Mi sveglio di soprassalto sentendo la sveglia che mi suona nelle orecchie. Apro il cassetto e la butto dentro, chiudendolo con uno scatto provocando un rumore fastidioso. La mattina qualunque cosa mi da fastidio. Sono una di quelle persone a cui non devi rivolgere la parola appena si è svegliata. Resto ancora un po' a letto, fino a quando Melissa viene a bussare alla mia porta.
Era venuta anche ieri, quando sono tornata a casa dopo aver passato il pomeriggio in un parco con le cuffiette nelle orecchie.
Non le avevo aperto, come facevo i primi giorni che sono arrivata nella casiglia.«Lo so. Mi dispiace.» le dico aprendo la porta e ritrovandomi faccia a faccia con lei.
Lei non dice niente, ma mi abbraccia forte. Io ricambio l'abbraccio e lei poi si stacca e se ne va. Tutto qui, non mi dice niente.
Così mi preparo e vado a scuola a piedi. Ho voglia di pensare e di stare da sola. Le prime due ore passano tranquille, non incontro né Alissa né Jason. Ma quando esco dalla classe vedo alla fine del corridoio Ryan, nel suo armadietto a mettere a posto i suoi libri.
Merda. Sono un'idiota. Un'idiota con l'alzheimer.Ieri sera avevo un appuntamento con lui e me ne sono completamente dimenticata. Prendo un fiorellino da una pianta sul davanzale davanti alla finestra e mi avvicino al suo armadietto.
«Heyyy» gli dico, porgendogli il fiore.
«Hey...» sembra confuso.
«Mi dispiace per ieri sera...»
«Se non volevi uscire con me potevi dirmelo prima» dice, chiudendo l'armadietto. Non sembra arrabbiato con me, ma più che altro deluso.
«No no, io volevo uscire con te. Davvero. Lo voglio ancora.. è che ho avuto una brutta giornata e ho litigato con Jason e... me ne sono dimenticata.» lui mi ascolta e piano piano sembra ritornare allegro.
«Mi dispiace...» gli dico alla fine, tirandomi il fiore in fronte. Lui con mia sorpresa ride.
«Non era per me quel fiore?» me lo prende e io sorrido.«È molto bello. Ma sai... è meglio se lo prendi tu. Non vorrei sembrare gay...» io scoppio a ridere tirandogli uno schiaffo sul braccio.
«Ma sei omofobo?!» gli chiedo, continuando a ridere anche se, se fosse vero, non farebbe così ridere.
«No no, per niente. Amo i gay. È che io in particolare non voglio esserlo. Mi perderei uno spettacolo come te.» rimango di stucco a quest'ultima frase, sentendomi in imbarazzo. Lui in più continua a guardarmi, aumentando il mio stato di imbarazzo.
«Ryaaaan.» un ragazzo si mette in mezzo a noi, così ci togliamo lo sguardo di dosso.
Andrew è il migliore amico di Ryan, è un ragazzo alto più o meno come lui, porta gli occhiali e sembra molto simpatico. Ma suona subito la campanella così sono costretta ad allontanarmi dai due per raggiungere la mia classe.
«Hey aspetta» mi dice Ryan, afferrandomi per un polso prima che possa andarmene.
«Allora facciamo sta sera alle 8 davanti a scuola?» mi chiede.
«Certo.» rispondo io con un sorriso, e poi vado in classe.
***
Appena tornata mi sono chiusa in camera mia. Non avevo voglia di parlare con nessuno e ancora una volta volevo stare da sola a pensare, così mi sono messa le mie amate cuffiette nelle orecchie e sono tornata nella casiglia a piedi.
Ma Alissa mi è venuta a parlare e, anche se era arrabbiata con lei per una serie di motivi, alla fine abbiamo fatto pace e quando se n'è andata ho deciso di andare a chiedere scusa a Jason.
Mi sono comportata come una bambina capricciosa. Insomma, ho il diritto di avere delle crisi, ma Jason non si meritava di essere trattato così male da me.Busso alla sua porta e ricevo subito un avanti in risposta, così la apro e lo trovo seduto sulla sua scrivania con una canzone rock di sottofondo.
«Oh, ciao.» mi guarda, spegnendo la musica.
«Ciao, volevo chiederti scusa...per quello che ti ho detto l'altro giorno. Non lo pensavo veramente, ero soltanto...»
«Ho capito cosa intendi, tranquilla. Ci sono passato anche io.» mi risponde lui, sorridendomi. «È tutto a posto.»
Io sorrido a mia volta e inaspettatamente anche per me, faccio un passo avanti e lo abbraccio.
«Hey piccolina, va tutto bene.» mi stringe in quell' abbraccio inaspettato per tutti e due, e io mi sento protetta, amata. Per la prima volta dopo molto tempo. Gli sussurro un «Grazie, di tutto.» e poi mi stacco. Resto ancora nella sua stanza a parlare con lui, raccontandoci vicenda le nostre giornate, e gli racconto anche di Ryan.
«Quindi hai un appuntamento con Ryan?» mi chiede, sorridendomi come un fratello maggiore.
«Non lo considero proprio un appuntamento... più un'uscita normale.»
«Be, buona fortuna piccolina, poi vieni a raccontarmi tutto eh.»
«Ok» dico io ridendo, mentre mi alzo e mi avvicino alla porta per andare a prepararmi.
Vicino alla mia porta trovo di nuovo Alissa, così la invito a venire in camera con me per chiacchierare un po'. Racconto anche a lei di Ryan, e le dico che potrebbe uscire col suo migliore amico Andrew. Ma lei rifiuta e mi racconta del suo appuntamento con Thomas di cui non sapevo niente. Mi faccio raccontare i dettagli e sono felice per lei, sembra che con lui posso essere la vera se stessa e non fare finta di essere una troia.
Di solito ero sempre in ritardo, ma con la nuova scuola, avendo il passaggio in macchina con tutti quanti, ho imparato a essere più puntuale. Anzi, sono stata costretta ad esserlo.
Per le 7:30 sono pronta per uscire. Ho messo una specie di vestito con dei fiori, ma con dei pantaloncini che sembrano una gonna, e delle scarpe con un po' di tacco che mi ha prestato Alissa. Ho messo poco trucco e lasciato i capelli sciolti, ma Alissa ha insistito per mettermi anche un po' di rossetto rosso opaco che si abbina con i fiori del vestito. La borsa l'ho rifiutata, voleva farmi mettere anche quella ma io odio le borse, preferisco mettermi tutto in tasca.
Così esco di casa e a piedi mi dirigo verso la mia scuola. Ho deciso di andare a piedi tanto sono solo 10 minuti di camminata, e appena svolto l'angolo vedo Ryan davanti al cancello, girato dall'altra parte. Mi avvicino e lui sentendomi si gira e mi sorride. È davvero molto bello.
Ha in mano una rosa, lo raggiungo e lui me la porge.«Carina, ma il fiorellino che ti ho dato io era molto più bello.» dico io, sorridendogli.
«Oh sì certo, come no. Così bello che lo conserverò per sempre nel mio armadietto.» scherza lui.
«Spero che tu non stia scherzando, voglio che lo tratti bene.» ribatto, guardandolo male ma poi sorridendo per sdrammatizzare. «Allora, per caso hai ordinato in qualche ristorante per ricchi e snob dove dovremmo fare finta di avere il cancro per avere lo champagne gratis?» lui mi guarda, io lo guardo.
«Si esatto, come in Colpa delle Stelle.»«Mai letto» risponde semplicemente lui.
«Be allora ti dovrai almeno vedere il film»
«Almeno quello! Ceh!» cerca di imitare la mia voce fallendo miseramente. Io gli tiro uno schiaffo sul braccio.
«Smettila di colpirmi!» mi dice lui, ridendo.
«Adesso vedi dove ti porto.» smettendo di ridere, ma continuando a sorridere, mi prende una mano e insieme iniziamo a camminare verso questo posto sconosciuto.
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Lalalaaaa Ryan qua Ryan laaaaa.
Si esatto, Ryan e Madison stanno avendo il loro primo appuntamento. Come sono cariiiiniiii(soprattutto Ryan😏).La canzone che ho scelto per il loro appuntamento è Till Kingdom Come dei Coldplay.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e se è così fatecelo sapere commentando e lasciando stelline.
Seguiteci e ci vediamo a prossimo capitolo.
-Elena🌹
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Two is better than one
Teen FictionAlissa e Madison hanno 18 e 17 anni e un brutto passato alle spalle. Madison ha appena perso i genitori in un omicidio di cui stava per rimanere vittima. Ora si ritrova catapultata in una nuova vita, che non le appartiene. Nella casa famiglia dirett...