Per favore Ethan, parlami.

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Ciao Eth,

avrò scritto e riscritto questa lettera una ventina di volte, convinta di non essere in grado di esprimerti ciò che ho dentro.

Non sono ancora soddisfatta, probabilmente perché mi fa così strano utilizzare una penna e un foglio per parlarti. Non abbiamo mai avuto bisogno di questi mezzi, bastava uno sguardo... Nulla più.

Cosa ci è successo?

E' una domanda che non smetto mai di pormi e alla quale ogni volta cerco di darmi una risposta diversa per zittire la mia coscienza.

Ci credevamo indistruttibili, eppure a malapena ci rivolgiamo la parola, sono subentrati segreti tra di noi che ci hanno diviso come fossero una montagna troppo alta da scalare. Ci siamo arresi?

Sono qui, impacciata più che mai, a scriverti che no, io non mi arrendo più.

Abbiamo ancora la possibilità di fare qualche passo indietro e ricominciare. Da dove iniziare però?

Beh, non ne ho la più pallida idea e lo ammetto, sono parecchio spaventata.Tra i due, il più pratico e intuitivo a risolvere i problemi eri tu, io sapevo solo crearne di nuovi. Del resto come posso dimenticare le tue espressioni perplesse e arrendevoli quando non facevo altro che incasinarmi la vita?

In questo mese ho avuto modo di pensare molto a te, a me e alla nostra amicizia. Il tuo silenzio mi ha costretta a rivedere da zero l'evoluzione della nostra relazione e capire, forse con qualche aiutino esterno, che probabilmente la nostra non era solo una profonda amicizia e che oltre all'attrazione che avevamo palesemente esplicitato qualche tempo fa, c'è qualcos'altro che non ha intenzione di "muoversi".

Già immagino la tua espressione corrucciata e il tuo passarti la mano tra i capelli più e più volte per esorcizzare i pensieri o i sentimenti che ti tormentano. Ho capito una cosa sai? Bisogna lasciarli andare... Insomma, lasciarli fare, agire.

Libere. Lasciamo libere una volta per tutte le nostre emozioni e guardiamoci negli occhi per quel che siamo.

Poco fa scrivevo: "qualcos'altro che non ha intenzione di muoversi".

Capisco che per te non può essere così facile intuire cosa intenda ed è per questo che cercherò di tirar fuori tutte le mie penose qualità di scrittrice per chiarire questa strana espressione che ho utilizzato.

Vedi Eth, c'è qualcosa a cui non so dare un nome che è rimasto bloccato al centro del torace, dietro lo sterno, nel bel mezzo dei due polmoni e quando incontro il tuo sguardo mi reca un fastidio tale da farmi mancare il respiro. E' da giorni ormai che provo a liberarmene, ma nulla... Non esce. Non si muove da lì!

I segreti hanno provato più e più volte a debellare questa cosa-senza-nome, ma a quanto pare non ci sono riusciti.

E' arrivato il momento quindi di spiegarti, dietro un foglio maledetto, ciò che è successo e sta succedendo tra me e Nathan.

Per fare in modo che questa montagna diventi collina da qualche parte dovremo pur iniziare, non trovi?

Nathan è la mia debolezza, lo è da tempo e chissà per quanto altro. Questo già lo sai, non è di certo una novità, ma non ti ho mai raccontato che c'è stata una sera in cui si è intrufolato a casa mia per chiedermi aiuto ed io non mi sono tirata indietro. Non perché non potessi farlo, ne avrei avuto tutto il diritto dopo quello che mi ha fatto passare, ma perché ho l'ossessivo bisogno di sapere che lui stia bene, a prescindere dalla nostra storia.

A quanto pare vuole stare di nuovo con me, eppure c'è quella cosa-senza-nome che mi torna a dare fastidio tutte le volte che concedo un pensiero, un gesto, un sogno per lui.

Non fraintendere, almeno per questa volta voglio essere il più chiara possibile con te.

Di Nathan ne ero innamorata, ora non posso di certo scriverti che non provo più nulla per lui, forse mi piacerà sempre o in un modo o nell'altro resterò legata alla sua vita, ma...

Ethan ci sei tu.

"Ci sono sempre stato", risponderesti prontamente. E' vero, c'eri anche la prima volta in cui io e Nath ci siamo semplicemente guardati per i corridoi ed io stavo per avere uno stupido mancamento, ma non così. Non come adesso, non come oggi.

Puoi contraddirmi?

Tutto non si riduce però a questo triangolo amoroso preso da chissà quale romanzo rosa. Se mi trovo costretta a scriverti una lettera per parlarti, c'è ben altro da chiarire. Non trovi?

Ora è il tuo turno, è il momento dei tuoi segreti ed ho una lista così lunga di domande da farti che ho deciso di risparmiartene qualcuna, ma puoi stare tranquillo, le terrò gelosamente da parte per la prossima volta.

Perché non mi hai mai raccontato di Nathan?
Cosa c'è veramente tra te e Sarah?
Perché non mi hai più voluto parlare?

Arrendiamoci. Butta via le armi e l'orgoglio.

Per favore Ethan, parlami.


Ah... quasi dimenticavo, scusami per tutto. Sono stata una piccola ragazzina egoista.

Elena

Quando passa l'InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora