La mia espressione cambiò di colpo sotto lo sguardo delle mie amiche che non attendevano di certo una reazione del genere da parte mia.
«Credi di piacere a Eth... Ethan?», domandai con un tono di voce incerto, drammaticamente spezzato.
Preda di chissà quale pensiero contraddittorio, mi accorsi a malapena che Liz era andata via di corsa, per fare non-sapevo-cosa con non-sapevo-chi.
Momento perfetto Liz per lasciarmi da sola con la nostra amica, complimenti.
Eravamo accanto alle macchinette, in piedi. Sarah si era trasformata in una lastra di ghiaccio ed il suo sguardo, tutto fuorché amichevole, pretendeva spiegazioni.
«Qual è il tuo problema El?».
Eh, bella domanda. Quali erano i miei problemi?
Le sorrisi dolce, cercando di riprendere il controllo della situazione e mascherare il mio volto che non riusciva più ad assumere un aspetto sereno.
«Nessuno, scusami! Sono solo sorpresa, non me lo aspettavo affatto.. Uno come Ethan, poi!».
Sulla fronte di Sarah si formò un cipiglio. «Uno come Ethan cosa?».
Eh infatti, cosa cavolo intendevo?
Alzai le mani, muovendole insensatamente davanti la mia figura. «S-sì beh, sai come è fatto. Sempre con la testa tra le nuvole, preso dal suo mondo misterioso e dai suoi disegni».
Era evidente, stavo cercando di arrampicarmi sugli specchi senza alcuna dignità.
«Pensi che a Ethan non possa piacere una come me?», sbottò, volgendo lo sguardo verso il basso.
«Ma stai scherzando o cosa?».
«Elena, è semplice: guardami», si indicò platealmente, senza mai incrociare i miei occhi.
Di cosa aveva paura? Era giovane, brillante, intelligente e incredibilmente bella. Non di una bellezza da quattro soldi, ben confezionata e sempre in vista. Era qualcosa di più profondo, di più intimo. Aveva un sole dentro che illuminava e la investiva totalmente, anche quando gli occhi – come in quel preciso istante – si oscuravano per una nuvola grigia di passaggio, quel sole... Quel sole in lei era splendente, pura luce.
Come faceva a non vederlo, a non capirlo? Era così cieca?
Quali pensieri ingannevoli la paralizzavano?
Rimasi a fissarla, in silenzio. Finché non proseguì, doveva liberarsi da tutte quelle angosce che la opprimevano ed io sapevo essere un ottimo punching-ball.
Volse lo sguardo verso di me, pronta ad esplodere.
«Per te è facile, non puoi capire quello che intendo, hai avuto Nathan fino al mese scorso ed ora... Ora pensi che non ti ritenga una rivale con Ethan? Pensi che non mi sia accorta del modo in cui ti guarda? Stupidamente mi dicevo di stare tranquilla, ero convinta che a te piacesse Nathan e che forse il modo di fare carino e gentile di Eth con me poteva essere qualcosa di più, che andasse oltre voi». Prese fiato e abbassò nuovamente il capo, in evidente imbarazzo.
«Ma non può andarmi bene niente quando si tratta di amore, giusto? Sono una semplice spettatrice, vedo voi fidanzarvi ed io non so nemmeno cosa sia una relazione!», concluse, mordendosi l'interno della guancia.
Forse ha ragione quando dice che non posso pienamente capirla. Ma cavolo, di cosa si preoccupa? Si sta facendo dei problemi inutili, quasi come una zitella senza speranza con quaranta gatti in casa.
Le accarezzai dolcemente il braccio e di risposta alzò distrattamente il viso. Le sorrisi perché dalla sua espressione capii che si stava pentendo per il suo sfogo incontrollato.
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Quando passa l'Inverno
RomanceElena Cross è una ragazza di diciassette anni del tutto ordinaria, sopravvissuta alla fine nauseante del suo primo amore. Studia nella stessa scuola del suo iperprotettivo fratello Joe, del suo ex Nathan e del suo migliore amico Ethan. Ricominciand...