30. Madison

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Sono affacciata alla finestra di camera mia, dove ho un'ottima visuale di Alissa e Thomas. Non so come abbia fatto a scoprire che Alissa abita qui, ma adesso lei è in un bel casino. Mi sto torturando le unghie per il nervoso finché una mano si posa su di esse per farmi smettere. È Jason.

«Ma cosa ci fai in piedi?! Dovresti lasciare la caviglia a riposo e non sforzarla.» lo rimprovero, facendolo sedere sul mio letto.

«Volevo vedere anche io cosa sta succedendo là fuori.»

«Che situazione di merda...»continua lui.

«Già.» riesco solo a dire questo, sedendomi sul letto di fianco a Jason. Sono abbastanza esausta e in questa giornata non ho avuto neanche una gioia. Vorrei solo addormentarmi e svegliarmi nella vita di un'altra ragazza, una felice e tranquilla ragazza.

Restiamo ancora un po' in silenzio, a sentire debolmente la conversazione tra Alissa e Thomas, finché io non riprendo a parlare.

«Grazie, per essere restato con me questa notte. Ne avevo bisogno.»

«Di niente cipollina, lo sai che ti voglio bene.» mi risponde lui, mettendomi un braccio intorno alle spalle e facendomi appoggiare la testa sulla sua spalla.

È una bella sensazione, quella di trovarsi tra le braccia del tuo fratello maggiore, anche se in teoria e io e lui non siamo parenti. Vorrei chiudere gli occhi solo per qualche secondo ma sento il mio cellulare squillare e devo alzarmi per andare a prenderlo.
È Ryan. Mi sale il panico. Non posso parlargli, o forse si?

Jason si accorge che sto fissando la schermata del mio smartphone.
«Qualcosa non va?»

«È Ryan.» dico, continuando a fissare lo schermo.

«Beh, rispondi.» dice lui.

«Io... si, si rispondo.» mi decido e mi schiarisco la voce per rispondere.

«Ciao.»

«Ciao.» mi dice lui.

«Possiamo vederci per favore?» continua, dopo un momento di pausa.

«Io...ora non posso. Scusa. Lo so che dobbiamo parlare. È che non posso uscire di casa.» dico mentre appoggio la testa contro il muro. Mi fa male mentirgli. Ma ho paura che non capirebbe.
Lo sento sospirare.

«Senti, io credo che ci sia qualcosa che mi stai nascondendo. Ma non so perché. Pensavo che andasse tutto bene tra di noi ma adesso ho la sensazione che ci siano troppi segreti di cui non mi parli. E non capisco perché. Se sei nei casini, se hai problemi me ne puoi parlare. Io capirò ok? Puoi dirmi tutto. » sento che è teso, arrabbiato.

«Ryan... ho bisogno di capire quello che voglio. Te l'ho già detto. Mi devi dare tempo e-»

«Ma io non ho tempo, ok!? Non posso aspettarti per sempre!» mi urla così, interrompendomi e lasciandomi di stucco.

«Scusa, Madison mi dispiace. Non volevo dire...» inizia a scusarsi, ma non ho più voglia di stare a sentirlo. Non posso dirgli la verità e non è colpa sua, ma non so come sistemare le cose senza prima averci riflettuto.

«Devo andare, ci vediamo a scuola.» attacco senza aspettare una sua risposta e mi siedo per terra, appoggiata al muro e affondando la faccia tra le gambe.

«Stai bene?» mi chiede Jason. Mi ero dimenticato che era ancora in camera mia. Quando rialzo lo sguardo devo fargli cenno di aspettare e, tappandomi la bocca con una mano, mi precipito in bagno e vomito, di nuovo.
Però questa volte più volte.

               ***

Più tardi Alissa viene nella mia stanza e mi racconta quello che è successo con Thomas. Io le racconto di aver vomitato anche l'anima e lei mi dice che sicuramente è perché ho subito parecchio stress in questi ultimi giorni.

Quando se ne va, finalmente mi addormento. Ma l'incubo che mi ha terrorizzata la scorsa notte si infila di nuovo nella mia testa, con l'atmosfera cupa e straziante, regalandomi ansia anche mentre dormo.

La seconda volta che mi sveglio urlando, Melissa mi porta una pillola per dormire, dicendo che è solo per questa notte.

Mi da fastidio ammetterlo, ma mi manca Ryan. Mi manca tremendamente. Non dovrebbe mancarmi dopo il modo in cui mi ha trattato. Ha ragione ad essere arrabbiato, ma non mi sembrava il caso di urlarmi contro. Vorrei potergli dire tutto, fare un buco nelle barriere che ho costruito tra me e tutto il mondo e farlo entrare. Ci sono momenti in cui lo farei, e altri in cui penso che rovinerebbe solo tutto. Dovrei smetterla di pensare, farlo e basta.
Mentre penso tutto questo, finalmente riesco ad addormentarmi, e l'ultima cosa che vedo è la foto di me tra le braccia di Ryan sul mio comodino.

               ***

Busso alla porta di Melissa appena dopo colazione e lei mi fa entrare subito.

Appena entrata mi guarda un po' stranita, dato che ci siamo lasciate un attimo fa quando è uscita dalla cucina.

«Posso parlarti?» le chiedo, poggiando una mano sulla sedia in pelle nera davanti alla sua scrivania.

«Certo Maddy, che succede? Stai di nuovo male?» mi dice lei, sedendosi sulla sua sedia. Io mi siedo a mia volta, facendo cenno di no con la testa, mentre cerco di riorganizzarmi le idee. Ho un sacco di cose di cui parlarle, ma credo di volere incominciare con Ryan.

Le racconto tutto, senza tralasciare niente. Le dico di quando tengo a lui, e del fatto che ho paura di questa cosa, del fatto che possa ferirmi se gli dicessi la mia storia.

«Maddy, lo so che fa paura. Tutto fa paura. Ma se ti lasci frenare da questo, non avrai altro che rimpianti nella vita. Devi rischiare qualche volta, per essere felice. Perché se non gli dici la verità, non potrai mai esserlo. E se lui non capirà vorrà dire che non è quello giusto, quello che sarà il tuo primo amore. Se sei pronta ma quello che ti frena è solo la paura, buttati Madison. Buttati, non rinunciare a niente. Rischia sempre.» le sue parole mi colpiscono come uno schiaffo in pieno viso, ma mi fanno anche la carica. Il suo discorso non mi ha lasciato spazio per avere altre insicurezze. Ho deciso, mi aprirò con Ryan, al momento giusto gli racconterò tutto.

«Wow, grazie Melissa. Gli parlerò.» le dico, sorridendole grata.

«Sai, sei proprio una tosta.» aggiungo ridendo, e lei fa lo stesso.

«Dovevi parlarmi di altro tesoro?» mi chiede Mel, prendendomi la mano.

«In realtà si. È da un po' di tempo che ci penso.» pensando a quello che le sto per dire la mia faccia diventa improvvisamente dura, seria.

«Voglio vedere l'assassino dei miei genitori.»

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Ok questo capitolo fa abbastanza schifo, e ci ho messo anche tanto a scriverlo perché non sapevo come farlo.

Al prossimo capitolo, che cercherò di scrivere un po' meno schifoso e magari un po' più lungo. ❤️

-Elena🌻

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