10. Madison

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Scendo dalla macchina di Alissa, o dal catorcio, come lo vuole chiamare lei, e guardo la mia nuova scuola. Sono un po' agitata, ma cerco di non darlo a vedere. Scendono anche gli altri: Dave, Jason e Alissa. Sono rimasta molto sorpresa quando è entrato in macchina con noi. Pensavo che avesse già finito la scuola, ma a quanto pare è stato bocciato due volte. Alissa invece è molto diversa... sinceramente, sembra una zoccola.
Dave se ne va subito ed entra a scuola prima di noi. Quel ragazzo è proprio strano, ma chissà cosa gli è successo.
Appena entro nell'edificio sento gli occhi di tutti puntati su di me. Mi sento parecchio osservata.
Appena suona la campanella Alissa mi indica velocemente la segreteria, prima di scappare a lezione. Ma io sono troppo presa dai miei pensieri e da fatto che mi stanno fissando tutti. Non faccio in tempo a fermarla per dirle che non ho capito niente, che lei se n'è già andata. Merda.
Mi guardo intorno, non c'è più praticamente nessuno, tranne due o tre ragazzi che al posto di andare verso le classi stanno uscendo. Penso di chiedere a loro, ma guardandoli meglio è più sicuro se mi nascondo in uno degli armadietti.
Inizio a camminare dalla parte che penso mi abbia indicato Alissa un minuto fa, ma finisco per entrare nella stanza del bidello, che mi guarda un po' male.
«Ehm, io stavo. Ecco. Mh, si. Vado.» volevo chiedergli indicazioni ma ho finito solo per farmi una figura di merda. Che palle, ma come si fa a perdersi in una scuola?!
Chiudo la porta della stanza, è appena mi giro mi viene addosso un ragazzo e finisco per terra come un sacco di patate.
«Cavolo, scusami.» mi dice, offrendomi una mano per rialzarmi. Io la ignoro e mi alzo da sola.
«Ehm, ci conosciamo?» mi chiede, scrutandomi.
«Non credo proprio. Sono nuova.» gli rispondo, tirandomi via una ciocca di capelli dalla faccia.
«Oh, e che ci fai in giro per la scuola da sola?» ha un sorriso divertito in faccia. Devo sembrargli un'idiota.
«Stavo cercando la segreteria.» rispondo, sicura. Lui scoppia a ridere, ma non con una risata da presa per il culo.
«Mi sa che hai sbagliato allora, quella è la stanza del bidello.» mi dice, continuando a sorridere. «Che bei denti» penso.
«Vieni, ti ci porto io.» mi dice, facendomi cenno di seguirlo. Continua ancora a sorridere. Ma che è scemo?
La preside mi da il foglio con le iscrizioni e poi il ragazzo si offre di farmi fare un giro. Non gli chiede neanche per quale motivo non è a lezione, cosa che vorrei sapere io.
Faccio un giro della scuola, della palestra, della mensa e del giardino. Mi spiega anche i diversi corsi che ci sono, come il gruppo di teatro, il club del libro, le cheerleaders, la squadra di basket e il gruppo di canto, dove si possono suonare anche diversi strumenti. Mi interessano molto le cheerleaders, e anche il canto forse. Chissà cosa fa lui, deciso di chiederglielo.
«E tu cosa fai?» lo interrompo mentre mi sta spiegando questi gruppi/club.
«Squadra di basket, e canto un po'.» la parte che mi stupisce di più è il fatto che canti.
Anche io lo faceva, tempo fa. Ero davvero brava, cantavo come solista nel coro della scuola. Poi ho smesso quando sono morti i miei zii, ma credo che mi piacerebbe cantare di nuovo.
«Che ore sono?» gli chiedo, lui prende il cellulare e mi dice che sono le 9 meno 5. Guardo il foglietto con le mie lezioni.
«Devo andare a matematica ora.» annuncio. «Tu che fai?»
«Scienze, ti accompagno alla classe prima che ti perda di nuovo va.» mi risponde, sorridendomi con quell'area divertita come prima. Non rifiuto la sua offerta, anche perché so benissimo che mi perderei di nuovo. Arrivati vicino alla porta faccio per entrare, ma lui mi ferma.
«Aspetta, non mi hai neanche detto il tuo nome.»
«Sono Madison.» gli dico, poi lo guardo come incitandolo, dato che continua a guardarmi senza dirmi il suo nome. Poi sembra svegliarsi.
«Oh si, sono Ryan.»
«Ok, ciao Ryan.» lo saluto, mentre mi giro per andare verso la classe.
«Ciao Madison.» lo sento dire dietro di me.
***
La lezione è andata bene direi. Appena sono entrata la professoressa ha capito chi ero, e mi ha presentata a tutti. Mi sono seduta nella penultima fila, vicino a Justin. È molto simpatico, si è presentato subito e abbiamo chiacchierato un po'. Credo che sia gay.
Adesso sto andando verso il mio armadietto. Vedo Ryan uscire dalla sua classe e mi fa un cenno di saluto con la mano. Io rispondo facendo un cenno con la testa e sorridendogli. Il mio armadietto è il numero 255, così lo raggiungo e metto il libro di matematica dentro.
«Hey mora!» sento una voce sconosciuta. Due ragazzi stanno venendo verso di me.
«Come va?» mi chiede, avvicinandosi sempre di più. «Che bei capelli.» prende una ciocca e se la passa sotto il naso.
«Ma scollati!» gli urlo, spingendolo. Lui ride, ma non in modo carino come ha fatto prima Ryan. Una folla di persone si sta radunando intorno a noi.
«Uuhh ma che nervosetta, non sei una facile come la tua amichetta Alissa?» mi chiede un altro di loro.
«Ma che cazzo volete?» gli urlo.
«Ancora non l'hai capito?» mi chiede, avvicinandosi di nuovo. C'è un sacco di gente che ci sta guardando senza fare niente. Le persone sono proprio delle merde.
«Fatemi passare!» urla uno dalla folla. Finalmente, qualcuno come si deve che mi viene a dare una mano. E invece no, ho pensato troppo presto. Il ragazzo si mette in mezzo agli altri due e sbatte una mano sull' armadietto dove sono appoggiata con la schiena.
«E così sei quella nuova eh.» mi dice, avvicinandosi al mio orecchio. Sto per tirargli un calcio nelle palle quando sento la voce di Alissa. Un attimo dopo arriva anche Jason, di cui a quanto pare loro hanno paura. Così se ne vanno tutti, anche quelli radunati a guardare lo spettacolo. Sono grata a loro per essere arrivati, ma sono sicura che ce l'avrei fatta anche da sola. Nella mia vecchia scuola non mancavano di certo i bulli come loro.

***
Finito di mangiare io e Alissa andiamo in spiaggia, e lei mi racconta il suo passato. Mi racconta delle cose orribili che le sono successe, del padre che l'ha lasciata, del patrigno che abusava di lei, e della mamma che si è suicidata. Mi dispiace molto per lei, è da poco che la conoscono ma ho già capito che è una brava persona, che non merita questo dalla vita. Ma dopotutto, se siamo qua, la vita ha deluso ognuno di noi.
Dopo che ho ascoltato il suo racconto, mi faccio coraggio e le racconto il mio.
«Io non ho perso solo i miei genitori, te l'ho già detto. Se non avessi solo più loro a quest'ora vivrei dai miei zii, o dai miei nonni. Io non so perché, ma la morte mi perseguita.» faccio un respiro profondo, e vedo che Alissa adesso mi sta ascoltando, dato che io prima ho ascoltato lei.
«I miei zii morirono in un incidente d'auto quando avevo 14 anni, e i miei nonni prima, quando ero molto più piccola. Tutti e due per malattia. Tutti loro erano la mia famiglia e non so come sia possibile che li abbia perduti tutti. Eravamo molto legati. Non faccio altro che pensare che prima o poi dovrò morire anche io, in età giovane. Come posso esserci solo più io? Come possono essere scomparsi tutti dalla mia vita? Non è giusto. La vita non è giusta, è la cosa peggiore al mondo» le dico, con le lacrime agli occhi. Lei mi abbraccia e mi sussurra «Sì, ma è anche la cosa più bella. Adesso ci siamo noi, siamo la tua famiglia, e non ti lasceremo mai. Se non sei morta anche tu ci sarà un motivo, vuol dire che devi ancora fare molto, devi scoprire tutto, devi viaggiare, conoscere, sperimentare. Devi vivere la vita al meglio, senza preoccuparti del domani. Il domani è un posto sconosciuto, che non puoi conoscere prima del dovuto. Anche quando le cose ti sembreranno troppo orribili per essere vissute, vedrai che andrà meglio, e che si sistemeranno.» le sue parole mi confortano molto, anche se penso ancora che dovrebbe esserci mia mamma a dirmi queste cose, ad abbracciarmi. E invece non c'è, per colpa di un figlio di puttana. E mi viene l'illuminazione, un idea sicuramente pessima. Ma devo assolutamente farlo. Mi stacco da Alissa, la guardo in faccia, e le dico: «Io devo conoscerlo.»
Lei mi guarda prima non capendo, poi si illumina.
«Cosa? No, Madison. No.» non crede affatto che sia una buona idea.
«Io lo devo conoscere.» ripeto. «Devo guardarlo in faccia e chiedergli per quale motivo mi ha distrutto la vita, per quale motivo ha ucciso due persone meravigliose. Devo guardarlo in faccia e affrontarlo.» dico, Alissa però continua ad essere contrariata.
«Non ti farà bene, non è una buona idea, fidati di me ti prego.»
Ma non mi farà cambiare idea, ho deciso che lo farò, con o senza il suo permesso.

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Ciao a tutti! In questo capitolo succedono un po' di cose. Madison inizia la scuola, e incontra Ryan, Justin e tre bulli. Alla fine della giornata si confida con Alissa, che le racconta tutta la sua storia, e Madison le racconta la sua. Ma che tenerelleeee

Spero come sempre che questo capitolo vi sia piaciuto e se è così continuate a leggere la nostra storia e a lasciare stelline.

Seguiteci e al prossimo capitolo.

-Elena🌺

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