Capitolo 33

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LA DURA VERITÀ



"La verità è tanto

più difficile da sentire

quanto più a lungo

la si è taciuta"

- Anna Frank



Alex

Quando la mattina mi sveglio, ho il membro che mi preme contro i boxer. Il ricordo dei gemiti repressi di Emma mi riaffiorano alla mente. Non posso credere di averla chiamata e di avere fatto sesso telefonico! Ero un po' ubriaco. Per tutta la sera ero stato con Jack a bere e a parlare delle nostre "donne" . Quando sono tornato a casa avevo una voglia matta di sentirla. Non sapevo nemmeno se fosse ancora sveglia. Quando mi ha risposto ed ho sentito la sua voce non ci ho capito più niente. Mi faccio una doccia e risolvo il problemino che mi è cresciuto nelle mutande. Torno nella mia stanza e controllo l'ora nel telefono: è l'una del pomeriggio. I miei genitori non sono in casa e mi domando dove siano andati. Una volta che mi sono vestito vado al piano di sotto. Entro in cucina per reidratarmi. Attaccato al frigorifero c'è un post-it: "Siamo andati al mare. Non ti abbiamo svegliato perché abbiamo sentito che sei rientrato tardi. SPERO CHE TU NON TI SIA UBRIACATO! Buona giornata, mamma e papà". Sorrido al messaggio, e so per certo che è stato scritto da mia madre. Prendo una bottiglietta d'acqua e bevo. Decido di prepararmi un toast e una volta finito di pranzare me ne torno nella mia stana. Controllo nuovamente l'orario sul telefono; sono le due del pomeriggio. Vorrei dare il buon giorno ad Emma, ma in questo momento a New York sono le sette del mattino, e non credo che sia sveglia. Decido di mandarlo comunque, quando si sveglia voglio che lo legga.

Io: Buon giorno principessa :*

Mi metto a giocare un po' alla console sino a che la mia attenzione non viene catturata da un Bip del cellulare. Metto in pausa il gioco e apro la notifica.

Emma: Buon giorno anche a te :*

Io: Dormito bene? ;)

Emma: Come un angioletto.

Io: Il mio angelo.

Al mio ultimo messaggio non risponde. Faccio trascorre i minuti, poi cedo e le riscrivo nuovamente.

Io: Sei il mio angelo?

Emma: Vuoi che lo sia?

Io: Sempre.

Emma

Alex: Il mio angelo.

Alla sua affermazione sento lo stomaco contorcersi e le palpitazioni nel petto. "Il mio angelo". Non so se si rende conto di quello che le sue parole significano per me. Gli ho detto che lo amo e lui si sta comportando come se niente fosse. Non gli rispondo e dopo poco il Bip del cellulare mi avvisa di una nuova notifica.

Alex: Sei il mio angelo?

Io: Vuoi che lo sia?

Alex: Sempre.

1. I FELL IN LOVE: Mi sono innamorata del mio miglior nemico - in revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora