Capitolo 20

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I conti con il destino



"Nel destino di ogni uomo

può esserci una fine del mondo

fatta solo per lui.

Si chiama

disperazione"

- Victor Hugo

Alex

<<Brutta testa di cazzo!>> sono le prima parole che sento appena apro gli occhi. Ho la testa che mi martella e ci metto un po' a capire quello che sta succedendo. Non mi rendo conto del pugno che mi arriva dritto in faccia, sino a che non sento la mano di Andrea entrare in contatto con la mia guancia. <<Smettila!>> sento Emma gridare. <<Lascialo!>> strilla Sara. Guardo negli occhi mio zio, prima che mi dia un altro pugno, questa volta sul naso. Ha gli occhi iniettati di sangue per la rabbia. Non mi oppongo. So di meritarmelo. Tutte le bugie, i sotterfugi, torna tutta a galla. Mi investe come una pioggia di acqua gelate. Cosa ho fatto? Ho usato il suo angelo. Mi sono scopato la sua bambina. Mi merito tutto questo. Cole entra veloce nella stanza e mi stacca di dosso Andrea. <<Come hai potuto?! È mia figli cazzo! Come hai potuto usarla per...per questo!>> replica indicandoci nel letto. Le sue parole mi provocano una fitta al petto. Non può credere nemmeno per un momento che magari ci sia qualcosa di più oltre al sesso? Non gli passa nemmeno minimamente per la testa? Continua a gridarmi contro, ma ho smesso di ascoltarlo. Riesce a liberarsi dalla stretta di Cole, ma non fa in tempo a colpirmi che Emma mi è subito davanti. <<Smettila!>> grida tra le lacrime. Lui alza per la prima volta lo sguardo su di lei. <<Non puoi essere andata a letto con lui! Che cazzo hai nella testa!>> la vedo stringere i pugni prima di parlare. <<Non sono affari tuoi con chi vado a letto!>> gli grida contro. <<Eccome signorina se sono affari miei!>> il suo sguardo torna sul mio. <<Tu sparirai dalla sua vita. Vestiti abbiamo un aereo da prendere>> <<Non puoi decidere per me!>> continua Emma. <<Non sei mio padre!>> quelle parole arrivano dritte al petto di Andrea. Lo posso vedere dal suo sguardo. Posso vedere quanto stia soffrendo in questo momento. Emma inizia a tremare e posso capire dal suo gesto che si è pentita di quello che ha detto. So bene quanto consideri mio zio un padre, e so bene quanto lo ami. Lo sguardo di Andrea si spegne. Non fissa nessuno in particola, solo un punto indefinito. <<Vestiti Alessandro>> dice con voce stanca. <<Tua madre ha avuto un incidente. Dobbiamo prendere un aereo per l'Italia>> sento qualcosa spezzarsi dentro. Una fitta allo stomaco. "Tua madre ha avuto un incidente". Mi ripeto queste parole nella mente. "Dobbiamo prendere un aereo per l'Italia". Vedo Emma irrigidirsi nuovamente. Sento che stanno parlando ma non ascolto quello che dicono. Afferro i boxer dal pavimento e mi li infilo. Esco dalla stanza e con gesti meccanici recupero il resto dei miei vestiti.

Emma

<<Non sei mio padre!>> grido contro Andrea. Posso vedere il momento esatto in cui assimila le mie accuse. I suoi occhi si spengo e la rabbia lascia il posto ad una tremenda tristezza. Inizio a tremare e mi pento subito di ciò che ho detto. Non lo penso realmente. Per me è stato più di un padre. Ma volevo ferirlo, come lui stava facendo con me ed Alex, e ci sono riuscita. Ha abbassato lo sguardo, che vaga per la stanza. <<Vestiti Alessandro. Tua madre ha avuto un incidente. Dobbiamo prendere un aereo per l'Italia>> le sue prole sono come una pugnalata. <<Cosa?!>> chiedo tra le lacrime. <<Cos'è successo? Sta bene?>> <<Tesoro calmati>> dice dolcemente mia madre. Guardo Alex ma sembra come in trance. Meccanicamente afferra i boxer e poi esce dalla stanza per recuperare il resto dei vestiti. A sua volta mio padre se ne va dalla mia camera. Cole, Abby e mia madre mi fissano. Mi lascio cadere sul letto ed inizio a singhiozzare come una bambina. Sento il letto abbassarsi e le mani di mia madre accarezzarmi i capelli. La testa mi scoppia ancora, ed il pianto non aiuta. <<Calmati Emma. Vedrai che andrà tutto bene>> alzo gli occhi e incrocio i suoi. Sta piangendo. La sua migliore amica ha avuto un incidente, e lei ha dovuto trovare sua figlia a letto con "suo nipote". Che cazzo avevo in testa? Concretamente, io ed Alex non abbiamo fatto niente di male, non siamo realmente parenti, ma realisticamente, abbiamo fatto soffrire le persone a cui teniamo. <<Scusa>> sussurro buttandomi tra le sue braccia. <<Oh, amore. Non devi scusarti di niente>> replica continuando ad accarezzarmi i capelli.

1. I FELL IN LOVE: Mi sono innamorata del mio miglior nemico - in revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora