{Capitolo 2}

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Era tardi, dovevo ancora uscire di casa e la lezione sarebbe cominciata a momenti.

Ma tanto già sapevo che quando sarei tornata a scuola nessuno mi avrebbe salutato quindi avevo voglia zero di rincontrare quei buffoni della mia classe.

L'unica motivazione che mi spinse fuori dalla porta fú uno strattone di mia madre che dopo avermi cacciata fuori mi chiuse la porta in faccia.

Ormai nessuna via di scampo, l'unica meta era la scuola.

Durante il tragitto pensai diverse volte di svignarmela attraverso piccole viuzze qua e là però poi pensai che se non sarei andata proprio il primo giorno di scuola tutti mi avrebbero preso in giro ancora di più di come già facevano.

Mi limitai a solcare controvoglia quel portone maledetto di scuola e stare sulle nuvole per le prossime ore.

Appena tutti mi videro scoppiarono in una fervida risata lasciandomi imbambolata a guardarli, poi pensai fra me e me "Sono degli idioti, Virginia, guarda oltre".

A dire la verità non me ne era mai importato di loro, così senza il minimo dolore, salii in classe.

L'unica cosa di loro che io non ho mai capito e mai capiró è perché non mollavano mai la corda nonostante non me ne importasse proprio nulla di loro.

Insomma, ammetto che se fossi stata nei loro panni e se avessi visto una vestita come me mi sarei messa a ridere anche io.

Il fatto è che loro continuavano con questo andamento ogni giorno.

Salita in classe la professoressa LeBlanc cominció l'appello, e quando cominciava appena ad accennare "Virginia Lemoine" tutti iniziarono a ridere sotto i baffi per il mio outfit da primo giorno di scuola. 

Sinceramente non capisco tutta questa voglia di vestirsi bene il primo giorno, insomma, è solo il primo giorno di tanti giorni tutti uguali in fila.

Sentivo addirittura cose come "E per fortuna che la sua famiglia è molto ricca".

Avrei voluto strappare i capelli uno ad uno a chi aveva detto questa frase.

Non ho mai approvato i miei.

È vero, la nostra non era una situazione di cui lamentarsi, non per questo non sono libera di vestirmi come voglio quando voglio.

Odioso.

Ovviamente il mio era il banco vicino alla finestra a destra oramai tutti sapevano del mio posto, ed ogni anno me lo lasciavano quasi senza farlo apposta perché sapevano che quello era il mio posto.

Le ore passavano lente, non vedevo l'ora di tornare a casa.

Ero davvero stanca.

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