Avevo una specie di rituale, quando andavo a scuola.
È una delle mie tante stranezze e forse mi prenderete per pazza, ma io tenevo moltissimo a quella piccola tradizione...
Dunque, faccio una premessa.
La scuola non mi piaceva. E non perché non amassi imparare, tutt'altro... anche adesso, continuo a studiare moltissime materie per conto mio. E anche allora studiavo, ma a modo mio... non ho mai approvato i canoni di studio imposti dalla scuola, ci sarebbero moltissime cose da imparare oltre a quelle che sono nei programmi scolastici. I professori non amavano questa mia attitudine, oltre a quella di combinare diversi guai e di contraddirli o interrogarli assiduamente se qualcosa non mi andava a genio. Inoltre, non mi sono mai davvero ambientata con i compagni... indovinate perché? Ero troppo strana... e non starò qui ad elencare i vari disagi anche piuttosto pesanti che per un po' ho subito. Tutto questo poi non ha fatto altro che amplificare i miei disturbi... la mattina appena sveglia, all'idea di dover andare a scuola, avevo la tachicardia. Dovevo fare i conti con attacchi di panico e ansia praticamente tutti i giorni.
Il punto è... che per me la scuola era una sfida quotidiana.
Detto questo, vi parlerò del mio strano rituale...
Ogni mattina, quando andavo in bagno per prepararmi, aspettavo che il sole fosse nel punto giusto per filtrare tra le tapparelle della finestra e che colpisse lo specchio.
Quando lo faceva, si formavano in diversi punti della stanza i riflessi della luce con i tipici colori dell'arcobaleno... non starò a spiegare il fenomeno, in parole povere si tratta di fenomeni ottici dovuti alla rifrazione della luce.
Avete presente questi riflessi? Scommetto che almeno una volta nella vita avete messo la mano sotto al fascio di luce così da pensare di avere un piccolo arcobaleno in pugno. E dai, chi non l'ha fatto?
Beh, il mio rituale era mettermi nella posizione di avere il fascio di luce precisamente nell'occhio destro. In questo modo, il piccolo arcobaleno mi attraversava verticalmente l'occhio come una lunga cicatrice.
Perché lo facevo?
Perché il mio occhio destro è piuttosto malandato... rispetto al sinistro è quasi cieco, e lo consideravo come un simbolo della mia debolezza. E pensavo che se ogni mattina di sole prima di andare a scuola avessi avuto l'arcobaleno nel mio occhio malato... questo mi avrebbe aiutato a "vederci meglio", a superare le sfide della giornata. E andavo a scuola pensando "bene, ricordati che hai l'arcobaleno negli occhi, quindi niente potrà renderti cieca, niente potrà farti del male".
Era un rituale che mi infondeva forza, che nella mia testa un po' assurda voleva dire "questo ti aiuterà, ce la farai anche oggi".
Probabilmente poi non andava benissimo, i problemi non sparivano di certo anche se avevo "l'arcobaleno negli occhi"... ma la mia attitudine era diversa. Con questo pensiero, io andavo a scuola un po' più calma.
Quando poi c'erano le giornate senza sole e quindi non c'erano i riflessi in bagno e non potevo avere l'arcobaleno negli occhi... erano le giornate nere, quelle.Forse è una cosa sciocca e senza senso, ma il punto è: ognuno di noi deve trovare il suo arcobaleno.
Ognuno di noi deve avere la sua forza, deve trovare quel qualcosa o quel qualcuno che gli dia potenza e coraggio ogni giorno per affrontare le sfide anche piccole, ma che ci si presentano ahimè ogni giorno.
Non vi dico di farvi un rituale strano come il mio, ovviamente... io sono io.
Comunque, tutti noi abbiamo bisogno di un arcobaleno negli occhi.
Abbiamo bisogno di forza.
Troviamo la nostra.
STAI LEGGENDO
L'Ora Blu (Completata)
Non-FictionSono solo le mie opinioni e le mie critiche, sono i miei pensieri sguinzagliati senza pietà .