"Quando sei arrivato?"

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Quel coglione che riesce a scappare sempre dalla polizia.
Lo stesso coglione che pochi mesi fa viveva insieme a me.
Lo stesso che mi ha picchiato.....sapete tutti che parlo di mio padre.
Occhi azzurri rovinati dall'alcol,capelli ormai bianchi.
Non si sono accorti minimamente della mia presenza in questa stanza claustrofobia.Mi schiarisco la voce attirando la loro attenzione.

«Cosa ci fa lui qui?»chiedo a mio fratello sedendomi sulla sedia,scomoda ovviamente,vicino al letto.
«Sono venuto..»lo blocco immediatamente alzando un dito verso la sua direzione.
«Lo chiesto a Mickey»dico riportando subito lo sguardo verso mio fratello,adesso con un ghigno stampato in faccia.

«È venuto per dirmi che uno stronzo non ha pagato la droga di qualche settimana fa.»mi rispose il diretto interessato,cercando una posizione adatta sul letto.
«Ci vado io,porto con me Iggy e alcuni ragazzi.»dissi ancora non degnando uno sguardo a mio "Padre".

«Mi deve 325 dollari per la cocaina e 531 dollari per le pasticche.»mi informa mio fratello,per poi girarsi verso Terry.
«Tu dovrai distrarre la moglie di questo stronzo,scopaci non rifiuterebbe mai una scopata.»dice l'infortunato con il solito ghigno alla Milkovich.

Verso le 19:30 passa un infermiera molto più magra dell'ultima,con i capelli biondi raccolti in una coda di cavallo,gli occhi come due smeraldi e una quarta di seno,messa bene in mostra.
Ma in questo ospedale c'è un infermiere o medico decente?

«L'orario delle visite e finito!»dice per poi andare nelle altre stanze,saluto velocemente mio fratello ignorando però Terry.
Scendo le scale velocemente,appena metto un piede fuori l'aria di antibiotici e detersivo per il pavimento sparisce,dando spazio alla puzza dello scarico delle macchine e al profumo di sigaretta.
Inizio a correre verso casa Gallagher,arrivò davanti al cancello stranamente aperto,lo sorpasso e lo chiudo alle mie spalle.
Salgo i cinque gradini della veranda,arrivando davanti alla porta....aperta?
Entro cercando di fare il minimo rumore,salgo al piano di sopra....niente.
Salotto...neanche.
Cucina....nessuno.
Chi cazzo ha aperto al porta?
Boh.
Estraggo il cellulare messo poco prima nella tasca posteriore,ed inizio a guardare le solite cazzate che trovi su istangram.
Due braccia molto chiare mi avvolgono la vita,in preda al panico mi giro ritrovandomi davanti ad una chioma rossa ed un sorriso bellissimo.

«Quando sei arrivato?»chiedo avvolgendo le mie braccia intorno al suo collo.
«Circa due minuti fa»mi risponde stringendo di più i miei fianchi,portandomi verso di lui.
«Ho pensato....forse Mickey e stato solo un errore,forse non volevano prendere lui.Magari il loro obbiettivo era un altro.....forse ero io opp....»due labbra carnose mi impediscono di continuare,in un primis non ricambio ma subito dopo la tensione passa,l'ansia mi abbandona.
Restiamo solo io ed Ian.
Come se la stanza fosse sparita.
Tutti intorno a noi sparisce diventando il nulla.
Adoro quando succede.
Adoro quando mi bacia.
Adoro i suoi capelli...il suo naso....i suoi occhi.
Adoro tutto di lui.
Adoro Ian Gallagher.

«Abbiamo una stanza fratello,vai la su per fare queste cose!»dice un voce molto famigliare alle mie orecchie.


-Jolly

"Ammettilo"•Ian Gallagher•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora