capitolo 17

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Un sorriso spontaneo nacque sul mio volto. Guardai felicemente l'infermiera davanti a me

"Sei innamorata piccolina? " mi chiese curiosa

"Non so cosa sia l'amore" risposi sinceramente.

È vero, non sapevo cosa fosse l'amore. Tutti lo descrivevano come un'emozione meravigliosa, unica, che non capita spesso...altri mi dicevano che è solo dolore e possessività.

L'infermiera scoppiò a ridere.

"L'amore ha varie sfumature di significato, che ovviamente variano a seconda della persona. Ma i sintomi sono gli stessi." disse

Sgranai gli occhi, per chiederle di continuare il discorso

"Bhè, appena si sente il suo nome, gli occhi cominciano a brillare, il cervello va in tilt, il cuore a battere più velocemente, sul viso compare il sorriso, e sia lodato il signore ma niente e nessuno è in grado di spegnerlo."

Detto questo uscì dalla stanza per chiamare mia madre e mio padre, che non avevo nessuna voglia di vedere.

In quella mezz'ora pensai a tutto.
Maledicendomi per non averlo capito prima, per aver maltrattato Fall, che in realtà era solo innamorato di me, come io di lui, rendendomi conto che ho paura di soffrire, vendendo il mio cuore ad una persona. Ma ne avevo bisogno e quel giorno mi decisi a dirgli tutto.

*********

"Summer!!!" urlò mia madre entrando nella stanza. Era in lacrime, gli occhi erano circondate da borse enormi.

"Hey, mamma. Ciao. " dissi sorridendole per farle capire che stavo bene.

"Summer. "
"Papà" ci dicemmo freddamente. Mi stupii quando notai che la situazione di mio padre era molto più tragica rispetto a quella di mia madre.
Era tutto spettinato, gli occhi gonfi e rossi, la voce tremolante, il pantalone del pigiama.

"Stai bene? " chiese con voce più tenera.
Protesi le braccia verso di lui e ci si immerse dentro. Fu l'abbraccio più bello della mia vita. Riuscii a sentire il cuore di mio padre battere all'unisono con il mio. I respiri fondersi. Eravamo una sola persona.

"Piccola mia mi dispiace da morire. Ho solo paura che tu faccia le scelte sbagliate. Hai il mio stesso carattere di quando giovane piccolina, e ho avuto il tuo stesso atteggiamento nei confronti del nonno e della nonna. Alla fine mi ritrovai senza casa, a chiedere il perdono dei nonni e lavorare. Non voglio che accada pure a te." sapevo. Sapevo già tutto. Quando ero piccola ed ero malata, non potevo andare in palestra, e non avevo libri a portata di mano, leggevo il diario di papà. So tutto di lui, dalla tarda infanzia fino alla mamma. Aspettavo solo che me ne parlasse.

"Summy tesoro" ci interruppe la mamma "ho una proposta da farti." papà si staccò dall'abbraccio e guardò la mamma.

"Dato che è l'ultimo anno? Perché nom smetti la scuola e cerchi un lavoro? So quanto tieni allo studio, ma se non hai tempo di andare a scuola. Diccelo"
"No mamma, non voglio smettere di studiare. È vero non ho tempo di andare a scuola. Quindi l'unica opzione è chiedere al preside di farmi fare ora gli esami. Non credo che mi negherà questa opportunità. " dissi sicura di me.

"Se vuoi ci parliamo noi con il preside" aggiunse papà.
"No. Il mio obbiettivo principale e smettere di dipendere da voi. Ho diciotto anni. Sono grande. Posso farcela senza di voi. " dissi sorridendo, cercando di credere alle mie stesse parole.

Dieci minuti dopo, i miei se ne andarono. Ed entrarono Grace e Julia. Erano davvero preoccupate, glielo si poteva leggere negli occhi.

"Hey...tesoro, come stai? " disse Grace

"Bene, voi? "

"Ma sei fuori?  C'è ti chiediamo come stai dopo che sei stata in ospedale praticamente in coma per tre giorni e tu rispondi cosi? " sbraitò Julia.

"Julia ma che ti prende? Volevi che ti rispondessi che stavo male, che dovevate chiamare l'infermiera? Sto bene, e da brava persona ho chiesto alle persone più importanti della mia vita come se la sono passata tre giorni senza di me! " mi difesi. Julia fece vari respiri metre Grace le accarezzava la schiena.

"Scusala Summy, aveva paura di perderti. È un po' sotto shock. "

"Cosa? Ha pensato seriamente che la lasciassi sola? Così che lei sparlasse in giro di me? No no no sa troppe cose non posso abbandonarla, come non lo posso fare per te"

Scoppiammo tutte a ridere, come se niente fosse successo.
E avete presente quando volete che accada qualcosa, ma nel frattempo non vuoi che accada perché sarebbe troppo difficile da affrontare? Ecco.

"Summer? "

"Salve coach, come sta? " chiesi ancora ridendo.

"Invecchio. Tu invece?  Hai smesso di scomparire? "

"Sisi, non si preoccupi…ma…Fall? "

"È per questo che sono qui. "

Mi cadde il mondo addosso. Non riuscivo a capire cosa diamine fosse successo. E perché. Perché Fall non era lì con me, ma c'era suo padre?  Perché?  Cosa li era capitato?

"L'anno scorso ha fatto domanda per l'Università all'FBI. Ieri è arrivata la lettera di ammissione. È nello stato di New York. Se ne è andato."

Bonjour ||COMPLETA||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora