Chapter 14

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Dopo aver urlato a mia sorella, ero tornato a casa e lei ancora non era arrivata a casa, magari sarà a Piazzale Michelangelo, pensai. Poi mi squillò il telefono.

"Lei è signor Christian?" disse una voce che non conoscevo.

"Si,sono io" risposi titubante.

"Salve,sono il dottor Di Paolo, sua sorella Federica, ha avuto un'incidente ed è in ospedale"

Chiusi la chiamata e mi diressi a tutta velocità in ospedale; appena arrivai chiesi di Federica e mi indicarono il dottore.

"Salve,sono Christian, come sta mia sorella?" chiesi preoccupato.

"Sua sorella è in sala operatoria, le sue condizioni erano talmente gravi che abbiamo dovuto portarla in sala operatoria"

"Cos'ha?"chiesi preoccupato.

Il dottore mi fece sedere.

"Christian,ha un'emorragia alla testa, causata dalla botta, il polso destro è rotto, ha riportato ferite meno gravi alle gambe, ma i nostri dottori si sono focalizzati sul cervello e c'è rischio di coma"

Ringraziai il dottore e mi misi in sala d'aspetto e chiamai Federico Chiesa.

"Fede,vieni in ospedale" dissi velocemente.

Un quarto d'ora dopo, Federico arrivò e gli spiegai la situazione.

"E' colpa mia, le ho urlato appena eravamo nel parcheggio, è tutta colpa mia. Non posso perdere anche lei. Lei ha tutta una vita davanti,merita di fidanzarsi, di sposarsi, di avere una famiglia tutta sua e di morire quando ormai sarà vecchia, non ora a vent'anni, è questo è tutta colpa mia." dissi piangendo mettendomi le mani nei capelli.

"Christian,non è colpa tua, tu hai cercato di proteggerla come un fratello maggiore dovrebbe fare. Si risolverà tutto, vivrà la vita che sogni che faccia. Tornerà in piedi. È una ragazza forte, lo leggo nei suoi occhi" dissi abbracciandolo.

Dopo 3 ore passate in sala d'aspetto il dottore mi chiamò e mi disse che potevo entrare.

"L'operazione è andata bene, abbiamo fermato l'emorragia, abbiamo medicato le ferite e ingessato il polso. Ora speriamo si risvegli."

Ringraziai il dottore e mi misi a guardarla. Era stesa nel letto, ferma,immobile. Aveva una fascia sulla testa, il polso ingessato.

Mi misi accanto a lei e le presi la mano.

"Tu ce la devi fare, non mi puoi abbandonare. Mi dispiace per ciò che ho detto, ti giuro non le pensavo. Devi svegliarti, devi continuare a vivere la tua vita. Ti prego svegliati." dissi piangendo.

**************

Mi dispiaceva vedere Christian in quel modo, volevo stargli vicino in un momento del genere, ma lui mi ha obbligato a tornare a casa e di riferire al mister ciò che era successo.

La mattina seguente, mi diressi a Campini per il solito allenamento;mentre ero per le strade di Firenze chiamai Christian per avere notizie, ma non era cambiato nulla rispetto al giorno prima.

Arrivai a Campini e, dopo aver salutato Franco, mi diressi verso la stanza del mister.

Bussai alla porta, e successivamente l'aprii.

"Buongiorno mister"

"Buongiorno Federico, c'è qualcosa che non va?" chiese notando la mia faccia.

"In effetti si, mister, ma non riguarda me. Mi ha mandato Christian. Mi ha detto di dirle che per un po' non si presenterà agli allenamenti,perché Federica ha avuto un'incidente" dissi tutto d'un fiato.

"O mio dio, lei come sta?" chiese preoccupato.

"Lei ha avuto un'operazione, ma ora è fuori pericolo, soltanto che non si è ancora svegliata..."

"Capisco.Finito gli allenamenti andrò da Christian, immagino come stia..."

"Christian sta malissimo, si sta dando la colpa dopo tutto quello che è successo ieri."

"Federico,torna negli spogliatoi che tra poco inizia l'allenamento."

Uscii dalla stanza del mister ed entrai nello spogliatoio.

Mi diressi in direzione di Bernardeschi e lo presi per il colletto.


"E'colpa tua se Federica è in coma!" dissi ringhiandogli contro. 

Rose nereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora