capitolo 6

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Il giorno seguente ancora sconcertata da ciò che Fall mi disse, non tornai a casa, dormii in palestra.

Così ebbi tutto il tempo per fare ricerche su internet su Julia Robinson.
Alcune fonti dichiaravano la sua morte a causa mia, altre parlavano dell'arresto cardiaco. Dopo svariate ore di ricerche stavo per arrendermi rassegnata al fatto che comunque c'erano prove dell'omicidio. Continuai a scorrere verso il basso e trovai un blog intitolato '''www.JuliaRobinson.net'''
Aprii il link in un'altra pagina, era un sito delle-dei fan di Julia. Vidi una foto di Julia nel letto di ospedale con milioni di fiori attorno insieme ai fan.

Era ricoverata nell'ospedale dietro il municipio.

Insomma il mi diressi la mattina seguente in ospedale, chiedendo di Julia Robison

"Scusi, mi può dire dove si trova la camera di Julia Robinson? " chiesi per l'ennesima volta all"ennesima infermiera.

"Scusi, ma lei chi è?  Un parente, un amico? "

"No, mi chiamo Summer Shepard e volevo...." non mi fece finire la frase che mi interruppe dicendo

"Quella Summer Shepard? " annuii confusa e spazientita "Grandioso la porto subito dalla signorina Robinson,  avete molte cose di cui parlare"

Prendemmo due ascensori diversi per arrivare al terzo piano, nella stanza 823. Seguii la piccola infermiera esaltata dai capelli bruni fino alla porticina beije di Julia.

"Prego entri pure" disse per poi allontanarsi.

"Julia?" dissi timorosa e spaventata.

La ragazza stesa sul letto mi scrutò dalla testa ai piedi con un'aria che diceva <<ma io ti conosco>> poi il suo sguardo si illuminò riconoscendimi.

"Summer? Oddio la mia migliore amica si fa viva dopo anni! "
Una lacrima scese dal mio occhio ormai offuscato.

"Non sapevo fossi tu mi dispiace Julia non volevo farti avere un arresto cardiaco" dissi disperata nel vedere la mia vecchia migliore amica su un letto d'ospedale

"Summer neanche io sapevo chi fosse la mia avversaria, eravamo cadette, lo sai che non è permesso far vedere il volto nelle competizioni. "
Disse Julia cercando di consolarmi.

"È vero ciò che si dice in giro? Che sei...ecco...paralizzata?"

"No certo che no. Ho messo io in giro questa storia perché non voglio che gli sponsor continuino a chiedermi di gareggiare"

"Quali sponsor? "
"Bhè dopo che mi hanno dimessa ho continuato a fare boxe a livello agonistico vincendo l' American International. Così milioni di sponsor si fecero avanti. Poi con l'incidente dovettero operarmi d'urgenza alle gambe con il rischio che si paralizzassero, così non fu, ora sono in ospedale da tre mesi. Ed è terribile." mi disse con gli occhi sognanti

"Perché? " chiesi curiosa e facendola sorridere disperatamente.
"Non è facile stare in un letto di ospedale, questa stanza era dedicata ai casi ormai persi, la cui vita era ormai al limite, molte delle quali erano su questo letto. Mi sento sempre osservata, durante la notte faccio sempre incubi. Ti prego....portami via. "

Mi guardò con un'aria disperata, voleva davvero andarsene da quel posto orrendo. Così chiamai mia madre che era un avvocato, parlò con i medici di Julia e la fecero uscire di li.

In macchina parlammo tutto il tempo delle cose che ci siamo perse l'una dell'altra.

"Come sta Grace? Siete rimaste unite?"
"Si la tua seconda migliore amica sta benone. "

Il tragitto fu pieno di gioia, chiacchiericci vari, della mia vendetta, dell'Università, e della vita che ci si mostrava davanti, una vita che avremmo condotto io, Julia e Grace;  insieme

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