capitolo 16

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Fall rimase fermo, fermo di emozioni…non parlò, mi fissò e basta.
I suoi occhi erano privi di ogni sentimento. Era triste, dispiaciuto…non so cosa avesse precisamente.

"Summy…" cercò di dire,  ma io ormai in lacrime mi girai
"No Fall, ora basta, mi giudichi sempre, ma in realtà neanche mi conosci, sei solo il mio allenatore, un mio amico che a mala pena conosco! "

"No Summy io ti conosco benissimo:il tuo colore preferito è il verde acqua, non hai una canzone preferita perché ti piacciono più o meno tutte, il tuo sogno è andare a vivere a Parigi, la mattina hai l'abitudine di metterti sul divanetto davanti alla finestra a leggere romanzi rosa, i tuoi occhi brillano appena li vedi, piccole gocce di sudore ti scendono dalla fronte ogni volta che fai le equazioni..."

"No Fall, questa è attenzione nei miei confronti, tu non mi conosci, perché se mi conoscessi, sapresti il mio passato, il mio carattere, la mia situazione familiare. Mi dispiace. "

Rimase zittito dalle mie parole, come se li avessero sfracellato il cuore in mille pezzi, come se lo avessero fatto anche a me.

Fall, era un ragazzo meraviglioso, non solo di carattere, ma anche d'aspetto: occhi color cioccolato, un sorriso coinvolgente, dei capelli ricci meravigliosamente stupendi, un fisico da paura...tutto ciò che una ragazza potesse desiderare. Ma a me Fall interessava per lo più per il carattere, c'era qualcosa che mi incuriosiva, qualcosa misterioso, un segreto;  lo vedevo dagli occhi.
Come mio nonno, che nascose il suo cancro a tutti, fino all'ultimo rimase con la nonna, perché ne era davvero innamorato, e per non farla soffrire, morì.

"Summer?! Che hai piccola? " disse venendomi incontro abbracciandomi, accarezzandomi la nuca, la schiena, stringendomi a se. Mi consolò.

Ancora una volta la sorgente sgorga lacrime…

"Hey hey Summy, tranquilla sul serio calmati! " disse preoccupatissimo

Il mio respiro si fece affannoso tanto da sentire un peso oppressivo sul petto, cominciai a tremare dalla testa ai piedi, a sudare a tal punto da inumidire la maglia.

"OK Summer calmati adesso" disse continuando ad abbracciarmi.

"Grace, Julia!  Aiutatemi! " urlò Fall

Le ragazze scesero immediatamente, fermandosi sulla rampa finale, sbiancando

"Fall che sta succedendo?"
"Chiamo il 911!"

La vista si appannava, tutto si offuscava, le forme, i suoni, i rumori. Il mondo si spegneva. Fino a diventare tutto nero

******

Mi svegliai in una stanza bianca, piena di palloncini rosa e celesti. Un leggero mormorio di sottofondo e una luce accecante mi costrinsero a muovermi, e pian piano ad aprire gli occhi.

"Buon giorno." mi disse una signora anziana dai capelli rossi e una leggera ricrescita bianca e dalle curve molto abbondanti

"Dove sono? " provai a muovermi, ma un dolore lancinante alla testa mi costrinse a rimanere ferma.

"In ospedale, hai avuto un attacco di panico, sei svenuta, i tuoi amici sono venuti a trovarti ogni giorno." sorrise accarezzandomi la fronte

"Da quanto sono qui? " domandai

"Quasi tre giorni. Domani mattina ti rimettiamo. "

"Sa i…nomi delle persone che stavano qui? "
chiesi nella speranza di sentire un nome che mi avrebbe fatto sorridere

"Si…emh…Julia…Grace e...Derek. Ce n'era un altro che è venuto solo il primo giorno. Appena ha saputo che non ti risvegliavi ha cominciato a dare di matto, si è messo a piangere ed è andato via."

"Oh…" dissi delusa capendo quanto tenessi a lui,  quanto mi piacesse essere in sua compagnia

"Io ho detto che non è venuto di giorno. Non ho mai detto che non è venuto di notte……" disse sorridendomi

Bonjour ||COMPLETA||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora