Leggete lo spazio autrice per favore!❤️
Buona lettura.«Alissa sei tornata finalmente. Preparati che tra un po' è pronta la cena» dice Mel rincuorata dal mio ritorno. Mi dà un abbraccio caloroso, in cui percepisco di essere capita e perdonata per la mia reazione, e poi vado in camera.
La mia stanza non è bellissima, ma ho cercato di renderla confortevole. Ho un letto a una piazza con un coperta rossa, il mio colore preferito, qualche foto mia appesa con la mia mamma e qualche ricordo. Mi tolgo i vestiti, prendo il cambio e un asciugamano e poi vado verso il bagno.
Apro la doccia e mentre aspetto che l'acqua si riscaldi guardo il mio riflesso. Quella non è la vera Alissa. Mi strucco. Eccomi. Alissa Thompson in tutta la sua veridicità. Guardo il mio corpo nudo e rivedo i segni, i lividi, la sporcizia che mi lasciava addosso. I ricordi si stanno impadronendo della mia vita e io non so più uscirne.
Entro nella doccia e mi strofino con forza, cercando di cancellare i segni indelebili che il mio passato mi ha lasciato, nonostante non si possano vedere a occhio nudo.
Dopo la doccia mi asciugo e mi vesto, poi mi reco al piano di sotto dove si trova la cucina col tavolo da pranzo. Tutti sono seduti: Melissa, Jason, Dave,...manca Madison. La capisco, anche io non mangiavo all'inizio, ma è stato un errore. Mi ci sono voluti mesi per ricominciare a mangiare normalmente, senza il desiderio di vomitare tutto ciò che introducevo nel mio corpo. Dopo un quarto d'ora di viavai tra Jason e Mel alla camera di Madison, iniziamo a mangiare cena.
«Melissa...io...mi dispiace per oggi.» esordisco schiarendomi la voce.
«Non fa niente Lissa, ti capisco. Non c'è bisogno di scusarti per ciò che hai fatto, è comprensibile le tua reazione.» risponde. Cazzo potrebbe fare la motivatrice.
«Ti va se dopo parliamo? Solo dieci minuti» le chiedo.
«Ma certo. Ora mangia la pasta che sennò si raffredda.» mi risponde con un sorriso.
Durante il pasto parliamo della nostra giornata e mezz'ora dopo sono davanti alla porta dell'ufficio di Mel. Mi passo le mani sudate sui pantaloni, poi busso.
«Avanti» mi invita la voce rassicurante di Melissa dall'interno della stanza.
Mi siedo sulla poltrona in pelle dell'ufficio e prendo un bel respiro. Gli occhi di Melissa mi scrutano attenti scannerizzando ogni mia singola mossa, aspettando l'inizio di un discorso da parte mia, che però non arriva.
«Beh, Lissa, cosa mi volevi dire?» mi incita Mel con il suo solito sorriso sincero.
«Io, oggi...sono andata in un posto» inizio.
«Oh quello lo avevo intuito» scherza Melissa.
«Insomma, me ne sono andata perché mi sono venute in mente delle cose» continuo.
«Lo so cara, e ti ho già detto che ti comprendo, ma non capisco dove vuoi arrivare» dice confusa.
«Non volevo parlare del luogo in cui sono andata o del mio passato, non per adesso almeno. Volevo parlare di cosa ho pensato lì, a parte al mio arrivo nella casa.» mi spiego.
«E dimmelo, tesoro. Sono molto stanca, oggi è stata una giornata molto dura» ridacchia lei facendo gesti teatrali.
«Insomma, ho pensato che potrei aiutare io questa Martha» «Madison» «Sì, lei, scusa.» mi correggo. È tutto il giorno che penso a lei è proprio ora mi sono scordata il suo nome.
«Potremmo iscriverla nella mia scuola, io la aiuterò ad ambientarsi. E poi potrei farla entrare nelle cheerleaders se vuole; posso anche stare con lei qua in casa e aiutarla ad aprirsi almeno con me. Non voglio che si senta come mi sentivo io quattro anni fa, mi ricordo come stavo e ti giuro che non è bello.» concludo il discorso.
«Penso sia un'ottima idea. Cerca di diventare sua amica, ne ha bisogno in questo momento. La sua vita si è ribaltata da un momento all'altro e si è ritrovata qui con persone che non conosce, e so che tu sai bene come ci si sente. Ha bisogno di una spalla e tu potresti essere la sua» acconsente lei.
«Ora vai a dormire, che domani hai scuola. E riguardo a Madison, lei ricomincerà giovedì nel tuo istituto. L'avevo già iscritta oggi, prima della tua fuga.» mi fa l'occhiolino.
«Buonanotte Mel» mi alzo dalla sedia e la abbraccio.
Mentre esco dalla porta sento un «Buonanotte Alissa», poi vado in camera e mi addormento dopo qualche minuto.
* * *
La sveglia suona come tutte le altre mattine per ricordarmi che un altro giorno di merda è iniziato.Mi preparo per andare a scuola, poi, prima di andare di sotto per mangiare, passo davanti alla camera di Madison.
«Buongiorno Madison» dico a bassa voce, poi scendo le scale.
In cucina mangio un po' di torta fatta in casa da Melissa, poi do un bacio sulla guancia a tutti e vado a scuola.
Anche lì stessa routine di ogni giorno: sguardi, risate, e poi bagno con tre persone diverse in uno stesso giorno. Non ci provo neanche gusto, è diventata una noiosa abitudine.
Le lezioni sono sempre molto noiose, a parte qualcuna e, nonostante voglia dare l'impressione di essere la tipica ragazza ricca e stupida, in realtà vado abbastanza bene in tutte le materie, tranne che in fisica, e sto andando proprio a questa lezione per l'ultima ora.
«Ragazzi, le verifiche di inizio anno sono andate malissimo, tranne che per le solite persone» inizia la prof, poi gira tra i banchi consegnandoci le verifiche. Almeno la sufficienza, ti prego.
4. Beh potevo prendere tre.«Robinson, sei stato bravissimo. Ti sei meritato un bel nove. Thompson, prendi esempio dal tuo compagno. Anzi, Thomas, perché non le dai ripetizioni di fisica? Sono sicura che riuscirebbe a migliorare» dice la professoressa a un mio compagno dall'altra parte della classe.
«Posso farcela benissimo da sola» rispondo secca.
«Oh, Alissa, dici così da quattro anni, è ora di farti aiutare. Non vorrai arrivare l'anno prossimo agli esami senza saperti raccapezzare in un problema della mia materia, vero?» chiede la prof. Dio, vorrei prenderla a cazzotti in faccia, con quel suo tono angelico che mi dà sui nervi.
Acconsento con la testa e quando suona la campanella prendo le mie cose e esco come un fulmine dalla classe, ma mentre sto andando via, una mano mi afferra il polso e mi strattona.
« Alissa, giusto? » mi chiede il mio compagno, Thomas credo. In questi anni è stato sempre sulle sue, quindi non l'ho notato molto, ho solo e sempre saputo della sua esistenza.
« Sì. Tu sei Thomas? » chiedo, anche se conosco il suo nome.
« Sì, esatto. Volevo chiederti quando ci possiamo incontrare per le ripetizioni e dove .» mi chiede con un sorriso. E' carino.
« Potremmo metterci d'accordo per telefono, e per il posto direi un parco o...casa tua?» non lo porterò mai nella casa-famiglia, dovrei dirgli troppe cose e non me la sento.
« Va bene, allora ti do il mio numero» dice, poi ci scambiamo i numeri, anche se non penso lo chiamerò mai. Ci salutiamo e poi vado verso casa, faccio pranzo e poi come tutti i martedì: a scuola per l'allenamento con le cheerleaders e poi a lavoro.
Anche oggi ho avuto il pensiero fisso di Madison, ho deciso: domani le parlerò.
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Heylaaaaaaa! La storia sta andando avanti in modo un po' monotono, ma tra poco succederanno le cose che la porteranno avanti.Intanto Alissa ha conosciuto Thomas.
(Tra l'altro il figo nella foto se volete sapere chi è, lo trovate su Instagram con il nome:
@/okokalright )Dite nei commenti se volete vedere i personaggi, perché noi li abbiamo decisi e man mano potremmo uscirveli (esci il cane che lo piscio) in base a quello che volete. Quindi scrivere quale personaggio vorreste vedere.
Commentate e lasciate stelline✨, ci vediamo nel prossimo capitolo!📖
-Benedetta🌹💎
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Two is better than one
Teen FictionAlissa e Madison hanno 18 e 17 anni e un brutto passato alle spalle. Madison ha appena perso i genitori in un omicidio di cui stava per rimanere vittima. Ora si ritrova catapultata in una nuova vita, che non le appartiene. Nella casa famiglia dirett...