... quella specie di uomo! Ti ho preso e portato a casa mia non sapendo se a casa tua c'era qualcuno.
-Tu... tu hai dormito qui?
Guardo il letto e mi sento imbarazzata, il colore della mia pelle cambia da rosa a rosso pomodoro.
-No! Io ho dormito sul divano. Non volevo ci fossero fraintendimenti una volta che ti fossi svegliata.
-Oh... grazie allora! Premuroso da parte tua!
Sono un po' delusa! Speravo che avesse dormito con me anche se non mi sono ancora dimenticata quella storia della mensa.
Non so più che dire.
Mi guardo intorno per cercare un argomento da tirar fuori.
Questo silenzio è terribilmente straziante.
Ma è lui a rompere il silenzio.
-Hai fame?
Ho fame? Sento il mio stomaco brontolare.
Si direi che ho molta fame!
-Si, moltissima!
-Magnifico! Allora vestiti e scendi in cucina. Ti aspetto lì e insieme decidiamo cosa mangiare; se ti va!
-Va bene, si!
Sta per uscire, ma inaspettatamente torna indietro e mi accarezza una guancia.
Vedo nei suoi occhi tristezza e disperazione.
Ma cosa gli prende? Non mi aspettavo un gesto del genere.
Si allontana da me ed esce fuori dalla stanza lasciandomi sola coi miei pensieri!
Cos'era quello sguardo? Paura, ansia, preoccupazione? Non ne ho idea! Ma sembrava davvero triste.
Voglio capire che cosa gli succede!
Perché si comporta così con me? Perché mi ignora, mi ferisce e poi mi salva e mi tratta cose se fossi importante per lui?

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