Capitolo 23

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Abbracciami soltanto



"Ed ora abbracciami, perché

io, in quell'abbraccio,

ci passerei l'eternità"

- Cit.



Emma

È più di una settimana che siamo arrivati, ma Linda non si è ancora svegliata. Iniziamo a preoccuparci, perché i dottori hanno detto che inizia ad essere pericoloso se non si sveglia. Poterebbe peggiorare il trauma cranico, o peggio potrebbe non svegliarsi più. Non riescono a capire perché ancora non si sia svegliata, avrebbe già dovuto farlo da un pezzo. Domani dobbiamo partire nuovamente. Andrea non vorrebbe, ma Marco è riuscito a convincerlo, se si sveglierà o ci saranno complicazioni sarà il primo ad essere avvisato. La prossima settimana inizierà l'università, quindi io inizierò i miei studi e lui il suo lavoro. Mi appresto a correre in bagno, per vomitare per l'ennesima volta. Tutto questo stress non mi fa bene, sono stanca e non faccio altro che vomitare. Tra la storia di Linda e "la storia" con Alex, il mio cervello è arrivato al limite e si sfoga facendomi rigettare l'anima e chiudendomi lo stomaco. Mi poso al lavandino per sorreggermi a causa di un giramento di testa, poi mi sciacquo il viso e la bocca prima di tornare nella mia stanza. <<Tutto bene?>> mi domanda Alex che mi osserva da sopra il suo letto. <<Ho solo un po' di nausea. Sarà lo stress, sai Linda, l'università che inizia>> <<Capisco>> lo osservo di sottecchi mentre infilo le ultime cose in valigia. <<Tu che farai?>> porta gli occhi su di me, per poi farli vagare per la stanza. <<Niente, non posso partire adesso. Rimanderò di un anno o mi troverò un lavoro>> ascolto le sue parole in silenzio. <<Alex...>> <<Emma...>> diciamo all'unisono. <<Prima te>> replico. Mi guarda per qualche istante poi sbuffa. <<Niente. Tu che volevi dirmi?>> espiro profondamente <<Niente>> dico abbassando lo sguardo. Lo sento alzarsi dal letto e uscire dalla stanza.

Alex

<<Emma...>> <<Alex...>> diciamo all'unisono. <<Prima te>> replica Emma. La guardo per qualche istante. Cosa voglio dirgli? Che quando se ne andrà mi mancherà? Che non so se riuscirò più a dormire se non ho lei tra le braccia? Che non l'ho usata solo per il sesso, ma che comunque questo non può significare niente? Sbuffo esasperato dalla situazione. <<Niente. Tu che volevi dirmi?>> espira profondamente, poi abbassa lo sguardo. <<Niente>> Bene. Mi alzo facendo scricchiolare la rete del vecchio lettino ed esco dalla stanza.

<<Dobbiamo parlare>> mi informa Andrea quando sono in corridoio. Mi fa cenno con la testa di seguirlo nel salone e io lo faccio. Si siede sulla poltrona di Roberto, vicino alla grande finestra che da sul vialetto, mentre io mi siedo sul divano parallelo a lui. <<Mi dispiace per aver reagito a quel modo, non avrei dovuto prenderti a pugni>> dice senza mezzi termini. <<Ma non mi pento di quello che ho detto. Mi avete deluso, non mi sarei mai aspettato una cosa del genere, da entrambi. Devi capire che ho avuto quello scatto d'ira perché non ci capivo più niente, il mio cervello è andato in tilt. Avevo appena saputo dell'incidente di tua madre e quando vengo ad avvisarvi, trovo vestiti sparsi per casa, poi voi due nudi a letto. Devi capire che non ci ho visto più, lei è la mia bambina, avrei preso a pugni chiunque fosse stato. Probabilmente non me ne sarei pentito se no fossi stato tu>> dice quelle ultime parole ridacchiando amaramente. l'ho ascoltato per tutto il tempo in silenzio, fissando un punto indefinito della stanza. <<Mi dispiace. Mi dispiace che hai dovuto assistere. Me li sono meritati i tuoi pugni>> rimaniamo per un breve periodo in silenzio. <<Da quanto andava avanti?>> chiede incerto. Lo fisso per assicurarmi che voglia realmente una risposta. <<Lascia stare, non voglio saperlo>> altro momento di silenzio. <<Tra di vuoi...>> <<Non c'è niente. È tutto finito, se si può definire finito qualcosa che non è mai iniziato>> questa volta è il mio turno di ridere amaramente. <<Io...Tu...>> sbuffa esasperato. <<non c'è niente, fine>> <<Ok, ma le lo sa? Vale anche per lei?>> abbasso nuovamente lo sguardo. Lei lo sa? Lei non mi vuole più? Il pensiero che l'ultima domanda sia negativa mi provoca una stretta allo stomaco. Non rispondo mi limito ad annuire. <<Ok...domani noi partiamo. Non volevo, voleva stare qui con Linda, ma tuo padre mi ha convinto. Devi promettermi di stargli vicino, sembra forte ma in fondo anche lui è umano>> annuisco, lo so, anche mio padre sta raggiungendo il limiti e dopo di esso si può solo crollare. <<Vorrei che continuassi a dormire qui, quando Marco rimane dalla mamma. Roberto ed Angela sono felici di averti con loro. Hanno detto che se voleste, potreste stare qui entrambi, sino a che ne avete voglia>> sorrido per la dolcezza dei nonni di Emma, non si tirano mai indietro quando c'è da aiutare qualcuno. <<Grazie. Forse per papà sarebbe un bene, la casa è vuota senza la mamma, ma non credo che accetterà>> <<Lo so. È solo una proposta. Quando volete sapete di essere i benvenuti>> gli concedo un sorriso tirato <<Vedrai che si sistemerà tutto>> <<Lo spero>>

1. I FELL IN LOVE: Mi sono innamorata del mio miglior nemico - in revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora