«E quindi...».
Distrattamente lo guardai, distogliendo l'attenzione dal mio adorato Mc Chicken. «E quindi cosa?».
Nathan teneva il suo sguardo fisso nel mio, ero abituata a divorare cibo davanti a lui, il rossore che percepivo chiaramente sulle guance dipendeva dall'intensità con cui cercava di scavarmi affondo, non dalla fogliolina d'insalata sfuggita dal mio morso.
Prese un paio di patatine dal vassoio e mi domandò: «Come vanno le cose con Ethan?».
Sbuffai. «Ne dobbiamo veramente parlare?».
«In qualità eccezionale di amico sono obbligato ad ascoltare i tuoi problemi», rispose provocatorio strizzando l'occhio destro ed arricciando il labbro.
Feci una smorfia, seppur fosse adorabile. «Sei solo un impiccione».
Rise e si strofinò il tovagliolo tra le mani, mantenendo i suoi occhi su di me. «Nah... Sono semplicemente interessato a te e a quello che ti far star male».
Presi un sorso di Coca-cola rumoreggiando un po' con la cannuccia.
«Pensi che stia male?», alzai le sopracciglia poco convinta.Sospirò e si avvicinò di pochissimo con il viso, fortunatamente avevamo un tavolo tra di noi che ci permetteva di rimanere ad una certa distanza di sicurezza. «Stai facendo finta che vada tutto bene, quando dai tuoi occhi traspare altro».
Accipicchia.
Piegai le labbra in una smorfia contraria, scuotendo la testa. «Non sto male, veramente. Sono scombussolata da tutte queste - presi tempo per cercare la parola adatta e imitando le virgolette con le dita continuai – novità».
Sbilanciando il suo peso, iniziò a dondolare con la sedia. Odiavo quando lo faceva, avevo sempre il timore che potesse cadere all'improvviso.
«Posso aspettare tutto il tempo che vuoi».
«Per cosa?».
«Non ci alzeremo da qui finché non mi dici cosa ti passa per quella testolina», rispose accennando un sorriso.
Mi guardai intorno in cerca di non so quale appiglio per scappare via. Il fast food non era particolarmente affollato, il nostro tavolino era accanto alla vetrata che dava sulla strada e nelle nostre vicinanze le postazioni erano per lo più vuote. A pochi metri da noi c'era un gruppetto di amici che parlottava e rideva rumorosamente e una coppia, supponevo di fidanzati a giudicare dalle loro mani intrecciate e dai loro sguardi raggianti, che sembrava possedere una propria dimensione magica.
Dopo una manciata di secondi, mi voltai nuovamente verso di lui, cedendo alla sua curiosità. «Beh... Da dove vuoi che inizio?».
Si grattò il mento, fingendo di pensarci su. Già sapevo bene dove voleva andare a parare.
«Ethan», disse.
Alzai gli occhi verso il cielo, non avevo proprio voglia di parlarne, ma dopo averlo lasciato solo al parco correndo via gli dovevo assolutamente dei chiarimenti.
Mi grattai la testa e presi coraggio.
«Beh... Ethan... Sembrerebbe che non ci parliamo più a causa di una sciocchezza, ingigantita per colpa del mio caratteraccio. Ora a malapena ci guardiamo in faccia e...», abbassai il viso cercando di coprire l'imbarazzo. «Sembrerebbe che si stia frequentando con Sarah», confessai.
Finì di sorseggiare l'acqua direttamente dalla bottiglietta prima di riprendere la parola. «Con Sarah la tua amica?».
«Sì».
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Quando passa l'Inverno
RomanceElena Cross è una ragazza di diciassette anni del tutto ordinaria, sopravvissuta alla fine nauseante del suo primo amore. Studia nella stessa scuola del suo iperprotettivo fratello Joe, del suo ex Nathan e del suo migliore amico Ethan. Ricominciand...