Capitolo 16

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Dopo che Coulson mi ha lasciato in "salotto" da solo, decido di scendere in laboratorio e portare con me la valigia con il progetto che aveva in mente mio padre. La apro e trovo dentro il foglio del progetto con il nome di mio padre e quello di Anton Vanko vicini. Fa un po' strano e lo metto via. Trovo anche dei quaderni e delle pellicole di vecchi film. Prendo il proiettore e inizio con il primo mentre sfoglio i quaderni. Nelle pellicole trovo quelle che sono le parti tagliate o venute male, del progetto di mio padre che ho presentato all'Expo di quest'anno. Nel quaderno, invece, trovo tutti i suoi calcoli sul reattore ARC e su tutto il progetto che stava facendo ma alla fine trovo solo fogli bianchi come se il progetto fosse stato interrotto, all'improvviso. La voce di mio padre, nell'ultima pellicola, mi fa concentrare su di lui. Dice che tutto quello che ha fatto l'ha fatto per me e conferma le parole che mi ha detto Fury. Dice che questo progetto è tutta la sua vita ma che, purtroppo, non può sviluppare più di tanto perché la tecnologia del suo tempo in qualche modo lo blocca e ripone in me tutte le sue aspettative su questo progetto. La cosa che mi spiazza di più è quello che dice alla fine: dice che la sua più grande creazione rimango io, per sempre. Non mi aveva mai detto queste parole, o almeno non in mia presenza. Questo mi fa pensare al fatto che sono stato molto duro con mia nipote e che ancora, da ieri sera, non ho sentito la signorina Potts e devo farmi perdonare da lei. In uno modo o in un altro, dopo essermi rimesso a nuovo, prendo una macchina ed esco dalla mia casa a Malibu per dirigermi alla sede della mia azienda. Mi fermo per strada a prendere una vaschetta di fragole per la signorina Pepper e, purtroppo, non ho soldi con me, così lascio il mio orologio al venditore, anche se fa fatica ad accettarlo, e poi riparto sentendo lui che grida "crediamo in te". Quando entro dentro lo studio della signorina Potts, con disapprovazione della sua segretaria, la sento parlare al telefono su qualcosa che la Stark deve continuare a tenere.. ah si, l'armatura presa "in prestito" da Rhodey. Ovviamente, in tutto questo casino, devono mettersi nel mezzo anche giornali e giornalisti dicendo che la signorina Potts era la mia segretaria e che, sicuramente, non ha le referenze adatte a dirigere un'azienda. Il tipo mi ha stancato e il suo sguardo mi incenerisce così metto il muto alla televisione. Mentre le continua a parlare al telefono, mi guardo un po' in torno notando che ci sono ancora moltissime cose mie che non ho spostato da qui dentro. Mentre parla, mi guarda e chiede indirettamente:- Se Tony Stark ci sarà?

-Ci sarò?- chiedo prendendo una sedia e avvicinandola alla scrivania.

-No, non ci sarà.

-Vorrei esserci.- dico sedendomi.- Ha un minuto?- chiedo quando posa il telefono ma lei mi guarda malissimo.- Ha appena attaccato, è libera.- la guardo e lei guarda il suo orologio iniziando a fare il conto alla rovescia, cosi mi affretto a parlare. -Va bene, io volevo .. mentre stavo venendo qui , ho pensato che il motivo era perché volevo scusarmi ma non è cosi..

-Oh, quindi non è venuto per scusarsi?- mi domanda sempre con un tono accusatorio.

-Certo, quello è sottointeso. Poi, ci arriviamo. Ma non sono stato del tutto onesto con lei e volevo cercare di rimediare.- dico ma l'oggetto che si muove davanti ai miei occhi mi da estremamente fastidio che mi fa distrarre molto.- Lo possiamo spostare? Mi da al cervello. E' come una ruota panoramica, io non riesco..

-No.- dice lei interrompendomi così mi sposto io con la sedia e mi schiarisco la voce.

-Sa quanto è breve la vita? E se io non riuscissi mai ad esprimere, a proposito questa è, mi pare, io la ritengo sintomatica. Mi porta .. io.. io.. sarebbe bello se .. Io vorrei riuscire a dire, anzi io dico e basta..- ma lei blocca la mia farneticazione.

-Posso fermarla qui, d'accordo? Perché se proverà a dire io un'altra volta le lancerò un oggetto pesante dritto alla testa, credo. Io sto cercando di portare avanti un'azienda. Lei ha la vaga idea di cosa significa?

Io sono Iron ManDove le storie prendono vita. Scoprilo ora