Capitolo 21

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La bella addormentata



"Col primo bacio

la sua bella sveglierà,

poiché il vero

amore tutto potrà"

- La bella addormentata nel bosco



Emma

La mattina successiva ci alziamo presto e ci dirigiamo all'ospedale. Prendiamo due macchine, quella del nonno e quella che prima era di Andrea. Io decido di andare con i miei nonni, mentre Alex e i miei prendono l'altra auto. Non ci mettiamo troppo ad arrivare e parcheggiamo vicino al pronto-soccorso. Quando arriviamo all'entrata dell'ospedale mia madre ci aspetta li fuori. <<Sono entrati a chiedere dove dobbiamo andare>> ci informa. L'affianchiamo ed entriamo dalle grandi porte, che ci conducano alla hall. Andrea ed Alex hanno appena finito di chiedere indicazioni e ci vengono incontro. <<Dobbiamo andare al padiglione B, è in terapia intensiva>> ci informa mio padre. Annuiamo e lo seguiamo in silenzio. Ho sempre odiato gli ospedale, non succede mai niente di buono, o per lo meno la maggior parte delle volte. Prendiamo l'ascensore e saliamo al primo piano, da li usciamo dal primo edificio per recarci al padiglione B. quando entriamo l'odore di disinfettante mi invade le narici. <<Dobbiamo andare nell'ultima stanza a destra>> continuiamo a seguire Andrea in silenzio. Sento l'ansia montarmi dentro. Sono preoccupata per lo stato di Linda, spero che presto si svegli. Arrivati nel corridoio che porta alla stanza della mamma di Alex, Marco, il marito di Linda ci vieni incontro. Assomiglia molto ad Alex, capelli castani, mascella squadrata e profondi occhi verdi. Ha lo sguardo stanco, la barba di qualche giorno e sembra stravolto. Si avvicina ad Andrea e si scambiano un abbraccio con stretta di mano, poi rivolge la sua attenzione a noi. Saluta i miei nonni, poi mia madre ed infine me. I suo sguardo poi si punta su Alex. <<Che diamine hai fatto alla faccia?>> esclama preoccupato, prendendo tra le mani il viso del figlio e girandoglielo da destra a sinistra per osservalo attentamente. Alex alza la mano per scostare quella del padre. <<Sto bene. Sono solo caduto>> <<Di faccia?>> chiede scettico, prima di lasciare cadere l'argomento. Mi domando solo adesso perché i miei nonni non abbiano chiesto niente riguardo i neroni. Forse non volevano infierire nella situazione. Noto che Andrea è a disagio per la situazione, probabilmente si sente in colpa. <<Come sta?>> domanda preoccupata mia madre. l'attenzione di Marco adesso è tutta per mia mamma. <<è stabile. Ma non si è ancora svegliata>> <<E quando accadrà?>> chiede in ansia mia nonna. <<Non si può sapere con certezza. Potrebbe svegliarsi tra un ora, come potrebbe farlo tra un giorno o una settimana>> risponde stanco. <<Possiamo vederla?>> domanda Alex. <<Certo>>. Seguo Alex dentro l'anonima stanzetta. Le pareti sono bianche, al centro della stanza c'è un letto, dove Linda sembra dormire. In un angolo a destra c'è un comodino con sopra un grande vaso di rose bianche, i suoi fiori preferiti. Da piccola adoravo andarla a trovare per vedere i suoi roseti. Aveva molti tipi di rose ma prediligeva quelle bianche. Mi raccontava storie su streghe e fate; Le prime prediligevano quel fiore in quanto ritenuto particolarmente idoneo a provocare il male, forse a causa della presenza sul suo stelo di molte spine; ma nel frattempo, era pure il fiore prediletto dalle fate, che se ne servivano spesso per recare felicità e benessere alle persone buone. Diceva che la rosa sa concentrare significati in netto contrasto tra di loro, come odio ed amore, quasi che entrambi discendessero da un unico ceppo, o fossero due facce di una sola medaglia; a pensarci bene, non è poi tanto illogico, essendo entrambi dei sentimenti, delle passioni e queste, come sappiamo, non conoscono vie di mezzo. Una rosa bianca era stato il primo fiore che le aveva donato Marco; "Sono degno di te" gli aveva detto che significava e lei piano piano si è innamorata di lui. La rosa bianca rappresenta l'amore puro e spirituale. L'amore indissolubile, l'affetto e la stima reciproca, ed è per questo che ama questo fiore. Osservo i pallidi petali e poi guardo lei, altrettanto pallida. Mi ricorda una favola che amavo da bambina: La bella addormentata nel bosco; La bellissima principessa che si punse un dito col fuso di un arcolaio e cadde vittima dell'incantesimo della perfida fata. Solo il bacio del vero amore avrebbe potuto svegliarla. Il problema è che non è una fiaba questa, questa è la vita. Non basta il bacio del suo principe per risvegliarla. Osservo i capelli biondi che ricadono sul cuscino, il suo petto alzarsi e abbassarsi regolarmente. Una lacrima solitaria mi riga una guancia. Linda è come una seconda madre madre per me, e non riesco a vederla così inerme e fragile.

1. I FELL IN LOVE: Mi sono innamorata del mio miglior nemico - in revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora