«Come ti è saltato in mente di seguirmi fino a casa?!» urlo gesticolando verso Thomas, ancora seduto sul sedile della sua auto, la portiera del guidatore aperta. Aspetto una risposta per un po' di tempo, forse qualche minuto, ma non ricevo neanche un cenno. Ha ancora la testa appoggiata al volante, le mani tra i capelli e continua a emettere sbuffi.
«Mi stai ascoltando?!» cerco di alzare la voce. Niente, nessun segno di vita a parte il respiro.
«MI STAI ASCOLTANDO?!» gli scrollo la spalla sinistra e finalmente si volta verso di me.
«Cosa cazzo ci fai qui?!» gli chiedo, cercando di urlare, ma è come se le mie forze si fossero esaurite tutte in un colpo.
«Io...» cerca di parlare. Ha la voce roca, continua a gesticolare con le mani e ad aprire e chiudere la bocca senza emettere alcun suono.
«Tu cosa? Hai intenzione di parlare? Perché se così non fosse torno da dove sono venuta.» faccio finta di incamminarmi, ovviamente non tornerei mai in casa senza chiarirmi con lui. Thomas mi afferra il polso e mi arresto subito, senza neanche voltarmi.
«Aspetta...» cerca di sembrare deciso, ma non lo è per niente. Non so se ho più paura io di confessargli i miei segreti o se ne ha più lui all' idea di scoprire tutto.
«Io...- tu...tu vivi qui, con loro, e io...»non riesce a formulare un discorso neanche nella mente, e non riesce a esprimere ciò che pensa. Molto probabilmente perché sta pensando qualsiasi cosa gli possa passare per la testa.
«Facciamo che inizio io il discorso, sennò vado in menopausa.» cerco di essere scontrosa, ma non ci riesco. Ho troppa ansia. Da una parte non vedo l'ora che arrivi il momento in cui gli dirò tutto, dall'altra vorrei solo rimandarlo all'infinito.
«Cosa ci fai qui?» gli chiedo prendendo un respiro profondo.
«Ero...ero andato al parco, ero geloso. Poi ho visto la macchina, e la mano, non me ne sono reso conto...e ora sono qui.» farfuglia.
«Thomas prendi un respiro, stai calmo.» gli appoggio una mano sulla spalla e lui fa come gli dico.
«Ora, se fossi così gentile da spiegarmi tutto in maniera comprensibile, te ne sarei grata.»«Ero venuto al parco, per schiarirmi le idee. Non sono mai stato sicuro di me stesso, e sai che sono geloso di Jason, o almeno lo ero. Volevo passare con te una bella serata, ma a te sembrava importare di più di Jason che di me. Quando vi ho visto passare in macchina, lui aveva la mano sul tuo fianco e tu ridevi. Voglio farti ridere io in quel modo. Ho perso la testa e vi ho seguiti, poi ho aspettato che uscissi per andare a casa, ma non lo hai fatto. Così mi sono infuriato e volevo suonare il campanello, ma poi ho visto l'insegna e...il resto lo sai.»
«Thomas, questo non giustifica il fatto che mi hai seguita! Dovresti fidarti di me, sono la tua ragazza!»
«Oh andiamo, sai anche tu perché sono geloso di te!»sembra riprendere colore e mi urla in faccia.
«Hai ragione, la mia fama non è delle migliori. Eppure, però, mi hai chiesto lo stesso di essere la tua ragazza.» cerco di controllare la rabbia, so che non me lo direbbe mai in faccia, anche se in questo momento vorrei sbattergli la testa contro il volante.
«Solo perché- niente, lascia stare.» si blocca di colpo e abbassa il tono.
«Senti Thomas, vuoi sentire una storiella oppure vuoi andare a casa a tartassarti il cervello con tutti i filmini mentali su una piccola Alissa che, per chissà quale motivo, vive in una casa famiglia?» gli dico.
«Vada per la storiella.» si gira verso di me, ma non ho intenzione di farlo qui. Per un momento mi balena l'idea di portarlo in spiaggia, ci ho portato solo una persona nella mia vita, e non sono ancora pronta a portare Thomas.
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Two is better than one
Novela JuvenilAlissa e Madison hanno 18 e 17 anni e un brutto passato alle spalle. Madison ha appena perso i genitori in un omicidio di cui stava per rimanere vittima. Ora si ritrova catapultata in una nuova vita, che non le appartiene. Nella casa famiglia dirett...