Capitolo 22

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Dopo aver finito la telefonata con la mia ragazza e averle chiesto di perdonarmi un milione di cose e di parlare con mia nipote, cerco un posto sicuro dove poter ripararmi da questo freddo e poter aggiustare l'armatura in modo da far tornare JARVIS. Trovo una piccola casa con un capanno attaccato e decido di scassinare la porta per buttare dentro l'armatura. Mi levo il poncio di dosso e do un'occhiata in giro, più confuso che mai su quello che avrei dovuto fare per riparare l'armatura e per trovare questo grandissimo figlio di puttana. Prendo i pezzi dell'armatura e poggio tutto sul piccolo divano. Lo sistemo come fosse una persona a suo agio e poi mi rilasso per quelli che sembrano attimi infinti. Decido che è il momento di sistemare un po' di cose anche su me stesso, così mi siedo sullo sgabello difronte al tavolino e prende delle pinze per tirare fuori dei residui dal mio braccio. Ma, ovviamente, non mi accorgo della presenza di un bambino che mi punta addosso una qualche arma strana.

-Fermo.- mi dice ed io punto lo sguardo verso di lui.- Non ti muovere.

-Beccato.- dico alzando le mani leggermente.- Bello lo spara patate. Canna troppo lunga. Quello più il diametro esteso, diminuirà la velocità per secondo.- lui mi ignora e per mostrare che ho sbagliato, spara ad un bicchiere di vetro vicino a me.- Hai finito le munizioni.

-Cos'hai sul torace?- mi chiede non abbassando l'arma.

-E un elettromagnete. Dovresti saperlo, ne hai una scatola piena.

-Cosa alimenta?- chiede curioso. Vorrei trovare le parole adatte per dirgli una bugia senza che mi scopra ma sembra un bambino molto astuto e intelligente. Così mi sposto dallo sgabello per fargli vedere la mia armatura. A quel punto, la sua arma cade a terra e lui inizia a sorridere come un ebete.

-Oh mio dio.- dice.- Quello? Lui.. lui è Iron Man.

-Tecnicamente, sono io.

-Tecnicamente, sei morto.- dice porgendomi il giornale.

-Ottima osservazione.- dico dopo aver visto il titolo sulla mia presunta morte.

-Cosa gli è successo?- chiede sedendosi vicino l'armatura.

-Gli eventi. Io l'ho costruito, io mi prendo cura di lui. Lo riparerò.

-Come un meccanico?- chiede mentre tiene il casco tra le mani.

-Si.

-Ah.. se costruissi io Iron Man e War Machine..- inizia a dire ma lo interrompo.

-Si chiama Iron Patriot adesso.

-E' molto più fico.- dice l bambino entusiasta.

-Non lo è.

-Comunque, io avrei aggiunto i pannelli retro..- ma non ricorda il nome.

-Pannelli retroriflettenti?

-Si, per renderlo invisibile.- dice con serietà.

-Invisibile ai radar?

-Fico, no?- chiede

-E' una buona idea, ne costruirò uno.- dico e il bambino sembra d'accordo. Poi però stacca un dito all'armatura e ne sembra mortificato.- No, pessima idea. Che fai? Gli rompi il dito, adesso? Soffre, è stato ferito, lascialo in pace.

-Mi dispiace.- dice il bambino e sembra davvero dispiaciuto.

-Davvero? Tranquillo, poi lo riparo. Chi c'è in casa?

-Mia madre lavora alla tavola calda e papà è andato a comprare i gratta e vinci. Credo che abbia vinto perché c'è andato sei anni fa.- dice però concentrandosi sul dito invece che su di me.

Io sono Iron ManDove le storie prendono vita. Scoprilo ora