Capitolo 7

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La situazione mi aveva lasciato sotto shock per un bel po' di tempo e non riuscivo a capacitarmi di tutto quello che mi circondava. L'unico che pensavo non potesse mai tradirmi si era rivelato, invece, la persona che mi pugnalava alle spalle da, a quanto pare, molto tempo e mi dice che agisce così per proteggermi. Mia nipote è sempre via e l'unica che mi resta e proprio la signorina Potts che risponde alle mie provocazioni ma sta sempre dalla mia parte. Mi manca Emma. Devo chiamarla. Prendo il telefono e la chiamo. Risponde dopo quattro squilli. Strano.

-Zio Tony..-dice con il fiatone 

-Tesoro, è un brutto momento?

-No, zio. Che succede?- chiede dopo aver sentito alcuni rumori davvero strani. Come un corpo che cade a terra.

-Cos'era quel rumore?

-Nulla di che.- dice e si sente un lamento strozzato.- Che succede?

-Obadaih, ha sollevato lui la commissione della società contro di me.

-Che cosa?- e non si sente più nulla.

-Emma?

-Scusami, zio problemi con il lavoro. La cosa è una vera è propria stronzata. Come si è permesso non lo so. Senti, finisco di lavorare e ti raggiungo a casa e ne parliamo meglio, okay?

-Certo, tesoro. Ti aspetto.

Chiudo il telefono ma non sono molto soddisfatto. Mi alzo dal divano del laboratorio e punto i propulsori del braccio, che stavo sistemando, verso le vetrate. Le rompo tutte, ovviamente. Ero troppo arrabbiato e non riuscivo a concepire come persone che sono state amici per anni mi abbiano potuto tradire così. Brutti figli di buona donna.  Iniziai a mettere l'armatura addosso e se qualcuno avesse potuto vedere il mio sguardo, avrebbe visto dentro i miei occhi soltanto rabbia e tanto, tanto rancore. Decisi di volare verso il luogo degli attentati e uccidere un po' di quei figli di puttana. Quando arrivai, trovai uomini che sparavano, bombe che scoppiavano, donne e bambini che venivano separati da i propri mariti o padri e, nel momento specifico, un uomo steso a terra mentre tutti gli altri erano circondati da soldati che puntavano loro dei fucili. Uccido un po' di quegli uomini per poi girarmi verso gli ostaggi. Abbasso i propulsori per prendere bene la mira grazie a JARVIS e grazie ai missili che ho sulle spalle dell'armature, li faccio tutti fuori. Le famiglie si riuniscono e questo mi rasserena un po'.  Mentre volo via, un carro armato mi colpisce ma rialzandomi lancio uno dei miei missili ed esplode in mille pezzi con tutto e tutti coloro che aveva dentro. Mi rimetto in volo ma in quel momento, mi arriva la telefonata di Emma.

-Ciao, tesoro.

-Zio Tony, ma si può sapere dove sei?

-Scusami, tesoro, ma avevo delle commissioni da sbrigare.

-E' aria ad alta velocità quella che sento?- chiede come se fosse sotto shock.

-Si, sono in macchina, tesoro e tra un po' tornerò a casa.- dico per poi staccare. Mentre sono in volo, mi arriva un altra telefonata e giuro che avrei buttato tutto sotto sopra ma purtroppo, o per fortuna, era tutto incorporato nella mia armatura. James, ora mia doveva chiamare. 

-Pronto?

-Tony..-dice lui 

-Chi parla?

-Sono Rhodes.

-Come? Pronto?- chiedo di proposito. 

-Ho detto sono Rhodes.

-Parla più forte.- dico, anche se lo sento.

-Che diavolo è quel rumore?- chiede .

- Ah, sto guidando con la cappotta abbassata.- mento.

-Si, beh, mi serve il tuo aiuto immediatamente.

-Curiosa la vita, no?

-Si. A proposito di curiosità, a pochi chilometri da dove ti avevano tenuto prigioniero, è saltato in aria un deposito di armi.- inizia a dire

-Beh, quello è un punto caldo. Pare che qualcuno vi abbia risparmiato un po' di lavoro.

-Sei a corto di fiato, Tony?

-Sto facendo Jogging nel Kenyon.

-Ma non stavi guidando?- domanda sospettoso.

-Stavo guidando per andare a fare jogging nel Kenyon.- rispondo in modo ovvio.

-Hai con te apparecchiature tecnologiche del quale sono all'oscuro?

-No.- rispondo sbrigativo.

-Okay, bene, perché ne sto fissando uno adesso e lo stanno per far saltare in aria.

-Ecco la mia uscita.- e chiudendo viro verso sinistra. Continuo a volare molto velocemente per togliermeli dalle scatole ma loro continuano a seguirmi. Inizio a volare anche in modo super sonico ma mi lanciano addosso i loro missili. Uno di loro sta per colpirmi ma JARVIS mi avverte e attivo i razzi che lo neutralizzano ma fanno balzare me in avanti. Vado alla deriva per un po' ma mi riprendo ma quei tizi sono ancora attaccati al mio culo di metallo. Continuano a spararmi e mi colpiscono ma utilizzo gli Iron Freni e arrivo alle loro spalle e mi attacco sotto uno di quegli aerei. Quando sono ben attaccato all'aereo, chiamo di nuovo James.

-Pronto?- dice

-Ciao Rhodey, sono io 

-Io chi?-chiede usando la mia stessa tattica.

-Io. Quello che mi chiedevi, quello che volevi sapere prima. Sono io.- dichiaro.

-Stammi a sentire, questo non è un gioco. Non puoi fare entrare attrezzature civili in una mia zona di guerra attiva, lo capisci?- chiede arrabbiato.

-Non si tratta di attrezzatura, ci sono io dentro. E' un armatura, sono io.- dico ma lui non risponde più e quando gli aerei virano per tornare alla base, l'altro mi nota sotto il primo che inizia a volteggiare per farmi staccare. Quando riesce nel suo intento, non calcola, però, me che vado a sbattere con il secondo aereo staccandogli una delle due ali. Quest'ultimo va in avaria ma il pilota riesce a lanciarsi solo che vedendolo dall'alto, riesco a capire che c'è qualche problema con il paracadute. Allora, inizio l'inseguimento per cercare di salvarlo. Quando arrivo, colpisco il gancio che non poteva sbloccarsi con un pugno, così il ragazzo può tirarlo e fare uscire finalmente il paracadute. Volo via e James riprende a parlare con me.

-Tony, sei ancora li?- chiede

-Si, grazie.

-Oh, sei pazzo. Sei completamente pazzo. Mi devi un aereo. Lo sai questo, vero?

- Si, tecnicamente è lui che ha colpito me. Perciò, ora verrai a vedere su cosa lavoro?- dico ridendo.

-Oh no, no. Meno so meglio è. Mi dici che cosa mi invento con la stampa?

-Un'esercitazione. Non è quello che dite sempre?

- Non è così semplice.- dice e poi, chiude. Quando arrivo a casa, la prima cosa che vedo quando entro nel laboratorio, è lo sguardo serio e arrabbiato di mia nipote. 

-Ero venuta qui per capire che cosa fosse successo. Arrivo e tu non ci sei. Pepper era tutta agitata perché non sapeva come dirmi che MIO ZIO ha creato un'armatura per combattere i "cattivi".- dice mimando le virgolette.- Scendo qui sotto e cosa trovo? Mio zio che esce da un'armatura. Non potevo crederci e in realtà è così. Come ti discolpi?

-Non posso discolparmi, dato che hai visto tutto.- dico avvicinandomi a lei.

-Perché non me l'hai detto prima?

-Perché non sapevo che ancora potesse servirmi per dare la caccia ai "cattivi".- dico imitandola alla parola cattivi.- Solo che dopo ieri sera, volevo vendicare tutte quelle persone e la rabbia verso quel figlio di puttana è scoppiata tutta insieme.

-Mi dispiace per la società, zio Tony.- dice prendendo la mia mano.

-Lo so, e me la riprenderò. Non preoccuparti. Mangi qui stasera?- mi chiedo portandola con me al piano di sopra.

-Mi farebbe molto piacere.- dice sorridendo. E questo sorriso è la ragione per cui vado avanti tutti i giorni. So che non mi abbandonerà mai per fare cose davvero stupide perché la persona seria in famiglia è lei. E' tutto quello che mi resta e non rinuncerò a questi sorrisi così facilmente.

Io sono Iron ManDove le storie prendono vita. Scoprilo ora