Capitolo 29

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L'AMORE TI FOTTE



"Noi cercheremo l'amore altrove
solo una cosa rimane sicura
ognuno avrà la propria vita
e proprio questo fa paura"

- A. Amoroso e F. Renga



Emma

Mi sveglio in tarda mattinata. Mi alzo dal letto e scendo al piano inferiore. Non trovo nessuno ne in cucina ne nel salone. Torno al piano superiore e busso alla camera dei mie genitori. Nessuno risponde quindi decido di entrare. La stanza è buia e c'è odore di alcool. Noto vestiti sparsi per la camera e una bottiglia di vino vuota sul letto. <<Mamma...>> dico dolcemente scuotendola per una spalla. È rintanata sotto le lenzuola. Di Andrea nessuna traccia. <<Mamma>> replico un po' più forte. Mugola e si copre il viso con le coperte. <<Va bene, l'hai voluto tu>> mi lazo dal letto e tiro le tende. Spalanco la finestra per arieggiare la stanza e le tiro via le coperte di dosso. <<Emma!>> mi sgrida coprendosi il volto con il cuscino. <<Lasciami stare!>> <<Alza il culo mamma! È mezzogiorno passato!>> <<Lasciami stare>> ripete ma questa volta più come una supplica. Torno a sedermi di fianco a lei. <<Mamma...>> le mormoro accarezzandole i capelli. <<Ti prego Emma, lasciami sola>> avvilita mi alzo ed esco dalla stanza. Non posso obbligarla ad alzarsi. Non posso obbligarla a fare i conti con la dura realtà. Andrea se né andato. Ci ha lasciate. Vorrei poterla rassicurare e dirle che tutto si sistemerà, ma non sono più sicura di niente. E questa volta l'ha fatta grossa. Per quanto ho capito dalla loro conversazione, ha tradito suo marito con Luca. Non so cosa significhi questo. Non so se l'ha fatto perché in fondo non lo ha mai dimenticato, o solo per nostalgia e sensi di colpa. Non so più nulla. So solo che non riesco a comprenderla. Perché rovinare tutto? Perché rovinare una storia perfetta? Non ci accontentiamo mai di nulla? Dobbiamo alla fine rovinare sempre tutto? Esiste l'amore? Quello vero? Quello che ti fa battere il cuore ogni istante? Quello duraturo? Quello che non finisce per un impeto di lussuria? Ci si può amare senza farsi soffrire? O si è destinati a soffrire per capire cosa sia la felicità? Per raggiungerla una volta tanto desiderata e poi per rovinare nuovamente tutto?

Alex

La mattina mi sveglio presto. Mi preparo e con mio padre raggiungo l'ospedale. I dottori hanno detto che è tutto a posto. Deve rimanere sotto osservazione ancora per qualche giorno e poi potrà tornare a casa. <<Ciao mamma>> le mormoro baciandole una tempia. <<Ciao amore>>. Saluta mio padre e puoi torna su di me. Prendo una poltrona e la metto vicino al suo letto. <<Allora tesoro, come stai?>> <<Tutto bene>> mento. Non sto affatto bene, ma non mi sembra il caso di affliggerla con le mie pene "d'amore". Chiacchieriamo per un po', poi papà ed io torniamo a casa. <<Cosa vuoi per pranzo?>> <<Niente, vado in palestra>> me ne vado nella mia stanza senza aspettare la sua risposta. Preparo il borsone e vado in palestra. Cerco di stancarmi il più possibile, per tentare di cercare di stancare anche il cervello. <<Ehi amico>> mi volto verso la direzione della voce. Emmanuele... il mio cosiddetto migliore amico, che si è scopato la mia ragazza portandomela via. <<Ciao>> mormoro continuando a sollevare i pesi. <<Come stai? O saputo di tua madre, sta bene?>> mi domando che cazzo glielo abbia detto... <<Tutto ok. Sta meglio adesso, si è svegliata>> <<Ne sono felice>> replica sorridendomi. Cerco di ignorarlo ma lui persiste. <<Allora...Amanda mi ha detto che è tornata Emma>> <<Per mia madre>> replico irritato. <<Capisco...allora è sempre una perfettina rompi palle?>> poso il pesi di colpo e me ne vado prima che gli spacchi la faccia. <<Ehi Alex! Scusa...>> lo ignoro e vado negli spogliatoi per farmi una doccia.

1. I FELL IN LOVE: Mi sono innamorata del mio miglior nemico - in revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora