Capitolo 4

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Il giorno seguente mi alzai abbastanza tardi, per fortuna non avevo fatto il mio solito incubo notturno. Però mi alzai abbastanza tardi. Meno male che quella mattina non c'era la riunione altrimenti non sarei qui a raccontarvi la mia storia.

Mi diressi verso il bagno e feci una bella doccia calda per svegliarmi. Uscii dalla doccia, pettinai i miei lunghi capelli neri e li legai in una coda. Mi vestii normalmente (jeans e felpa) e misi le mie Blazer ai piedi. Con il trucco non esagerai anche perchè lo odiavo spudoratamente. Secondo me il trucco fa schifo perchè non fa vedere la persona come è in verità.

Uscii dalla tana e comminciai a camminare per la strada. Però quel giorno la strada era strana. Non c'era un'anima viva. Decisi di scoprire cos'era successo, così cominciai a correre normalmente per non farmi notare. Arrivata a scuola vidi lo stesso risultato. Nessuno. Vedevo solo che stava arrivando Caroline.

" 'Giorno El! " mi salutò con il suo solito entusiasmo.

" Buongiornoooo! " risposi anch'io contenta. L'unica pecca era la scuola vuota. Però mi sentivo osservata... Avevo le allucinazioni? Oppure le traveggole? Non c'era un'anima viva.

All'improvviso sentii un rumore di passi che sentivo ogni giorno. E q arrivato Lucas. Voleva dire che avrei controbattuto, così almeno mi sarei sentita un pochino più forte.

All'inizio non mi salutò con nessuna delle sue solite frasi, ma quando mi passò di fianco mi spinse per terra. Beh, forse avrei dovuto immaginare questo suo comportamento.

" Beh? Perchè mi spingi, eh?! " dissi io un pochino nervosa.

" Forse perchè mi stai su?! " disse lui e cercò di darmi un pugno, ma lo schivai prontamente.

" E tu non dovresti starmi su che è da 5 anni che mi perseguiti?! Questi sono stati i peggiori 5 anni di tutta la mia vita, ma non ho intenzione di continuare così! " mi ritrovai arrabbiata nera e senza accorgemene mi trasformai in lupo e saltai addosso a Lucas. Avevo perso il controllo di me stessa. Ancora. Eppure mi avevano insegnato come si mantiene il controllo di se stessi.

E così feci uno dei più grandi errori di tutta la mia vita.

La notizia drammatica arrivò soltanto dopo due giorni. Eravamo entrati in classe e una volta al mese, come al solito, veniva distrubuito il giornalino scolastico. Fin qui tutto normale. Ma la cosa sconcertante fu la notizia in prima pagina. C'era una foto. In quella c'ero io sotto forma di lupo che assalivo Lucas. Però non c'era scritto chi fosse il lupo. Almeno non sapevano che ero quel lupo. In un certo senso ero salva.

Dopo essere uscita da scuola volli andare nella foresta perchè avevo una fame da lupi, non avevo resistito per 5 ore di scuola. Corsi per tutta la strada, un po' di persone mi guardavano male. Per fortuna non sbattei contro nessun palo della luce, come era mio solito.

Arrivata nella foresta diventai un lupo e cominciai a cercare delle prede. A distanza vidi un cinghiale abbastanza grassoccio, il pasto ideale per un lupo. Cominciai ad avvicinarmi ma ebbi uno strano presentimento. Sentivo come qualcuno che mi stava seguendo. Intanto che mi giravo però il cinghiale era scappato. Fantastico, mi ero lasciata sfuggire un bel cinghiale.

Continuai a camminare per una decina di minuti quando sentii un fruscio di foglie dalla mia destra. Mi girai e vidi che un cespuglio si stava muovendo. Pensando che dentro ci fosse un animale di piccole dimensioni saltai nel cespuglio. Ma dentro non c'era uno scoiattolo o altri animali. C'era un ragazzo. Appena me ne accorsi saltai fuori dal cespuglio e scappai verso il cuore della foresta, ma sentivo lo stesso qualcuno che mi seguiva. Secondo me era il ragazzo di prima.

Dopo un po' di corsa decisi di fermarmi vicino a un piccolo ruscello. Mi sedetti su un tronco tagliato proprio sopra al ruscelletto e cominciai a guardarmi intorno. In cielo c'erano gli uccellini che volavano felici tutti insieme. Nell'acqua del ruscelletto c'erano dei branchi di pesciolini che nuotavano tutti insieme. Di fianco a me c'era una coppietta di tassi che stava con i suoi cuccioli.

Per un attimo solo pensai a quanto potesse essere bello l'amore, ma subito dopo ritornai ad odiare l'amore ricordandomi la pessima giornata di 4 anni fa.

Poi guardando ancora di più i tassi mi ricordai che ero venuta nella foresta per cacciare e ricominciai a cercare. Sentii di nuovo altri fruscii di foglie. Poi dei passi umani. Stava arrivando qualcuno.

Cercai di nascondermi da qualche parte ma non riuscii a trovare nessun posto. Eppure all'inizio mi perdevo molto facilmente nella foresta.

Alla fine mi girai definitivamente e mi ritrovai davanti Nate. Che ci faceva lì?

" Eleanor? Sei tu? " come aveva fatto a riconoscermi?!

" Si, sono io... " risposi abbassando un po' lo sguardo.

" Che ci fai qui? " mi chiese Nate.

" Beh... Stavo cercando di acchiappare qualche animale... Ma non ci riesco... " mi rassegnai, nonostante le lezioni con Mike sono ancora una schiappa nella caccia.

" Aspettami qui. " mi disse e andò da qualche parte. Però mi ero dimenticata di tornare umano, quindi ritornai alla mia solita forma.

Aspettai cinque minuti canticchiando un ritornello che avevo sentito da Caroline un po' di tempo fa. Se non mi ricordo male si chiama Don't let me go, ma non mi ricordo molto bene. Dopo vidi Nate arrivare con un cinghiale in mano.

" Ecco a te. " mi disse porgendomi il cinghiale. Beh, non volevo mangiarmelo subito quindi lo appoggiai su una roccia.

" Grazie Nate... Ma come hai fatto a cacciarlo? " gli chiesi curiosa.

" Mi hanno insegnato a cacciare gli animali i miei genitori quando avevo una decina di anni. Poi però sono morti... " una lacrima gli rigò il viso. Lo capivo benissimo, anch'io non avevo i genitori, ma solo perchè erano stati loro a lasciarmi alla foresta.

" Ah... Ti capisco... Anch'io non ho i miei genitori, almeno, mi hanno abbandonata. " non mi era mai capitato di essere così sincera con qualcuno che conoscevo da pochissimo. Soprattutto perchè era un'impresa conquistare la mia fiducia. La prima che ci è riuscita è stata Caroline.

" Mi dispiace... " tante lacrime cominciarono a rigare prima il mio viso poi anche quello di Nate. In quel momento non mi sentivo sola, perchè con me c'era Nate.

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