Piccola ragazzina egoista.

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«Non vedo l'ora, sarà fantastico!», urlò Liz entusiasta.

Annuii senza darle troppa corda. Stringeva in mano il volantino del ballo invernale, evento che riempiva di gioia tutto il genere femminile dell'Istituto. Tranne me.

«Sarà in tema natalizio e a quanto pare verranno sorteggiati Babbo e Mamma Natale», le si illuminò lo sguardo.

Alzai gli occhi al cielo. Ero in preda ad un attacco di nausea. «Tema natalizio? Che originalità!», borbottai.

Babbo e Mamma Natale, ma sul serio?

«Dovrò essere perfetta per le foto con Tom, dobbiamo assolutamente andare a fare shopping. Che ne pensi?», mi tirò il braccio compromettendo il mio equilibrio notoriamente precario.

Andai a sbattere contro un tizio palestrato, biondino. «Scusami», sussurrai paonazza al suo petto. Mi ritenevo abbastanza alta, ma in confronto a quello lì sembravo Puffetta con i capelli scuri.

Strizzò l'occhio malizioso. «Di niente piccola!».

«Ti prego, no!», risposi disgustata scostandolo.

Lo superai senza vedere la sua reazione e mi incamminai verso le macchinette con Elizabeth ancora al mio fianco. Avevo un disperato bisogno di caffè. Digitai il numero e appoggiandomi al muro attesi paziente.

Liz mi guardava e non smetteva di sorridere. Ma con che cosa avrà fatta colazione questa mattina?

«Sarebbe un bel colpo di scena!», esclamò battendo le mani.

Aggrottai le sopracciglia. «Cosa?».

«Andare al ballo con quel ragazzo, ti stava mangiando con gli occhi. Si chiama Liam, è dell'ultimo anno, fa parte della squadra di Basket!».

Non c'era nella sua voce nessuna traccia di ironia, ma non poteva dire sul serio. Vero?

Scossi la testa chiudendo gli occhi. «Ma cosa ti passa per la testa? Ma sei pazza?».

«Stai tranquilla, stavo solo immaginando le facce di Nathan e Ethan mentre ti vedevano ballare con Liam. Sarebbe stato fantastico», rise sotto i baffi.

Sorseggiai il caffè cercando di ignorare e dimenticare quanto ci eravamo appena dette. La mia amica stava delirando a causa dell'euforia per il ballo, non c'era nessun'altra spiegazione logica.

«AAAAAH, non vedo l'ora!», urlò di nuovo eccitata.

«Liz, datti una calmata!», la rimproverai alzando il tono della voce. Tre ragazzi si voltarono a guardarci, sorridendo. Stavamo diventando l'attrazione dell'intervallo.

Il suo sguardo era perfidamente divertito. «Una calmata? Ma ti senti? Dovresti essere eccitata come me!».

«Sì, in un'altra vita», ballare? Chi ne era mai stata in grado? Andava ben oltre le mie capacità.

«L'anno scorso eri entusiasta!».

Sbuffai. «L'anno scorso ero diversa».

«Sicuramente più simpatica», bofonchiò.

«Bah», buttai nel cestino il bicchierino di plastica ormai vuoto. «Piuttosto, hai fatto quello che dovevi?», chiesi circospetta.

Lei lanciò un'occhiata alle mie spalle prima di rispondere. «Sì, sono andata in bagno durante la lezione di trigonometria e ne ho approfittato per incontrarmi con lui».

Deglutii. «Che espressione ha fatto quando gliel'hai consegnata?».

«Tra il sorpreso ed il turbato, ma sono scappata subito per tornare in classe», rispose.

Quando passa l'InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora