8 mesi dopo
"Amoreee,questo o quello?" dissi mostrandogli i vestiti da mettermi.
Lui non sembrava tanto interessato.
"Amore,è uguale" disse lui sbuffando dopo aver visto il centesimo vestito.
"Non è uguale, sto per incontrare la tua famiglia e voglio fare una buona impressione" dissi alterandomi.
"Amore,ma ti ameranno di sicuro come sto facendo io" disse avvicinandosi e baciandomi.
In quegli otto mesi eravamo riusciti a costruire un rapporto solido,nonostante fossimo simili caratterialmente; ogni tanto succedeva di litigare e entrambi avevamo imparato a mettere, ogni tanto,l'orgoglio da parte, perché fidatevi né io né lui saremmo riusciti a stare senza l'altro, e ogni tanto intervenivano il Chiesa e Christian a risolvere le cose tra noi.
Avevamo anche iniziato a vivere nella quotidianità, la mattina allenamenti,il pomeriggio in giro per Firenze come una coppietta normale; poi appena iniziato il campionato, andavo allo stadio quando erano a Firenze, e quando invece erano in trasferta li seguivo da casa o da lavoro, anche se Federico preferiva avermi tutta per se e voleva che non lavorassi così come mio fratello, ma mi ero rivoltata a entrambi battendomi per la mia indipendenza economica.
Quella mattina ero nel pieno dall'agitazione, anzi per la precisione lo ero dalla sera prima, quando mi annunciò che mi avrebbe portato a Carrara a conoscere la sua famiglia.
Quando me lo disse a cena, la forchetta mi cadde dalla mano e rimasi immobile a guardare il piatto, lui cercò di tranquillizzarmi in qualche modo, ma fu inutile, e ora rieccomi a smattare per tutta casa con dei vestiti in mano.
Appena fui pronta, ci mettemmo in viaggio verso Carrara. Le mie mani,sudavano e avevo il cuore che batteva a mille, lui penso che l'avesse capito, così mi mise una mano sulla coscia cercando di tranquillizzarmi, ma nulla da fare, l'unica cosa che può battere Berna è l'ansia.
Arrivati lui parcheggiò e scendemmo, mi prese per mano e ci avviammo alla porta di casa Bernardeschi.
Suonò al citofono e ci venne ad aprire una signora.
"Federico,sei arrivato!"
"Si,mamma, lei è la mia ragazza Federica" disse sorridendole.
"Piacere Federica"
"Piacere Federica, io sono Paola" disse sorridendomi "Dai entrate, è arrivata anche tua sorella Gaia"
Entrammo e sua mamma ci fece strada fino alla sala, dove c'erano suo padre Alberto, sua sorella Gaia con la bimba e suo marito Gabriele.
Poi sua sorella Gaia insieme alla madre, mi portarono a far vedere casa,e ci soffermammo in camera di Federico.
"Vedo che con i nomi, siete apposto" disse Gaia.
"Beh,in effetti, non hai tutti i torti" dissi ridendo.
"Come sta andando tra di voi?" chiese curiosa la madre.
"Beh,bene, ogni tanto volano piatti, ma è normale"
"Eh l'amore non è bello se non è litigarello"
Ci mettemmo a ridere, poi entrò Federico.
"Le state raccontando qualcosa che potrebbe utilizzare contro di me?"disse abbracciandomi da dietro.
"Forse si, forse no, sai noi donne ci siamo alleate contro di te e gli abbiamo detto delle cose, che potrebbe usare in qualche litigata"gli rispose Gaia.
Tornammo in sala e pranzammo.
La sua famiglia era accogliente, semplice e umile, proprio come lui.
Dopo il pranzo ci mettemmo a sedere sul divano a chiacchierare e Mami si mise su di me, fino a che non si addormentò.
"Ti adora" disse Federico avvicinandosi.
Gli sorrisi di risposta, era tutto al proprio posto, io e lui felici, e giovani. Chissà cosa ci avrebbe preservato il futuro.
Quando fu il momento di tornare a casa, presi Mami, che si era addormentata su di me, in collo e la portai in camera di Federico e la posai sul letto, le lasciai un bacio sulla guancia e tornai dal resto della famiglia.
Salutammo la sua famiglia e ci rimettemmo in marcia verso Firenze.
"La mia famiglia ti adora"
"Sono contenta. Vorrei che tu conoscessi la mia" dissi incupendomi.
"Non ti preoccupare, hanno cresciuto una grande donna"
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Rose nere
Fanfiction"Tu pensi di sapere tutto? Ma tu no non sai niente di me" "Tu sei fuori di te perché ti ho detto cose vere" "Tu sei fuori di te io ti ho portato rose nere" "Prova a farmi innamorare senza trucchi, rendimi felice quando spengono queste luci"