Capitolo 24

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La donna che mi ha sbattuto sul tavolo, mi porta entrambi i polsi dietro la schiena e mi mette le manette nonostante le proteste dello sceriffo e lo sguardo della signora Davis.

-Lei è lo sceriffo?- chiede la donna.

-Si. Lei chi è?

-Agente dell'homeless sicurity. Soddisfatto?- chiede lei con tono spavaldo.

-No, per niente.- risponde lo sceriffo.- Forse, servono altre informazioni.

-E' una richiesta al di sopra della sua paga, sceriffo.- dice lei sempre più beffarda.

-Perché non telefona a Nashville e mi fa alzare di grado?- chiede lo sceriffo e io indico alla signora Davis il fascicolo di suo figlio. Lei lo prende e lo scorrere sotto un bancone.

-Va bene, io speravo di risolvere la cosa in modo intelligente ma.. anche quello divertente funziona.- dice lei avvicinandosi allo sceriffo e vedo la sua mano illuminarsi di rosso fuoco. In realtà, prende letteralmente a fuoco.

-Vice sceriffo, porti..- inizia a dire lo sceriffo ma viene bloccato dal pugno della donna. Gli fa briciare sulla pelle il suo distintivo, per poi attraversare il suo corpo con l'altra mano e prendere la pistola del vice e uccidere anche lui. Inizia a sparare in tutto il bar e le persone scappano fuori spaventate. Corro fuori il più in fretta possibile e cerco di falla allontanare dalla gente.

-Hey, coscetta di pollo, vuoi divertirti? Forza! Tu e io, vieni.- le dico correndo per la strada in modo da farmi seguire senza ferire nessun altro. Vengo fermato dall'arrivo di un altro di loro che butta il caffè per strada e che inizia a spararmi dietro. Si ferma per qualche assurdo motivo e io mi riparo dietro una macchina dove trovo un tizio che si nasconde.- Assurdo, vero?

L'unica cosa che fa è annuire.- Guarda questo.- dico per poi correre contro una vetrina e spaccarla in mille pezzi cadendo sul pavimento. Da sdraiato, riesco a far passare le braccia oltre il mio corpo e farle finire davanti al mio stomaco. Quando mi rialzo, mi accorgo che la ragazza mi punta contro un fucile e comincia a scappare prima che possa prendermi. La vedo entrare e mi riparo dietro il bancone del posto ma appena mi metto a terra, me la ritrovo davanti. Mi fa alzare e mi fa sbattere contro il muro per poi darmi una gomitata alla faccia. Riesco a colpirla ma mi fa cadere a terra. Rotoliamo sul posto ma mi sbatte di nuovo contro il muro. Le tocco il viso per staccarla da me ma inizia a prendere fuoco. Così, decido di passare oltre il bancone che divide la sala e la cucina e trattengo il suo collo con le manette. Esse diventano incandescenti e si staccano sole. Bruciano un po' ma riesco a liberarmene. Spingo uno de bidoni di benzina nella sala e faccio scivolare le manette, ancora incandescenti, sul liquido che ha rilasciato sul pavimento. So che attraverserà il fuoco, così attivo il timer di un microonde.

-Tu l'hai voluto. Ho avuto donne più focose di te.- dico per farla passere in cucina.

-Tutto qui? Un trucchetto sfigato e una battutaccia.- dice arrivando in cucina.

-Tesoro, potrebbe essere il titolo della mia autobiografia.- dico liberando il casse dal tubo e uscendo dalla porta sul retro della cucina. Poco dopo si sente una forte esplosione. Quando mi riprendo, inizio a camminare di nuovo in strada. Vedo la gente scappare e la donna appesa ai cavi dell'elettricità. Vedo il contenitore dell'acqua pubblica cadere verso di me, sicuramente a causa del tizio che era con la donna, cerco di scappare ma non risolvo molto. Vengo trasportato dall'acqua e incastrato tra le macerie. Una delle mie gambe è intrappolata la sotto. Il tizio che era con la donna si manifesta davanti i miei occhi con il bambino tra le sue braccia che si dimena e gli chiede di lasciarlo.

-Comunque..- inizia a dire sedendosi su una sedia superstite e portando il ragazzino sulle sue gambe.- Allora, che vorresti per natale?

Comincio a cercare di divincolarmi quando vedo che sta iniziando a prendere fuoco anche lui come la sua amica di prima.

-Signor Stark, mi dispiace tanto.- dice lui cercando di liberarsi.

-Oh, no, no, no. Credo che lui voglia dire voglio subito il mio fascicolo.- dice il tizio stringendo il bambino.

-Non è colpa tua, ragazzo. Ricordi che ti ho detto dei bulli?- chiedo sperando che si ricordi. Lui mi guarda e capisce. Preme la mini arma che gli ho dato e la punta sulla faccia del tizio. Lui lo lascia andare e il ragazzino scappa.

-Ti è piaciuto, signor robot? E' questa la cosa dei tipi perspicaci. Ci pariamo sempre le chiappe.- lo informo tirando fuori una piccola arma anch'io. Punto il mio palmo verso di lui e faccio fuoco. Gli sparo alla faccia e dopo mi libero la gamba dalle macerie. Mi avvicino a lui e prendo le chiavi della sua macchina. Vado a riprendere il fascicolo e mi dirigo verso il mezzo di trasporto, quando il ragazzino mi si avvicina.

-Prego.- mi dice con un sorriso.

-Mi sono perso qualcosa?

-Io che ti ho salvato la vita.- dice dandomi un piccolo colpetto sul braccio.

-Si.. A) ti ho salvato prima io e B) grazie, diciamo. E C) se fai un favore a qualcuno, non te ne vantare, va bene? Fallo con non chalance, altrimenti sembri uno sbruffone.- dico per poi aprire la portiera della macchina.

-A differenza di te? Ammettilo, hai bisogno di me. Siamo legati, adesso.- dice cercando di farmi rimanere.

-Io ho bisogno che tu vada a casa da tua madre e che tenga la bocca chiusa.- dico togliendogli il cappello dalla testa.- E devi sorvegliare l'armatura e resti vicino al telefono perché se ti chiamo, ti conviene rispondere, okay? Afferrato? Abbiamo finito. Togliti di mezzo o ti metto sotto. Ciao, ragazzo.- dico salendo in macchina. Poi sento, come, se avessi fatto una cazzata e abbasso il finestrino.- Scusami. Sei stato bravo.

-Per questo adesso mi lasci qui come mio padre?- chiede riferendosi all'accaduto che mi avava raccontato poco prima a casa sua.

-Si. Vuoi farmi venire i sensi di colpa?

-Ho freddo.- dice lui cercando di intenerirmi.

-L'ho capito.- rispondo io imitando il suo tono.- Sai perché l'ho capito? Perché siamo legati.- concludo per poi sgommare via. Mi mancherà qual ragazzino.

Io sono Iron ManDove le storie prendono vita. Scoprilo ora