Capitolo 26

3.3K 134 2
                                    

PASSIONE MALEDETTA



"Come faccio come faccio

A togliermi di dosso

Questa passione maledetta

Provaci tu a fare finta che è normale

Scoprire che per te non è mai stato amore

E adesso come faccio come faccio

A rassegnarmi che da oggi

Tu sarai solo un ricordo..."

- Modà



Emma

I mie nonni, Roberto ed Angela, non sono stati avvertiti dell'accaduto per non farli preoccupare, li informeremo nel pomeriggio. Quindi adesso mi ritrovo sotto il getto tiepido della doccia di Alex. Cerco di sciacquare via i brutti pensieri. Non vedevo l'ora di rivederlo, mi è mancato così tanto in questa settimana. Ma adesso, dopo il suo comportamento, sto solo peggio. Si può essere devastati ma al settimo cielo nello stesso tempo? Perché è così che mi sento. Al settimo cielo perché, anche se in seguito a delle complicazioni, Linda finalmente si è svegliata. Devastata per come mi fa sentire Alex. Non ci capisco più niente. Sono tremendamente confusa. Non ho mai provato niente del genere. Credevo di amare David, ma ora mi domando se avessi compreso realmente cosa fosse l'amore. L'amore è esserci l'uno per l'altra, ridere e piangere insieme, essere complici, poter essere se stessi, fidarsi ciecamente l'uno dell'altra, scherzare e litigare insieme. È sentimento, volersi bene. È passione. Quella passione maledetta per cui non dormi la notte. Non solo sesso, ma amore. Tutto questo con David non lo avevo, c'era sentimento ma perché ci volevamo bene, niente di più. Niente fuoco, niente scintille. Tutto questo lo provo con Alex e mi domando se sia amore.

Finisco la doccia e indosso dei vestiti di Linda che mi ha prestato Marco. Metto i leggings e la canotta e vado dagli altri. <<Pulita e profumata?>> mi domanda scherzosamente Maro. <<Profumata come una rosa>> replico ricambiando il sorriso. Quando ero piccola capitava che giocassi in giardino con Alex, alla fine della giornata a Linda toccava ripulirmi perché il demonietto riusciva sempre a ricoprirmi di fango. Marco rideva un sacco quando mi vedeva rientrare tutta sporca. Quando linda finiva di ripulirmi lui le domandava: <<Pulita e profumata?>> e lei gli rispondeva: <<Profumata come una rosa>> .

<<Credo che andrò a fare una dormita>> ci informa Marco. <<Andrea tu puoi stare sul divano e d Emma puoi andare nella stanza di Alex...>> sembra essergli venuto in mente qualcosa perché si corregge subito. <<Oppure potete andare voi due nella mia stanza ed io sto sul divano>> <<Non c'è bisogno vai pure a dormire>> risponde mio padre. Ci fa un cenno con la testa e sparisce nel corridoio. Non sapendo che fare me ne rimango ferma in piedi dietro al divano. Andrea si alza e va a tirare le tende. <<Puoi andare nella stanza di Alessandro se vuoi...>> dice senza guardarmi. Si sdraia sul divano e mi fissa. <<Sei sicuro? Non entrerai di colpo e inizierai a prenderlo a pugni>> io stavo scherzando ma lui sembra non gradire perché fa una smorfia. <<Ho già detto che mi dispiace...comunque lasciate la porta aperta>> aggiunge con un sorriso. Scuoto la testa e mi avvio nel corridoio. Quando sono davanti alla porta della sua stanza busso. Nessuna risposta. Decido allora di aprire. <<Alex...>> mormoro, ma la stanza è vuota. Entro e mi socchiudo la porta alle spalle. Mi guardo intorno. È da anni che non entro nella sua stanza. Osservo le mensole piene di trofei di calcio e giochi della console. Al muro sono appesi poster di auto. Al posto dei due lettini ora c'è un grande letto con una trapunta nera. Le pareti sono ancora blu, ma le stelline sul soffitto sono state staccate. Ricordi di io e lui sdraiati sul pavimento a guardare le stelle, appena erano state appesa da Marco, mi riaffiorano alla mente e mi fanno sorridere. <<Perché sorridi?>> la voce roca di Alex mi fa sobbalzare per lo spavento. Quando abbasso gli occhi su di lui il cuore inizia a pompare più velocemente. Non era nella stanza perché era in doccia...penso tra me e me. Indossa solo un asciugamano, che gli ricade sui fianchi. Ha ancora delle goccioline che sembrano piccoli brillanti sul suo addome scolpito. <<Allora?>> distolgo in fretta lo sguardo, accorgendomi di essere rimasta a fissarlo. Torno a guardare il soffitto. <<Hai staccato le stelle>> <<Non sono più un bambino>> replica freddo e si avvia alla cassettiera. Afferra un paio di boxer e fa scivolare l'asciugamano ai suoi piedi. Mi volto di scatto. <<Potresti anche avvertire!>> esclamo. Non risponde. Sento le ante dell'armadio sbattere e poi la sua voce. <<Puoi voltarti adesso>> mormora prima di lanciarsi sul letto. Mi volto a guardarlo. Ora indossa un paio di pantaloni della tuta grigi ma niente maglietta. <<Potresti anche indossare una maglietta>> non che mi dispiaccia, ma non voglio dargli la soddisfazione di sapere che ne sono al quanto contenta. <<Non hai risposto alla mia domanda?>> <<Cosa?>> <<Perché sorridevi?>> Oh. <<Pensavo a quando eravamo piccoli. A quando ci sdraiavamo sul pavimento, spegnevamo le luci e ci inventavamo le nostre costellazioni>> sorrido nuovamente al quel ricordo. Era una delle poche occasioni in cui stavamo insieme senza litigare. <<Era una delle poche occasioni in cui non litigavamo>> replica dando vita ai miei pensieri. <<Già>> altre stelle mi tornano alla mente. Questa volta in un cielo, in una spiaggia, sotto il tocco delle sue mani sul mio corpo...<<Perché sei arrossita?>> <<Cosa?>> <<Sei tutta rossa>>mi indica con un cenno della testa. <<Fa caldo>> replico passandomi le mani sul viso, mi sistemo la crocchia e distolgo lo sguardo. <<Non stare li impalata, non ti mordo>> dice sbattendo una mano sul materasso. Lo guardo restia ma alla fine mi avvicino. Mi siedo sul bordo del letto e poi mi sdraio con la schiena contro il muro. Cerco di sistemarmi il più lontano possibile da lui. La sua vicinanza mi provoca fremiti ovunque. <<Buona notte>> mormora accomodandosi sul cuscino. Lo osservo. Dopo poco i suoi respiri diventano regolari. Si è addormentato. Osservo i tratti del suo viso, che ormai conosco a memoria. Li ho impressi nella mente, anche chiudendo gli occhi posso vedere i tratti marcati del viso, la mascella squadrata, le lunga ciglia, la linea sottile delle labbra. Le sue labbra. Le sue morbide labbra sulle mie. Apro nuovamente gli occhi e una lacrima mi sfugge dalla ciglia. L'asciugo velocemente, poi mi rannicchio nel mio angolo di letto e chiudo gli occhi.

1. I FELL IN LOVE: Mi sono innamorata del mio miglior nemico - in revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora