Non mi dispiacerebbe essere il tuo Dio.

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Nathan verrà a vivere a casa mia.

Ero sconvolta. Quei due, che per anni avevano tacitamente deciso di fingere di non conoscersi a causa di vecchi e nuovi rancori, vivranno insieme.

Ethan, Nathan.
Nathan e Ethan.
Santa pace, la mia vita non era affatto noiosa.

Mi buttai a letto, strapieno di vestiti da mettere in valigia, fissando il soffitto.

Desideravo veramente partire, ma la prospettiva di avere entrambi a stretto contatto ventiquattro ore su ventiquattro mi provocava una certa ansia.

Mi misi su un fianco guardando di sbieco la valigia aperta e vuota sul pavimento.

«Maaaaamma, mi vieni ad aiutare?», urlai disperata alla ricerca di un supporto che sapevo bene non sarebbe mai arrivato.

Il cellulare si illuminò attirando la mia attenzione, dall'arrivo a scuola lo avevo impostato in modalità silenziosa, dimenticandomene completamente.

Lo presi dal comodino e mi sdraiai sulla schiena tenendolo in alto tra le mani.

Il nome di Nathan risaltò a chiare lettere, ponendosi in contrasto con l'immagine della mia serie TV preferita sullo sfondo.

È andata bene. Mamma è felice, ma sarà dura. Domani Natalie si è offerta di portare le sue cose lì, mentre noi saremo in partenza per Londra. Durante il viaggio non voglio pensarci troppo, vediamo di divertirci.

Sorrisi. Non avrei mai potuto immaginare quanta forza si celasse dietro la maschera arrogante e strafottente di Nathan.

Avevo capito bene quali fossero le sue armi di difesa per proteggere la sua famiglia, sua madre e la sua storia.

Questo aveva portato a fargli collezionare nel tempo scelte e azioni decisamente sbagliate. Ricordai il video e le sue intenzioni assurde di ricatto che si palesarono una volta scoperto.

Roteai gli occhi, sembrava fosse passata una vita da quel giorno.

Certamente in tutto quel tempo trascorso avevo imparato, a volte con serie difficoltà, ad affrontare e a conoscere ogni sfumatura del ragazzo dagli occhi cielo.

Che Nathan fosse il mio tenebroso Christian Grey?

Risi da sola al pensiero assurdo che aveva formulato la mia testa.

Il divertimento sarà la nostra parola d'ordine.
Sono orgogliosa di te Nath, per qualsiasi cosa sai che sono e sarò sempre dalla tua parte, inviai felice.

Sì, tante cose erano cambiate.

Il mio sguardo ricadde sul pavimento.

«A parte riempire questa cavolo di valigia, maaaaammaaaaaa ti preeego».

Un assonnato Ethan mi aspettava davanti al pullman. Sbadigliava teatralmente stropicciandosi gli occhi. Hai fatto le ore piccole caro?

«Buongiorno Ele», ha i capelli ricci completamente in disordine. Sorrisi.

«Ma ti sei almeno lavato la faccia questa mattina?».

Una seconda voce mi colse alla sprovvista.
«No, ho tenuto il bagno occupato piccola». Ma dove sei?
Mi girai intorno finché non mi accorsi di una testa appena fuori dal finestrino del mio... Mio cosa?

«Buongiorno Nathan. Questa cosa che abitate insieme non riesco proprio a metabolizzarla».

«Nemmeno io», rispose Eth roteando gli occhi e suscitandomi una risata.

«Condividi il viaggio con me?», mi domandò fingendosi disinteressato.
«Sì Ethan, ti sto tenendo il posto. Sali?».

«Oh mio Dio», imprecai sbuffando contro la sua ennesima intromissione.

«No tesoro, sono Nathan anche se non mi dispiacerebbe essere il tuo Dio», sorrise malizioso.

Alzai la testa rivolgendo lo sguardo nella sua direzione. «Tesoro», imitai grossolanamente la sua voce. «Tu sei il mio Inferno personale».

Guardai di nuovo Ethan sorridendogli.

«Sono vicino a Liz e vi prego, non fatemi saltare i nervi».

Questi due giorni saranno così lunghi.

Quando passa l'InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora